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17 Aprile 2020

Alpinismo e Spedizioni · Vertical

Alpinismo in Karakorum: c’è ancora speranza per la stagione estiva 2020?

Il ghiacciaio del Baltoro (vista aerea). Foto: Guilhem Vellut. Fonte: Wikimedia Commons

La pandemia da Covid-19 sta lentamente rallentando. Mentre i governi sono impegnati a trovare un equilibrio tra sicurezza ed economia, alcuni deboli segnali indicano che nulla è ancora tutto perduto per la stagione alpinistica estiva  in Pakistan

Come molti  paesi del mondo, anche il Pakistan  è stato colpito dalla pandemia da Covid-19. Il turismo era già diminuito a febbraio, ai primi accenni di coronavirus; l’aggravarsi dell’emergenza sanitaria e il lockdown hanno portato le prenotazioni alberghiere da un più 95% di gennaio al 40% di inizio di marzo, presumibilmente ora molto più basso.

Tuttavia, all’inizio di questa settimana, il governo pakistano ha consentito la riapertura di alcuni settori produttivi, principalmente l’edilizia e il commercio elettronico. Gli assemblamenti pubblici sono ancora vietati e le scuole e le attività non essenziali ancora chiuse fino al 30 aprile almeno, tuttavia, il governo sta cercando un modo per salvare la stagione alpinistica estiva.

Attualmente, le frontiere non sono del tutto chiuse. Pakistan Tourism Development Corporation ha annunciato che gli stranieri che desiderano visitare il paese devono risultare negativi ad un test PCR effettuato entro le 24 ore dalla partenza. La misura, che ha preso il via il 29 marzo, consentirebbe agli alpinisti di paesi dove vengono applicate minori restrizioni e in cui le infezioni sono  sotto controllo, di entrare in Pakistan prima dell’apertura della stagione del Karakorum. Alcuni team hanno già confermato la loro disponibilità a volare in Pakistan se la situazione dovesse migliorare.

Ali Saltoro di Alpine Adventure Guides ha confermato a ExplorersWeb che il Ministero del Turismo è determinato a rilasciare permessi agli alpinisti nella stagione estiva, a condizione che la pandemia risulti sotto controllo entro la fine di maggio. Considerando i bassi tassi di mortalità in Pakistan – attualmente 128 morti (dati John Hopkins University) –   questo scenario non pare improbabile.

“In questo momento, a Skardu, solo cinque persone sono state colpite da coronavirus, tutte provenienti dall’Iran”, ha riferito Saltoro. “Finora abbiamo confermato spedizioni per Gasherbrum I e II, K2, Broad Peak e K6. Altri hanno espresso interesse a scalare 8.000 da fine giugno, o per l’arrampicata su roccia a luglio-agosto, se la situazione rimane stabile”.

Nel frattempo, gli operatori europei e statunitensi non hanno ancora preso alcuna decisione in merito. Questo vale anche per un certo numero di operatori e guide nepalesi, per i quali il Pakistan è ora l’unica possibilità di guadagno per il 2020, dopo che la stagione in Nepal è stata un completo fallimento.

Sergi Mingote: “Mi sto allenando ogni giorno, come se dovessi partire domani …”

Sergi Mingote sul Lhotse (8516 m). Foto arch. Sergi Mingote/facebook

In questo momento, la principale preoccupazione degli alpinisti è uscire dai loro paesi, specialmente negli Stati Uniti e in Europa, per gli attuali COVID-19 hotspot. In Spagna, dove si registrano quasi 20.000 morti e oltre 188.000 contagi, la situazione rimane molto critica. Sergi Mingote, che spera ancora di completare il suo progetto 14 x 8000 in velocità, senza ossigeno supplementare, sta cercando di mantenere alto il morale: “Mi sto allenando ogni giorno, come se dovessi partire domani per le montagne”, ha dichiarato a ExplorersWeb. “In realtà ho perso due chili dopo il lockdown. Ho un biglietto aereo prenotato per il 14 giugno, e credo che potrei ritardare la partenza per altre due settimane, se necessario.”

Mingote spera che le temperature calde rallentino la diffusione del virus in Pakistan. Tuttavia, è consapevole che le condizioni meteorologiche sul Ghiacciaio del Baltoro – incluso Gasherbrum I,  suo obiettivo – richiedono vengano affrontati prima che le condizioni peggiorino, alla fine di agosto.

Un’alternativa interessante potrebbe essere il Nanga Parbat. “Il monsone colpisce il Nanga Parbat in modo diverso”, ha spiegato Mingote. “per questo, in genere,  viene salito per primo nella stagione, a giugno. Ma potrebbe presentare buone condizioni meteo anche a fine agosto o settembre, pur con meno neve”. A tal proposito, operatori come Imagine Nepal di Mingma G hanno già annunciato una scalata del Nanga Parbat per fine autunno.

Come tutte le agenzie locali, Alpine Adventure Guides spera si possa recuperare la prossima stagione, sia per sé che per le comunità locali, in particolare quelle del Gilgit-Baltistan.

Distribuzione degli 8000 tra Karakorum e Himalaya. Fonte: Wikipedia

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