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21 Marzo 2012

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FINALE NON MUORE MAI Il Restyling del Cordonbleu necessita sostegno!

Finale è la mecca dell’arrampicata in Europa.

Vi sono moltissimi siti d’interesse che negli ultimi anni hanno reso famoso l’ambito del verticale nel continente, ma nessuno tra essi ha rappresentato ne sarà mai ciò che da 25 anni finale incarna.

Non a caso in questa stagione sono nate ben due nuove guide che mirano a descrivere il compendio delle linee di scalata che qui si districano su bastionate, grotte, creste e pareti. Mountain Blog si è occupato alcune settimane fa di parlare della guida completa alle 3000 vie principali, di Andrea Gallo.

Nonostante l’enorme passione e la grande professionalità espressa in questi lavori, Finale non muore mai, e non appena la si fotografa su carta, ecco che rinasce con sempre diverse possibilità.
È il caso ad esempio del restyling del Cordonbleu ad opera dell’associazione Outdoor Liguria. Veniamo prima al soggetto e poi all’oggetto…

I “ragazzi” di questo sodalizio sono appassionati che, chi prima, chi dopo, da 25 anni ripuliscono sentieri e ne creano di nuovi, per escursionisti e biker, ed inventano e riqualificano centinaia di vie di arrampicata. Sono infatti più di 500 le vie, nuove o riattrezzate, in chiave principalmente falesistica ma anche alpinistica, che il gruppo ha prodotto. A ciò si aggiungono una quantità enorme di serate, convegni, meeting, e momenti outdoor di sorta.

L’associazione si è posta molti scopi, uno fra tutti quello di diventare un interlocutore serio in grado d’interpretare le necessità delle persone. Ad esempio tra il 2009 ed il 2010 Outdoor Liguria ha riproposto 100 nuove linee NO BIG nel finalese in grado di fornire mediante una perfetta pulizia ed una chiodatura sicura, una risposta a tutti quegli arrampicatori che nella magnifica area non trovavano che sempre le stesse e medesime vie simboliche.

In quest’ottica è partito il “cantiere” del Cordonbleu; come nelle precedenti esperienze i soci hanno tentato di coinvolgere i tanti appassionati, sia per avere un aiuto sia per mirare ad un acculturamento generico dei climbers. I chiodi non nascono in parete e dietro ogni falesia vi è un enorme lavoro di erudizione e tecnica, nel rispetto delle norme di sicurezza e di quelle ambientali. …od almeno questo è ciò che mira a fare l’Outdoor Liguria.

Nelle prime due settimane sono già state molteplici le ore di lavorazione in ambiente nelle varie sedute. Gli associati come sempre hanno impiegato tempo e fatica appesi alle corde e di tasca loro hanno pagato attrezzatura, chiodi e resina, senza contare il costo enorme degli spostamenti in macchina.

Questa volta però chiedono un sostegno economico mediante il sito di riferimento Arrampicate.it . Basterebbe anche solo 1 euro a testa.

L’idea definitiva sarebbe semplice: se la comunità degli arrampicatori avesse coscienza di sé chiunque potrebbe trovarsi a scoprire una parete ottima per una falesia e potrebbe di conseguenza chiamare i membri del gruppo. La Outdoor Liguria si muoverebbe subito mettendoci attrezzatura e know how maturato nei 25 citati anni di lavori specifici. La comunità degli scalatori con un piccolissimo sforzo condiviso tra tutti potrebbe sostenere le spese relative a chiodi e resina ed i costi generici di spostamento.

Pochi euro a testa, alle volte anche solo uno, permetterebbero nuove vie aperte dovunque e con una deontologia rigorosa. Al contrario se a pagare, oltre che a lavorare, continueranno ad essere sempre e solo gli stessi, questo meccanismo andrà incrinandosi e, o prima o dopo, collasserà.

Christian Roccati
www.christian-roccati.com

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