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19 Febbraio 2014

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PARCO DEL CADORE. Investimenti sul parco: sondaggio popolare negativo

PARCO DEL CADORE.  POPOLAZIONE CONTRARIA AL PARCO

A gennaio 2014 il Comune di Pieve di Cadore ha deciso, su iniziativa del sindaco Maria Antonia Ciotti e la sua giunta di approfondire la proposta del Parco del Cadore (noto anche come Marmarole, Antelao e Sorapiss) che invitava ad “investire sul Parco stesso”, per dare un futuro possibile alla propria gente.
A tal proposito, è stato indetto un sondaggio.

Il Sondaggio proposto dal Comune di Pieve ha dato un risultato negativo rispetto alla disponibilità della popolazione verso il Parco stesso.

“Peccato – risponde il Gruppo Promotore del Parco del Cadore – è stata persa una bella occasione per dare, in tempi ravvicinati, una seria opportunità di futuro alla zona, in un momento così delicato per la crisi sociale ed economica in cui versa il nostro territorio”.

Spiega ancora il Gruppo: “Un risultato, quello di Pieve, indubbiamente da considerare e da cui partire per intraprendere ulteriori iniziative in favore del Parco, tenendo conto che ha votato il 36.7% della popolazione interpellata e che i gruppi organizzati “contro” sono stati ben rappresentati nel popolo dei votanti. Spicca anche il dato di Nebbiù che ha avuto l’affluenza maggiore rispetto al totale dei residenti e maggiore “negatività” verso l’iniziativa (175 su 14) e di Pieve centro che, al contrario, ha meno scarto tra le posizioni espresse (168 no, 112 si). Come ogni esperienza anche questa ha molto da insegnare e ne faremo certamente tesoro per le nostre azioni di sensibilizzazione.
Ai Comuni del Cadore, alle Comunità Montane e alle Regole, unici enti deputati a realizzare il Parco, ricordiamo due aspetti comunque validi, indipendente dal risultato del sondaggio:
1 – La gestione dell’area, già riconosciuta all’interno del Piano territoriale di Coordinamento (PRTC9, zona SIC, Sito di Interesse Comunitario e ZPS (Zona a protezione speciale) se non dimostriamo di saperla ben gestire a livello locale, in modo organizzato (come avverrebbe con il Parco) potrebbe essere “data in gestione”, un giorno, magari non tanto lontano, a “mani esterne”.
2 – I fondi comunitari dedicati alle zone SIC e ZPS sono una delle fonti disponibili a cui poter accedere.
Per il futuro, se guardiamo ad altri Parchi, come quello delle Dolomiti d’Ampezzo, che alla prima riunione aveva pochissimi sostenitori e quasi tutti contro, crediamo di poter dire, seppur dispiaciuti dalla recente verifica, “mai dire mai”…

Per ulteriori info: Gruppo promotore del Parco del Cadore
parcodelcadore@libero.it – tel 3357423588 (Mirta Da Pra); 3336508171 (Gianni Monico)

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