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28 Settembre 2011

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DAL LECCHESE SI SCALA IL MONDO Christian Roccati intervista Manuele Panzeri

Anche oggi Mountain Blog si occupa di un grande appassionato montagnardo, un eccellente alpinista già autore di vie e ripetizioni di ottimo livello praticamente in tutto l’arco alpino ed in svariate zone del mondo. Manuele Panzeri, il “Panza”, nato a Lecco il 26 luglio del ’70, vive oggi a Ballabio (LC), stupendoci con la sua grande attività ed il suo amore per ciò che è montagna.

Da quando vai in montagna?
Fin da piccolo, da quando avevo 5 o 6 anni

Come hai iniziato?
Ho cominciato con mamma e papà … le prime camminate e le prime sciate, poi pian piano …. crescendo … sono diventato autonomo

Da quanto pratichi l’arrampicata?
Dall’età di 14 anni

Da quanto l’alpinismo?
Da quando ne avevo più o meno 15

Com’è cominciato tutto?
Tutto è cominciato con alcuni amici, nel periodo delle scuole medie. I pomeriggi, andavamo a fare piccole arrampicate su placchette situate sopra il nostro rione, quando, un amico di mio padre, vedendoci,  ha avvisato mio papà che lo facevamo senza legarci … poi rubavamo l’imbraco ai nostri genitori e andavamo a fare le ferrate di nascosto, ma appena mio padre ha saputo tutto questo, ha iniziato a portarmi a salire le prime vie e mi ha comprato tutta l’attrezzatura necessaria.

Quando hai iniziato ad aprire vie ?
La mia prima via (Eternum) è stata aperta nel 1989 al Corno Medale, proprio con due degli amici con cui passavo i pomeriggi di cui parlavo prima, e proprio su una parete che sovrasta Lecco ed il rione in cui sono cresciuto, il famoso Medale che anche i nostri padri usavano come palestra di allenamento, che ho salito quasi da qualsiasi parte e via.

Quante vie hai aperto e quante ne hai chiodato?
Con esattezza dovrei pensarci un po’ su … più o meno 25 vie nell’arco alpino e 4 in Patagonia.

È il tuo mestiere?
No, assolutamente no …

Quale qualifica e quale formazione specifica hai?
Io sono artigiano edile, istruttore di Soccorso Alpino, elisoccorritore e guida alpina, ma il periodo in cui ho aperto più vie, ero solo muratore, con molto più tempo a disposizione.

Dove hai scalato e dove hai aperto vie in Italia?
Ho scalato un po’ ovunque nell’arco alpino e sulle nostre Prealpi ed ho aperto vie soprattutto in Val Masino, per la precisione in Val Torrone, splendida valle selvaggia ed incontaminata, dove per arrivarci ci vogliono 4 ore di cammino. Ne ho aperta qualcuna anche in Dolomiti, e anche quest’anno a luglio, alla Croda dei Toni, sopra Auronzo.

In Europa?
Ho scalato in Austria, Francia, Slovenia, ho aperto una via in Delfinato.

Hai esperienze anche extraeuropee?
Qualcuna si’. Ho arrampicato in Patagonia ed ho tentato il GIV in Pakistan con la spedizione del Gruppo Gamma nel 1993. Ho aperto vie in Patagonia, anche se avrei voluto fare di più, lì purtroppo bisogna fare i conti con il tempo atmosferico … e non solo!

Che ci puoi dire della Patagonia?
…bella…Una terra d’avventura dove il vento ti mette a dura prova … Non è così facile arrampicarci, anche se ormai è di moda !!

Cos’è per la montagna italiana l’area lecchese?
L’area lecchese è conosciuta soprattutto per il Gruppo Ragni, per la Grigna ed il Resegone anche se l’area lecchese non è solo questo. C’è anche il Gruppo Gamma di cui faccio parte ed inoltre offre davvero un po’ di tutto. Escursioni, sciate, arrampicate per tutti i livelli, vie lunghe sia in alpinismo che in arrampicata sportiva. Ci sono anche svariate falesie per tutti i gusti.

Qual è la montagna che prediligi: la tua parete o vetta?
…andrei ad abitare in Val Torrone … dove non prediligo una vera e propria cima, ma tutte le pareti circostanti ed il silenzio, la natura ancora incontaminata … Per me c’è una certa magia, inspiegabile!!! Poi, naturalmente, adoro la Grigna.

Pratichi anche canyoning?
Si’ dal 2006

Che cosa pensi di quest’attività?
A me piace, penso sia uno sport dove ci si può divertire e che può essere praticato quasi da chiunque. E’ una disciplina diversa dall’arrampicata, accomunata da corde, casco ed imbraco e null’altro.

Che progetti hai per il futuro imminente?
Per ora non ho in mente nulla di preciso… Quello che capita va bene. Un pensiero speciale e tanta voglia di tornare in Patagonia per la settima volta, restando il più possibile… almeno un paio di mesi.

Ed a lunga scadenza?
…come sopra.

Cosa dici ad un ragazzo che inizia a fare arrampicata?
Innanzi tutto, impegno e costanza, ascoltare gli esperti e magari partecipare ai corsi organizzati dai diversi gruppi alpinistici, soprattutto per imparare bene anche le tecniche di sicurezza … E poi, andare, andare e farsi la propria esperienza … sempre con la testa sulle spalle!

Se inizia a viver l’alpinismo?
Direi lo stesso.

E a praticare il torrentismo?
…con l’acqua in movimento non si scherza, vale soprattutto per i ragazzi  che,  ovviamente, non vedono pericolo. Essendo uno sport che si pratica in gruppo vedono forse il canyoning solo come un gran divertimento, una giostra e non hanno nessun tipo di paura… Così non va del tutto bene!

Intervista di Christian Roccati – www.christian-roccati.com

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