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27 Gennaio 2020

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Alex Txikon in cima all’Ama Dablam con il suo team. Guarda il video

Alex Txikon in cima all’Ama Dablam. Fonte: video Txikon/facebook

L’alpinista basco e i suoi compagni di scalata, hanno raggiunto la cima sabato 25 gennaio. Il team è rientrato in sicurezza al Campo Base

Alex Txikon, Jonatan García e gli Sherpa Pasang, Cheppal e Kalden  hanno realizzato il loro primo obiettivo di quest’inverno in Himalaya. Alle 10:15 ora locale di sabato 25 gennaio, hanno raggiunto la cima dell’ Ama Dablam (6.858 m).

La salita dell’Ama Dablam è valsa, per Alex Txikon e i suoi compagni, come acclimatamento per il loro principale tentativo  invernale sull’Everest.

Txikon, García, Pasang Sherpa, Cheppal Sherpa e Kalden Sherpa hanno lasciato il Campo 3 (a 6.300 m) alle 4.30 ora locale. “È stata una salita molto dura”, ha riferito a Desnivel, Alex dal vertice. “Il vento ci ha contrastati duramente da quando siamo partiti stamattina, ma eccoci tutti e cinque in vetta. Adesso affronteremo con attenzione la discesa”

Secondo i dati del database dell’Himalaya, l’Ama Dablam conta più di 4.000 salite (cifre fino alla primavera 2018). Di queste, 227 sono state realizzate in inverno (45 delle quali nell’ inverno astronomico).

La  prima invernale dell’Ama Dablam – secondo il calendario – risale al 22 dicembre 1990 (primo giorno di quell’inverno), e fu realizzata dagli italiani Marco dalla Longa, Livio Ferraris e Giovanni Ghisleni. La  prima invernale spagnola fu compiuta da José Enrique Carboné, che raggiunse la vetta il 13 febbraio 1997 con lo svizzero Augustin Fragnière.

Il team è rientrato in sicurezza al Campo Base. Tra pochi giorni, prenderà il via il loro tentativo sull’Everest: la prima invernale, senza ossigeno supplementare.

Alex Txikon ha pubblicato i video del giorno di vetta, commentando: “L’Ama Dablam ci ha reso le cose difficili, ma è stata comunque una scalata davvero speciale, con la montagna solo per noi”

“È stato un giorno pieno di emozioni. Così abbiamo vissuto il momento della vetta dal campo base. Perché nulla sarebbe stato possibile senza il lavoro di tutto il team della spedizione.”