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17 Marzo 2014

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MARCO ANGHILERI nel ricordo di Sergio Scaccabarozzi

MARCO ANGHILERI. COSI’ LO RICORDA SERGIO SCACCABAROZZI

Marco Anghileri era l'”uomo marketing” di Ande, quando io vendevo la pubblicità di ALP.

Così l’ho incontrato, ormai tanti anni fa, e così ho imparato a conoscerlo, durante estenuanti trattative commerciali dove lo trovavo deciso e testardo nel voler ottimizzare quella cifra di investimento che aveva in tasca, e dove mi chiedeva di dar fondo a tutte le percentuali di sconto possibili e immaginabili a mia disposizione, per soddisfarlo.

Ma lui non era solo questo, non era solo testardo e determinato verso l’obbiettivo.

Perchè Marco, anche nella discussione più dura, conservava sempre quella dolcezza che me l’ha fatto stimare ben oltre il semplice rapporto fornitore-cliente.

Ci scontravamo, ma comprendevamo perfettamente entrambi, di giocare il gioco delle parti, perchè anche dopo esser stati sulle barricate a farci la guerra, ad un certo punto ci si trovava a sorridere di quello che era accaduto solo pochi attimi prima.

Il fil rouge della nostra conoscenza si è poi approfondito in seguito, attraverso tanti episodi della sua esistenza che ho condiviso con lui.
Tragici come la scomparsa del fratello Giorgio, o molto lieti, come la prima solitaria invernale alla Solleder, festeggiata sulle pagine di ALP, e dove mi accorsi di essere anch’io orgoglioso delle gesta, così silenziose, così discrete, del mio “amico” Marco, che faceva cose bellissime senza dire nulla….

Poi venne l’incidente in moto, che lui prese senza un minimo moto di fastidio, fatalista nel raccontare il suo ruolo di vittima di altrui incapacità.
Lo chiamai pochi giorni dopo e lui mi aggiornò sulle prime diagnosi negative relative al suo gomito, che non lasciavano molto spazio alla ripresa della sua attività alpinistica.
Nel tempo poi, mi raccontò dei ripetuti pareri sfavorevoli dei vari luminari che via via periodicamente consultava, senza mai arrendersi, ma anche senza mai lamentarsi delle buie prospettive che gli venivano diagnosticate.

Nel bel mezzo di questo calvario, mi confidò però che aveva cominciato a cimentarsi in palestra, e lo faceva, raccontandomi i piccolissimi progressi che registrava, attraverso i gradi di difficoltà di volta in volta affrontati e superati.

Poi fu il momento delle prime uscite “vere” sui monti attorno a casa, quelli dove era nato l’amore per la montagna quand’era bambino e quelli da dove lui avrebbe voluto ripartire, se solo fosse riuscito a farlo.

L’ho incontrato l’ultima volta due mesi fa a Monaco all’ISPO, insieme all’immancabile Aldo, ad annusare l’aria sottile della “montagna commerciale” tra uno stand e l’altro.

Marco era in forma fisica perfetta, in maniche corte, a sfidare il freddo tedesco…

Ho capito che era pronto per fare qualcosa di grande.
Ma non gli ho chiesto nulla.

E’ stato bello così.

Rispettare il suo silenzio.

Ciao Marco.

Sergio Scaccabarozzi
Resp. Commerciale MOUNTAINBLOG

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