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6 Ottobre 2016

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Alpi Orientali · Aree Montane

ALAN BOYLE: sulle tracce di Amelia Edwards

E’ incredibile come la vita ti regali certe sorprese e come si intreccino le storie di ognuno di noi. Vent’anni fa a Sagron Mis, un piccolo e meraviglioso paese del Primiero ai confini tra Veneto e Trentino, tra selvagge cime del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi e il gruppo delle Pale di San Martino, si svolse la cerimonia di battesimo di mio fratello assieme ad altre due famiglie. Un evento eccezionale, tre battesimi in un paesino con nemmeno 200 abitanti e a renderlo ancora più speciale, è stata la presenza anche di Alessandro Gogna, nostro amico di famiglia e per quell’occasione padrino del mio fratellino durante la cerimonia.

Alessandro prima di tutto un grande uomo e poi si alpinista che tutti conosciamo a seguito delle sue eccezionali imprese, in quell’occasione fece un regalo davvero speciale per mio fratello, ovvero l’edizione originale del libro ” Untrodden Peaks and Unfrequented Valleys ” (Cime inviolate e valli sconosciute) scritto nel 1873 dall’ esploratrice inglese Amelia Edwards. L’Autrice di questo libro, fu donna coraggiosa ed emancipata per quei tempi, come tra l’altro anche Elizabeth Tuckett anch’essa inglese ed esploratrice, sorella del famoso alpinista Francis Tuckett e non a caso esse si conoscevano bene. In questo libro l’esploratrice racconta in maniera assolutamente coinvolgente le sue incredibili avventure tra le Dolomiti, mostrandoci come fu la vita su queste montagne quando arrivarono i primi visitatori per scalarne queste meravigliose vette, il tutto accompagnato con illustrazioni di notevole interesse, quasi fiabesche.

Ed è così invece che a inizio estate di quest anno, grazie al libro, ho avuto la fortuna e la coincidenza direi, di ospitare presso il rifugio che gestisco, l’inglese Alan Boyle, professore di matematica e alpinista con alle spalle già diverse pubblicazioni di alcuni libri, ma di interesse scientifico. Così, seduti attorno al “larin”, il nostro tipico focolare che accendiamo la sera dopo cena, vengo a conoscere quale motivo ha portato fino a qui il mio ospite, un suo sogno che è riuscito poi a portare a termine, ovvero quello di ripercorrere di persona le tracce di Amelia Edwards, arricchendolo però con ulteriori itinerari adeguati inevitabilmente a giorni nostri.

Grazie quindi a questa idea di Alan e sua sorella Susan, è nata l’Avamelia, ovvero una nuova alta via, appunto dedicata alla Edwards contenente legami storici sugli albori dell’alpinismo nelle Dolomiti. L’itinerario completo racchiude i maggiori gruppi montuosi delle Dolomiti, con una trentina di tappe per un totale di 400km e un dislivello pari a 30.000 metri in salita e discesa, accessibile a tutti. Ben 18 sono le varianti facoltative comprensive di vie ferrate di ogni grado e difficoltà, il tutto con partenza da Cortina come fece l’esploratrice inglese nel 1872, quando partì esattamente dall’hotel Aquila, e l’arrivo invece ai piedi dell’Alpe di Siusi dove diede infine il suo addio alle Dolomiti .

Uscirà un libro guida, grazie al quale, nonostante sia trascorso ormai quasi un secolo e mezzo, per chi avrà la fortuna, come ha fatto Alan Boyle, potrà ripercorrere a piedi gli stessi posti esplorati da Amelia, lungo questa suggestiva nuova alta via, e potrà rivivere certamente le stesse sensazioni di quei tempi, quasi instaurando un legame intimo con queste maestose montagne, una volta meno conosciute mentre ora così note e bell,e tanto da essere diventate patrimonio dell’umanità.

Per chi volesse ulteriori informazioni è possibile visitare il sito web dedicato: www.avamelia.com