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21 Ottobre 2010

Uncategorized · Christian Roccati · Isola d'Elba

Isola d’Elba Chp.3 – la tempesta

Un pensiero di qualche giorno fa

…la barba è sempre più lunga.

Oggi avevo davvero la necessità di ascendere… di sentirmi nel “regno dei Titani”. Non ci sono pareti vertiginose qui, né la quota dei grandi 4000.

Si trovano però piccole guglie e creste davvero estetiche, su roccia generalmente buona. Avevo una lacuna immensa dentro di me, quel vuoto che solo la trascendenza può colmare.

Così ho preso le mie scarpe, e, sapendo che la tempesta era in arrivo, sono andato a ripetere un vecchio itinerario che non si ripercorre più da anni, per farne un’accurata recensione. Ho raggiunto il colletto che precede la guglie che dovevo traversare, vestito di tutto punto. I nuvoloni neri hanno sbattuto violentemente contro la roccia, quasi potessero stridere, ed è scoppiata la bufera.

La Tempesta in arrivo... Ultima finestra di visibilità

Un’ultima finestra di visibilità mi ha permesso di tracciare l’azimut, anche se solo mentalmente, e via, andiamoci a «cercare dei guai». So bene che in realtà stavo entrando in una situazione, da cui senza problemi reali sarei potuto uscire… dall’altra parte della cresta… ma dovevo raccontarmi la storia del corsaro che attraversa il pericoloso mare, per sentirmi un po’ più “lassù”, con gli Spiriti.

In fondo è davvero così: esser abbracciati ad una vetta, qui all’Isola, è un po’ come trovarsi sul pennone di un gigantesco vascello. Si è sulla punta dell’albero maestro di un veliero immobile. Da ogni lato si vedono promontori che s’immergono negli abissi, e ci si chiede se convenga non ondeggiare, per non far oscillare l’Elba stessa.

Il gelo mi ha morso, ma la mia barba ha protetto quella piccola porzione di volto che fuoriesce dai vestiti. Il resto, sebbene zuppo all’inverosimile, è rimasto più che caldo. La dita, protette dai calli sottopelle, si sono plasmate secondo le morfologie granitiche della pietra, quasi fossero le mani di un bimbo sui seni di una grande Madre.

Ed io, passo dopo passo, sono sbucato da lato opposto della tempesta, in discesa, stanco, ma finalmente con il sorriso neonato sul volto, pronto e sereno per le uscite pomeridiana e notturna.

Christian Roccati
www.christian-roccati.com

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