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26 Dicembre 2011

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"LE MIE MONTAGNE" Gli anni della neve e del fuoco di Giorgio Bocca

Poche ore fa, Domenica, 25 dicembre, il  giorno di Natale,  è morto nella sua casa di Milano il giornalista e scrittore Giorgio Bocca. Era nato a Cuneo il 28 agosto 1920.

Lo ricordiamo, attraverso un suo libro “LE MIE MONTAGNE”, Gli anni della neve e del fuoco, pubblicato da Feltrinelli nel 2006.

“Se non sei un pastore che si è alzato quel mattino all’alba, se non sei un partigiano che deve raggiungere una banda con cinque o sei ore di marcia non lo vedi, perché il miracolo della fioritura dei ranuncoli avviene in pochi minuti ai rpimi raggi del sole, quei calici bianchi o gialli o rosa si aprono tutti assieme nelgiro di pochi minuti, tutti devono mostrare la loro bellezza al buon Dio negli stessi prati, alla setssa ora.

Se non lo avessi visto con i miei occhi non ci crederei, ma ero tornato nella nostra baita la sera prima e c’erano solo alcune margheritine e bucaneve, il verde dei prati dominava e ora, all’alba, una sterminata aiuola, un enorme giardino che non dimenticherò mai, anche perché all’alba adessodormo.”

Per chi ha vissuto da protagonista gli anni della Seconda guerra mondiale la montagna ha significato combattimenti, resistenza partigiana, fatica, dolore, freddo. Sono stati gli anni della neve e del fuoco, come racconta Giorgio Bocca.

Proprio da allora parte il racconto di Bocca, che aprendo con una veloce introduzione storica generale, arriva alla guerra sulle Alpi, tra la Valle d’Aosta e la Val Roya. E poi lentamente scivola verso l’amata Cuneo, in alto verso Demonte, Boves, o Borgo San Dalmazzo: “sono contadini anche quelli della montagna fra cui vive la ribellione. Spettatori di rpima fila, spesso coinvolti. Sanno poco dei motivi politici della ribellione e scoltano senza convinzione le promesse dei partigiani: avrete una casa nuova, avrete la luce, la strada. Ascoltano e tacciono: conoscono la storia, nella montagna quasi niente è cambiato, di case e di strade se ne sono viste poche. Non è il calcolo che decide a favore della ribellione, ma l’istinto, le memorie”.

Rivivono nelle sue pagine personaggi sconosciuti di una guerra importante: Duccio, Detto, Livio, Nanni… e protagonisti celebri come Enrico Mattei (“grande capo partigiano”) o che magari di guerre non ne hanno combattute ma che Bocca ricorda con rispetto, come Luigi Einaudi.

Mario Rigoni Stern parla della guerra sulle Alpi orientali, Giorgio Bocca racconta quella nelle regioni più occidentali della penisola, al confine con la Francia.
E parla del suo amatissimo Monte Bianco, della Courmayeur in cui ha a lungo vissuto, del vino di Langa, dello sci pionieristico, di una grande aquila, di un branco enorme di stambecchi in fuga e della fioritura dei ranuncoli… per chiudere con un capitolo finale sull’Italia a misura d’uomo.

È un libro di memorie e di montagna, ma è anche un libro politico, di denuncia e di coraggiosa presa di posizione.

Dall’Introduzione:

“Come Dino Buzzati potrei scrivere che ‘tutte le mattine della vita, alzandomi dal letto e affacciandomi alla finestra della mia camera, ho visto una cerchia di monti. I monti della mia esistenza, stampati non solo nella memoria ma nel profondo delle coscienza, da quei monti strettamente condizionato’. Su quei monti ho conosciuto le guerre della mia vita, la fascista e la partigiana, i miei nemici e i miei maestri, fra cui ritorno in queste pagine”.

“LE MIE MONTAGNE” di Giorgio Bocca
Gli anni della neve e del fuoco

Edizioni: Feltrinelli – 2006
Collana: Serie Bianca
Pagine: 147
Prezzo di copertina: 14,00 €

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