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28 Settembre 2010

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Neverland

L’Isola si, l’isola no… l’Isola che non c’è.

In questo giorni si dibatte a lungo su «Corona si» o «Corona no» all’isola dei famosi. Realtà, finzione… Nell’era della “comunic-azione” i “comunic-attori” al centro del dibattito. C’è chi li venera e chi lancia la prima o l’ultima pietra. Chi ha ragione? Chi ha torto?

Diceva un filosofo “costretti a vedere e non ad essere visti”
…Beh cosa viene dopo?

C’è la reazione. Degli uni o degli altri. Chi millanta di sapere e chi di non sapere. Il dibattito continua tra il fumo e le nuvole.
…e fosse questo l’ultimo esempio… Miti salgono mentre altri precipitano.

Luttazzi al settimo cielo, il vero, l’unico, senza peli. Poi compare lo scandalo delle battute copiate, forse 500 forse 260, ma che importa? L’intellettuale che ritorna comico, e parla dei dossier, di tempo e battuta, di capacità e cultura. Forse ha ragione? Forse ha torto? Il mito è comunque crollato.

“Come può esser Dio, se lo puoi ferire?”

Un’ora fa un’importante alpinista italiana ha dichiarato ufficiosamente il ritiro da un’avventura su di una tra le più importanti montagne al mondo. Ne ha parlato con molta onestà e semplicità, presto la stampa di settore ne discorrerà e tutti potranno dire la loro. Davvero un bel gesto. Ha la mia stima, per quanto può contare. Ma quanti? Quanti nel grande pubblico avvertiranno anche solo in parte che cosa è successo davvero.

Un’alpinista rischia la propria vita. Per ascendere, per quella voce irrefrenabile dentro se stessa, per trascendenza, desiderio, volontà e per molto altro ancora.

Che spazio c’è per questo tipo di persone al giorno d’oggi?
…nel mondo in cui veline e showgirl vengono lanciate in alto, verso il successo, lassù, ma senza rete né paracadute.

Christian Roccati
www.christian-roccati.com