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7 Giugno 2020

TREKKING & OUTDOOR – Come e perchè vestirsi tecnico in estate?

ABBIGLIAMENTO TECNICO PER TREKKING E OUTDOOR
Come vestirsi in modo giusto per il trekking e la montagna in estate?

Siamo alle solite!
Con il sole ed il bel tempo riprende la stagione delle escursioni. Ma che si sia spinti dalla voglia di percorrere un cammino in pianura o che si intraprenda un trekking in montagna, uno dei problemi principali è sempre quello: Come ci si veste nel modo corretto?

In montagna (ma non solo) il meteo e le condizioni possono variare molto velocemente e si corre spesso il rischio di non essere adeguatamente vestiti. Perché siamo sinceri, chi di noi non si è ritrovato a partire super vestito e doversi poi fermare duecento metri dopo per togliersi il pile e la giacca? (Il segreto è partire un po’ svestiti e “soffrire” i primi 5 minuti).

E chi non ha fatto l’errore di ritrovarsi in quota e patire il freddo causato del vento rischiando magari l’ipotermia? Non so voi, a me è successo, tante volte!

Ma negli anni di trekking e di sport praticati all’aria aperta questi errori ti insegnano ad aggiustare il kit d’abbigliamento e quindi se volete evitare di passare attraverso tutte queste esperienze, molto spesso non piacevoli, imparando dagli errori altrui…allora questo è l’articolo perfetto per voi!

EVITIAMO TUTTO CIÓ CHE NON É TECNICO!
NB: FONDAMENTALE É ADOPERARE VESTIARIO CHE SIA REALMENTE TECNICO.

Non ho nulla contro Decathlon, anzi credo che come negozio possa anche avere (su alcune attrezzature ed alcune cose) il suo motivo d’essere. Converrete con me però che se paghiamo una maglietta “tecnica” un prezzo che va dai 3,99 € ai 14,99 € poi non possiamo pretendere che essa svolga un buon lavoro quando ne abbiamo bisogno.

La stessa cosa vale per il “pile anni ’80” che tanto è tornato di moda nell’ultimo periodo. Per quanto questo tipo di capo possa essere cool, e fosse realmente utilizzato in ambienti outdoor durante gli anni passati, ad oggi non ha alcuna possibilità di competizione con la tecnicità dell’abbigliamento moderno. Andrà sicuramente bene per un uso “city” o non sportivo ma di certo non per un uso “action” durante le nostre uscite.

Questa regola poi può essere estesa a tutto ciò che non è realizzato in tessuti sintetici e tecnici. Lasciamo perdere la classica felpa o la camicia hawaiana così come i vari tessuti tradizionali quali il cotone o la lana pesante della nonna (che in realtà hanno caratteristiche di isolamento praticamente rasenti allo zero) poiché non sono adatti ad un utilizzo in movimento.

Per quanto futuristico ed assurdo possa sembrare, i tessuti ed i materiali utilizzati dalle aziende che producono VERO abbigliamento tecnico sono dei concentrati di tecnologia nonché il risultato di anni di ricerca e sviluppo, che vedono miglioramenti di anno in anno, per garantirci il massimo del comfort in ogni situazione. Il mio consiglio quindi è: “Se andiamo in montagna più di due volte l’anno evitiamo il vestiario Decathlon e tutto ciò che non è tecnico. Investiamo in qualcosa che sia in grado di proteggerci correttamente, partendo dalle magliette ed arrivando fino al guscio esterno.”

 

MA QUINDI COME CI SI VESTE? E GLI STRATI FUNZIONANO?
Prima ancora di iniziare a raccontarvi come vestirsi e quali siano le giuste combinazioni di materiali è importantissimo capire la “struttura” grazie a cui l’abbigliamento tecnico funziona. Il concetto che sta alla base della sua efficienza è quello di strati che “comunichino” correttamente tra loro.

E se la domanda che tutti si pongono è: Ma questi strati funzionano davvero?
La risposta sembra quasi scontata: Non solo funzionano ma, se usati correttamente, sono il segreto per fare molta meno fatica e rendere piacevole qualunque escursione!

Nell’abbigliamento tecnico gli strati sono così organizzati:

  • FIRST LAYER – ciò che indossiamo a diretto contatto con la pelle
  • SECOND LAYER – ciò che ci garantisce il calore primario
  • INSULATION – ciò che ci isola dal freddo
  • SHELL – ciò che ci protegge dalle intemperie

Questa suddivisione ci aiuta a separare i vari strati e le diverse funzioni che ogni layer svolge. Non mi dilungherò in questo articolo a spiegarvi come i diversi strati sono classificati e quali siano i materiali migliori, mi occuperò più nel dettaglio di queste info in un futuro articolo.

Ciononostante cercherò di spiegarvi velocemente perchè è importante che i tessuti siano tecnici, quindi in sintetico o in alcuni tipi di lana merino, e quali sono le loro funzioni principali.

Nei capi tecnici i tessuti lavorano in modo sinergico con il nostro corpo, quasi in una sorta di simbiosi, per cui quando noi cominciamo a muoverci e quindi a fare fatica, cioè quando sudiamo, questi si “attivano” portando le particelle del nostro vapore acqueo verso l’esterno in modo da non farci mai avere una superficie bagnata a contatto con il corpo. Al tempo stesso essi ci garantiscono un buon livello di traspirabilità, cioè di scambio d’aria con l’esterno, in modo che la nostra temperatura corporea non subisca importanti variazioni permettendo quindi al nostro corpo di termoregolarsi correttamente.  Un ulteriore vantaggio poi è quello di asciugarsi in tempi molto ridotti, dandoci quindi la possibilità di essere sempre molto efficienti e pronti all’azione (oltre che a darci la possibilità di poter portare con noi molti meno cambi di abbigliamento in un trekking di più giorni, visto che per “lavarli” basta dar loro una veloce sciacquata, asciugandosi velocemente).

Tutto questo vale per tutti gli strati dal first layer fino all’insulation, lo shell (ma anche alcuni piumini) invece, dovendoci isolare completamente da vento e freddo, andranno a bloccare completamente alcune caratteristiche come la traspirabilità o la veloce asciugatura.

Ricapitolando i materiali tecnici ci sono d’aiuto in quanto:

  • Sono traspiranti ed aiutano molto la termoregolazione corporea
  • Ci aiutano a limitare la sudorazione, portando il vapore acqueo verso l’esterno
  • Si asciugano in tempi molto rapidi

LESS IS MORE!
In anni di lavoro nel mondo della vendita di abbigliamento tecnico mi è capitato infinite volte di dover convincere i miei clienti che non fosse necessario sovraccaricarsi di abbigliamento per avere caldo o stare bene.

Indossare dieci strati diversi non significa automaticamente essere protetti, anzi! Molto spesso, proprio perchè abbiamo indosso tanti strati diversi con diverse caratteristiche, aumentiamo la possibilità che i vari layer non “vadano d’accordo” tra loro.

Avere strati che “comunichino” tra loro invece significa che se indosseremo due strati ultra tecnici e poi sopra a questi andremo a mettere la felpa in cotone, andremo inevitabilmente ad inficiare l’efficacia e l’efficienza dei capi tecnici. Questo perchè non essendo il cotone un materiale tecnico e traspirante questo farà sì che, sebbene i due strati al di sotto provino a farvi sudare meno e a svolgere il loro compito di tenervi asciutti e freschi, il loro lavoro sarà fermato dalla felpa che fungerà da “barriera” con l’esterno. Lo stesso tipo di discorso si ha quando al di sotto di un pile tecnico andiamo a mettere la canottiera in cotone o la classica t-shirt.

Se invece ci doteremo di un vestiario tecnico e di strati di buona qualità, questi andranno d’accordo e comunicheranno tra loro, facendo sì che il nostro corpo sia protetto dagli elementi esterni e che al tempo stesso rimanga fresco ed asciutto.

E non cercate di giustificarvi con la frase “Eh ma tanto io non sudo” o “Eh ma tanto io sudo comunque” perché vi assicuro che un buon abbigliamento fa una differenza sostanziale nella fatica che facciamo camminando.

“I MOSTRI” DA EVITARE

 

CAPIRE E CONOSCERE L’AMBIENTE IN CUI CI MUOVIAMO
Il primo passo che dovremo compiere per capire quale sia l’abbigliamento corretto da indossare durante il periodo estivo è cercare di definire in quale ambiente andremo a muoverci ed a ritrovarci. Staremo prevalentemente a bassa quota, magari su un cammino come la Via Francigena, dove saremo molto esposti al sole o ci ritroveremo invece a passare intere giornate su un trekking in montagna medio/alta dove il tempo e le temperature possono cambiare in modo estremamente veloce?

Insomma, ricordiamoci sempre che per evitare spiacevoli situazioni (se non anche situazioni di pericolo in cui si debba poi ricorrere all’aiuto dei soccorsi) è fondamentale avere una chiara idea sul tipo di uscita che andremo ad affrontare oltre ad informarci accuratamente al fine di avere una buona conoscenza del territorio su cui cammineremo.
Già considerando questi “banali” accorgimenti potremo abbassare incredibilmente la possibilità che qualcosa vada storto e ci colga impreparati.

A tal proposito, basandomi sui due tipi di uscita accennati sopra, trekking a bassa o ad alta quota, ho composto per voi due kit d’abbigliamento che potrete poi “customizzare” in base alle vostre esigenze.

KIT 1 – IL CAMMINO O il trekking a bassa quota

FIRST LAYER: UNA T-SHIRT SENZA MANICHE
Che si tratti di trekking di lunga distanza o della semplice uscita giornaliera, per muovermi a basse quote, soprattutto se cammino sotto il sole, scelgo una maglietta senza maniche.

SECOND LAYER: UN PILE SUPER LEGGERO
Fondamentale per proteggerci quando la temperatura si abbassa, io lo uso soprattutto la sera prima di cena o mentre preparo il campo. I fleece odierni sono molto leggeri e sottili ma riescono a garantire ottime performance di calore e traspirabilità.
TIP: sono ottimi con il cappuccio, in quanto danno una protezione in più sulla zona del collo nel caso ci fosse vento.

INSULATION: GENERALMENTE INUTILE
Avere un piumino o una giacca imbottita durante il periodo estivo, soprattutto in questo tipo di kit, non è così fondamentale. Per sopperire alla mancanza di un imbottito, nel caso in cui facesse particolarmente freddo (ma non dovrebbe visto che parliamo di un kit estivo) possiamo indossare lo shell sopra al fleece ed alla t-shirt. Questo farà sì che tutto il calore del nostro corpo venga trattenuto all’interno, garantendoci un buon caldo.
Ciononostante ricordiamoci che il kit si adatta anche in base alle condizioni climatiche dei luoghi in cui andremo a muoverci.

SHELL: UNA GIACCA IMPERMEABILE DA TRAIL O BICI
Che siano a due o a tre strati, dico da trail o da bici perchè generalmente sono molto più leggere (sulla bilancia) delle classiche giacche impermeabili da trekking. Anche in questo caso le tecnologie moderne ci permettono di avere prodotti iper performanti in pesi molto contenuti e con caratteristiche molto versatili. A prescindere dalle caratteristiche rimane comunque un elemento che deve sempre essere 100% impermeabile e da avere sempre con noi!

PANTALONI
Per questo kit ho scelto un paio di pantaloncini corti da trail running in abbinata ad un paio di pantaloni lunghi e leggeri da tenere nello zaino per i momenti più freschi o come ricambio per i cammini spalmati su più giorni. I pantaloni lunghi sono importanti anche perchè nel caso di vegetazione bassa o di rischio di zecche possono proteggerci in modo eccellente. Se vogliamo la perfezione cerchiamo poi di sceglierne un paio che abbia una minima resistenza al vento e che siano idrorepellenti.

TIP: non prendiamo i pantaloni con mille tasche in quanto finiremmo con il riempirle, appesantendoci inutilmente. Ricordiamoci inoltre che con i pantaloncini da trail è fondamentale incremarsi bene per non bruciarsi al sole, cosa che io faccio regolarmente!

SCARPE E CALZE
Camminare coi piedi caldi è terribile, ma non dobbiamo per questo rifugiarci sui fantasmini in cotone iper leggeri. Scegliamo un calzino in tessuto tecnico, leggero e performante, che ci salverà dal patire il calore.
Per un cammino “in pianura” o per un’uscita a bassa quota andrei senza alcun dubbio su una scarpa da trail running. La cosa fondamentale è che abbia una suola ben strutturata e che sia comoda! Ogni azienda ha la sua calzata e le sue caratteristiche ma indubbiamente esiste, là fuori, una scarpa adatta a tutti!

 

KIT 2 – IL TREKKING IN MONTAGNA A QUOTA MEDIO ALTA

FIRST LAYER: UNA T-SHIRT CLASSICA
Se si tratta di un trekking in montagna a quote più alte la scelta della maglia senza maniche rimane sempre valida ma una t-shirt classica può essere una scelta più furba. Se la accoppieremo ad un paio di manicotti infatti avremo la possibilità di avere, con un contenuto aumento di peso, la possibilità di avere sia una maglia a maniche corte che una a maniche lunghe. Ricordiamoci inoltre che in quota (già sopra i 1500 metri) in estate è molto più facile scottarsi per via del sole, se affronteremo un trekking di più giorni quindi dotiamoci di magliette che garantiscano una protezione dai raggi UV.

SECOND LAYER: UN PILE SUPER LEGGERO
Per i trekking in montagna il second layer assume un ruolo più rilevante poichè se a bassa quota è più raro che ci siano basse temperature così non è quando siamo in alto.
Anche in estate infatti può capitare che la temperatura esterna scenda al di sotto dei 15°C ed avere un buon fleece che ci tenga caldo è importante.
In questo caso quindi orientiamoci su qualcosa che ci dia un calore intermedio, non serve esagerare, e che ci coccoli amorevolmente nelle nostre serate in tenda.

INSULATION: BASTA VESTIRSI BENE
Anche in questo kit ritengo superfluo l’utilizzo di un imbottito.
In commercio ne esistono anche di super leggeri e poco imbottiti, sia nel sintetico che nella piuma, che sono leggeri e non occupano spazio. Nonostante ciò ritengo che vestendoci bene, quindi con primo e secondo strato addosso e lo shell a coprire, si possa avere il giusto grado di isolazione da qualunque temperatura estiva. Se però siete particolarmente freddolosi, come la maggior parte delle donne, portatevi comunque un imbottito per le serate trascorse in quota.

SHELL: UNA GIACCA IMPERMEABILE DA TRAIL O BICI
Questa parte non subisce variazioni, vedi sopra.

PANTALONI
Personalmente sono un amante del pantaloncino corto, ma in montagna vale la pena avere un indumento versatile che ci garantisca una buona protezione.
Ecco perchè la scelta più sensata sono un paio di pantaloni “staccabili” che abbiano la zip sopra il ginocchio e che ci diano la possibilità di scegliere quale sia la lunghezza giusta da indossare: corti con il caldo, lunghi con il fresco.

 

SCARPE E CALZE
Per le calze vale lo stesso discorso del kit precedente. Dotiamoci di un buon paio di calze tecniche senza indossare i calzettoni da tedesco/scout alti fino al ginocchio (c’è solo un’occasione in cui è consentito ma ve la racconterò un’altra volta).

La scarpa invece dovrebbe essere in questo caso un po’ più strutturata, con una suola che ci garantisca un buon appoggio ed un giusto scarico del peso al suolo. Alta o bassa è assolutamente a discrezione personale, al giorno d’oggi le scarpe da trekking e montagna hanno praticamente le stesse caratteristiche di sostegno a prescindere dall’altezza della tomaia e garantisco alti livelli di comfort.

TIP: come già abbiamo visto, ricordiamoci che non vanno bene le scarpe da ginnastica.

GLI EVERGREEN
Un jolly che a me piace portare ovunque è un gilet anti vento super leggero. Ci sono infatti un sacco di occasioni in cui avere addosso il fleece sarebbe eccessivo ma solo la maglietta è troppo poco. In queste occasioni un vest mi ha sempre salvato, tenendomi protetto ma dandomi anche una traspirabilità fantastica, motivo per cui lo ho sempre nello zaino!

Aggiunte immancabili in qualunque occasione sono “I magnifici 7”, quindi quegli elementi indispensabili tra cui ricordiamo frontale, occhiali da sole, kit primo soccorso e giacca impermeabile, da avere sempre con noi!

Altro elemento importante è senza alcun dubbio lo zaino, ma di quale sia quello con la capienza giusta e di come regolarlo correttamente abbiamo già parlato!

 

TROVATE QUI IL VIDEO TUTORIAL CHE VI SPIEGA NELLO SPECIFICO I DUE KIT: