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17 Marzo 2011

Senza categoria · Ambiente · cementificazione · Conca di Cheneil · Monte Pelmo

IL CAVALLO DI TROIA Sulla “valorizzazione” della conca di Cheneil e del Pelmo

Tutti conoscono certo la storia del “Cavallo di Troia”.
Gli Achei, dopo dieci anni di vano assedio, decidono di ricorrere ad un inganno per espugnare la città protetta da muri invalicabili. Costruiscono un enorme cavalo di legno cavo, e di notte un gruppo di guerrieri scelti, al comando di Ulisse e di Diomede, vi salgono dentro e vi si nascondono, mentre il grosso della truppa si imbarca sulle navi fingendo di tornare in patria. L’ indomani mattina i Troiani, vedendo la spiaggia deserta, con solo quel cavallo che appare , fanno gran festa e, interpretandolo come un dono agli dei, lo spingono a fatica e lo introducono in città, ove scatenano una baldoria inenarrabile. Ma di notte, mentre tutti dormono, i Greci racchiusi nel cavallo aprono un piccolo uscio nascosto, escono e vanno ad aprire le porte ferree delle mura, facendo entrare la truppa achea che col favore delle tenebri era ritornata ed aspettava fuori della cinta. Così gli Achei, approfittando del sonno dei troiani, non hanno difficoltà ad espugnare e poi bruciare la città.

L’ episodio è rimasto nei secoli come il prototipo dell’inganno di chi si serve della mentita spoglia d’un regalo per fare il proprio comodo e vantaggio, a danno dell’ ingenua vittima.
Tutti conoscono questa storia – ripeto – ma non tutti si rendono conto – o non vogliono rendersi conto – dell’esistenza di un pestifero “Cavallo di Troia” introdotto nel mondo della montagna. Con un nome diverso, naturalmente, ma con uguali scopi: distruzione, saccheggio a danno dei monti e della natura per il vantaggio delle proprie tasche. Questo nuovo quadrupede di legno non si chiama cavallo, ma “Valorizzazione”.

Infatti, sotto quell’appellativo sonante con cui, chi ha il potere, sembra promettere miglioramenti, vantaggi ed abbellimenti, viene programmata lo scempio della natura di alcune tra le più belle zone alpine allo scopo reale di fare soldi, infischiandosi bellamente del fascino e della insostituibile bellezza della Wilderness. Infischiandosi delle pompose dichiarazioni ecologiche, anzi, facendosene scudo per giustificare la reale nefandezza della loro azione: scavano a forza sentieri, installano funivie, ascensori, costruiscono alberghi cinque stelle: asfalto e cemento, questi i loro guerrieri con cui, ignorando non solo ecologia e rispetto, ma anche il senso stesso della bellezza, sconvolgono, umiliano, distruggono zone intere di montagna con l’unico scopo reale di “portare la città sulla montagna”, facilitando l’accesso a torme di beceri ignoranti, che del fascino e dell’ambiente alpino se ne infischiano bellamente; perché per loro non conta certo la bellezza naturale, ma le comodità e il benessere artificiale che la non-civiltà contemporanea elargisce a piene mani.

Cosa importa se il danno apportato all’ambiente naturale è irreversibile, se con la distruzione di foreste vengono provocate valanghe, con i tracciati forzati frane, visto che deturpando un fascino genuino si riesce a procurarsi lucro e guadagno? Le ferite inferte all’ambiente non possono essere restaurate, perché si tratta di opere naturali e non umane ? Bene, scompariranno foreste, prati, alberi, animali, fiori, ma l’hotel, le strade asfaltate, i complessi turistici, le funivie resteranno, ed è questo che importa!

Dopo scempi inconvertibili, autentici assassini a danno dell’ambiente, seguendo l’esempio della “civilissima” Svizzera, maestra di alberghi-ristoranti e trenini a cremagliera, ora è in progetto la “valorizzazione” della conca di Cheneil e della zona del Pelmo. Ascensore obliquo, seggiovie, funivie strade asfaltate e naturalmente hotel, botteghe, smercio.
Fango, inganno, schifo.
Serviti con l’etichetta del progresso e del benessere degli abitanti locali – volendo ignorare lo spopolamento dei montanari, allettati dal richiamo della città-invasore.
Attila in vestito scuro con la sua armata di faccendieri.
Valorizzazione.
Cavallo di Troia.

Una petizione con raccolta di firme online contro il collegamento sciistico del Pelmo >

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