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6 Settembre 2015

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Pinne piene di passi

Prima il blu poi gli altri colori…

Relitto Pelagosa, sotto la superficie tra 34 e 37 metri.
C’ero già stato, ma lottando contro un deposito più simile alla polvere delle stelle che a una coltre di nettuno.

Mare grosso, onde, corrente e frangenti…
Scuba divers quasi spariti e una possibiluità che si concretizza.

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Di nuovo abbracciati alla terra, ma cullati dalla sua placenta, nell’unico modo in cui possiamo volare galleggiando.
A poca distanza c’è una costa che in piccola parte mi appartiene; ho dato così tanto a quelle onde da bambino e poi da ragazzo, sangue dopo sangue, che ho pagato lo scotto di uno scambio di possesso con moneta d’anima.

Si scende, gira e rimane con i propri pensieri.
Non sono solo, ho i miei compagni e chi con me porto in questi abissi, all’interno della mia mente.

Si risale… sorridendo con il corpo, perché con la bocca non è possibile.

Abbraccio il mio maestro Mario fotografato da Ale.

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…e finisco per caso come un “Paolini”…

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Poi il ritorno, non una fine, ma un continuare, un proseguire da dove venuti.

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La mia testa scoppia di pensieri, non mi abbandonano mai, non voglio lasciarli, non voglio staccare, mai.
Sempre in contatto con me, sempre vicino a ciò che costruisco, poiché nessun istante sia perduto.

Ancora una volta sul sentiero.

Christian Roccati
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