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28 Settembre 2013

Senza categoria

Back in black

Back in black
I hit the sack
It’s been too long I’m glad to be back
Yes I’m, let loose
From the noose
That’s kept me hanging around
I keep looking at the sky
‘Cause it’s gettin’ me high
Forget the hearse ‘cause I’ll never die
I got nine lives
Cats eyes
Usin’ every one of them and running wild
‘Cause I’m back
Yes, I’m back
Well, I’m back
Yes, I’m back
Well, I’m back, back
(Well) I’m back in black
Yes, I’m back in black

AC/DC – Back In Black

Ho sempre avuto una passione per il colore nero.
Da bambino detestavo i cappottini di colore verde e i maglioncini marroni che i miei mi compravano regolarmente da Guichardaz e sognavo un giubbotto nero. Il Cavaliere nero era l’eroe dei miei giochi di fantasia. E finalmente, al liceo, nei primi anni ottanta, potei diventare un dark, vestirmi di nero, calzare le clipper nere e indossare quei guanti senza dita (neri) che tanto facevano incazzare mia madre. Del resto il nero rappresenta esotericamente la volontà di non seguire la società, le sue regole, le sue imposizioni ed omologazioni. Esprime senso di libertà e ribellione.
E anche gli orribili pantacollant multicolori per l’arrampicata della seconda metà degli anni ’80, vennero progressivamente sostituiti da fuseaux neri, accompagnati ovviamente da una maglietta nera. Un paio d’anni fa, mentre girovagavo da solo nel Vallone di Sea alla ricerca di qualcosa di nuovo, avevo notato un pilastrino di roccia nerastra, quasi sempre bagnato ma quel giorno perfettamente asciutto. Ero salito slegato per una quarantina di metri con un’arrampicata inaspettatamente bella, scoprendo poi, più in alto, una linea che avremmo successivamente salito nell’autunno. Era nata così, quasi per caso, Promenade en noir, facendo ovviamente riferimento al colore della roccia e del mio abbigliamento. Anche ieri sono tornato da solo nel vallone e transitando alla base del settore destro della Parete del rettangolo oscuro (guarda caso!) sono stato attratto da un altro sperone di roccia nera, perfettamente asciutto in seguito a due giornate ventose. Un passo dopo l’altro ho così preso confidenza con quella pietra solo apparentemente repulsiva, che poco alla volta dischiudeva innanzi a me una logica possibilità di salita. Ormai a cinquanta metri dal suolo, ho temuto per un attimo che dietro uno spigolo si celasse la crudele trappola di quella parete. Che mi avesse attirato in alto come una fascinosa dama in nero per poi spacciarmi. Invece, una docile placca inclinata, spiovente sul vuoto della gola sottostante, mi ha offerto una sicura possibilità d’uscita. Qualche “autoscatto” con la macchina fotografica mi immortala un po’ maldestramente in quella novella passeggiata: anche oggi sono in nero, sulla roccia nera e da solo.
Back in black!

Vallone di Sea – Val Grande di Lanzo
“Parete del rettangolo oscuro – via “Back in black”
Prima salita: M.Blatto, in free solo, il 20 settembre 2013
Sviluppo: 60 metri, difficoltà 5c
In posto: nulla