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24 Novembre 2021

Alpinismo. Denis Urubko: «Sono già morto diverse volte»

Denis Urubko in Spagna, nella Plaza Major di Gijón. Foto:Paneda/El Correo

Urubko: “l’alpinismo è avventura, sport e arte”

La seconda giornata della Settimana Internazionale della Montagna di Gijón (Spagna) ha avuto come protagonista Denís Urubko, classe 1973, uno dei migliori alpinisti al mondo. Lo scalatore di origine  kazaka e con cittadinanza russa e polacca, nel 2009 è diventato il quindicesimo uomo al mondo a scalare i 14 ottomila, un traguardo raggiunto in soli 9 anni, e l’ottavo a farlo senza l’ausilio di ossigeno supplementare. Ha  vinto il Piolet d’Or nel 2010 ed è sempre stato uno specialista nella ricerca e nell’apertura di nuove vie.
Vive tra l’Italia e Granada, la città di origine di sua moglie, l’alpinista María José Cardell.

Urubko ha iniziato ad arrampicare nel Caucaso. Era un modo per sentirsi libero e nel momento in cui ha assaporato quella libertà, se ne è innamorato. Per lui, scalare “è un desiderio molto forte”, racconta in un’intervista rilasciata alla testata spagnola El Comercio.

Definisce l’alpinismo con tre parole: “Avventura, sport e arte”. Tuttavia, assicura di non aver mai considerato la scalata dei 14 ottomila, un obiettivo in sé. E’ stato tutto frutto di un’evoluzione. “Creare una nuova via è molto più interessante che collezionare vette di 8.000 metri”, afferma.

Un alpinista del suo livello, con tante salite rischiose alle spalle, si è trovato più volte faccia a faccia con la morte. “ho superato più volte il limite, sono già morto diverse volte”, dice. Ad esempio, sul Cho Oyu,  con il suo compagno Boris Dedeshko, quando entrambi pensavano  fosse arrivata la  fine. Un paio di volte, è stato travolto da valanghe. Da quel momento in poi, vive la sua vita come fosse un ulteriore dono.

Attualmente sta lavorando a tre progetti, tre sogni che vorrebbe realizzare: aprire una nuova via su un Ottomila con la sua compagna; battere il record detenuto da Juanito Oyarzabal (26 vette di 8000 metri raggiunte senza ossigeno supplementare. Denís, attualmente, ne ha 23 al suo attivo); completare una salita invernale su un Ottomila ancora inviolato nella stagione più fredda (ricordiamo che secondo Urubko, l’inverno sugli ottomila inizia il 1° dicembre e termina il 28 febbraio).

Urubko è sempre stato controcorrente. Conclude l’intervista raccontando che quando praticava alpinismo in un gruppo sportivo militare in Kazakistan,  un ottomila doveva essere scalato in stile classico, con grandi squadre e con l’ossigeno supplementare, ma lui pensava il contrario e scommetteva che li avrebbe affrontati in stile alpino e in gruppi di due. Il tempo ha finito per dargli ragione: “Mi piace seguire la mia verità, quindi non ho scrupoli a scontrarmi”.