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14 Aprile 2020

Ambiente e Territorio · Resto del Mondo · Parchi del mondo

Annamiti: le montagne sconosciute del Vietnam

Nella carta topografica, i Monti Annaimti. Fonte: Explorersweb

Un’area di inestimabile valore per la conservazione, un patrimonio di biodiversità senza eguali

La Catena Annamita dell’Indocina orientale  si estende approssimativamente per 1100 km attraverso Laos, Vietnam e una piccola area della Cambogia nord-orientale.

Non vanta vette imponenti e innevate, ma è selvaggia e poco esplorata, perfetta per chi è alla ricerca di un’avventura unica.

I Monti Annamiti  raggiungono i 2.000 metri e contano innumerevoli grotte. A livello internazionale, la zona è meglio conosciuta con un altro nome: The Ho Chi Minh Trail. L’esercito del Vietnam del Nord usò questa complessa rete di percorsi per spostare combattenti e rifornimenti nel Vietnam del sud, durante la guerra. Quest’insieme di sentieri nascosti si snodavano attraverso la fitta foresta pluviale, passaggi accidentati, tanto che la National Security Agency degli Stati Uniti li etichettò come “uno dei grandi successi dell’ingegneria militare del 20° secolo”.  Tra il 1964 e il 1973 gli americani vi lanciarono sopra circa due milioni di tonnellate di esplosivo.  Nonostante questo feroce bombardamento, la linea di rifornimento rimase ininterrotta, confermando la singolare topografia di queste montagne.

Monti Annamiti. Foto:Hans Werner Herrmann/fonte: Explorersweb

Dopo la guerra, l’interesse per questi monti è andato scemando. I turisti in Vietnam effettuano  tour sul sentiero Ho Chi Minh, toccando a malapena i reali percorsi. Visitano i campi di battaglia  e le città strategiche come Huế e Đà Nẵng, tralasciando i sentieri e i nascondigli originali che si trovano nei punti più inaccessibili della regione e le cime più alte.

La montagna più alta, il Phou Bia (2.819 m), si trova ai margini della catena e non faceva parte del sentiero Ho Chi Minh. E’ una montagna remota, avvolta da una fitta giungla e ufficialmente vietata a causa di restrizioni militari.

Sfortunatamente, l’esplorazione in questo territorio è complicata. Tante le difficoltà: piogge monsoniche, una fitta giungla, trasporti limitati e una quantità sconosciuta di ordigni di guerra inesplosi  oltre a migliaia di trappole per animali esotici sistemate sia dai bracconieri locali che internazionali.

Catena Annamiti, Pu Mat National Park Vietnam. Foto: Rolf Mueller/Fonte:Wikipedia

Malgrado il dilagare del bracconaggio, la recente scoperta di diverse nuove specie faunistiche  ha  visto il governo vietnamita compiere alcuni sforzi per la loro conservazione, come lo sviluppo di  nuove riserve forestali progettate per proteggere l’habitat di una di queste ultime scoperte: la saola, simile ad un’antilope. Questo mammifero, tra i più rari al mondo, è endemico dei Monti Annamiti e può essere  preservato solo con investimenti significativi.

Sono diversi i parchi nazionali recentemente istituiti su entrambi i versanti della catena Annamita: Bạch Mã, Phong Nha Kẻ Bàng, Vũ Quang e Pù Mát in Vietnam e Dong Amphan e Nakai-Nam Theun in Laos. Tuttavia, la maggior parte di questi sono siti turistici teorici, che dispongono di infrastrutture estremamente limitate e ricevono solo pochissimi intrepidi visitatori all’anno.

Phong Nha Kẻ Bàng fa eccezione, grazie alla straordinaria presenza di grotte, diventate  Patrimonio mondiale dell’Unesco nel 2003. Il sito dispone di almeno 300 grotte, di cui 30  aperte al pubblico. Le più accessibili sono diventate un’attrazione enorme; nel 2015 circa tre milioni di turisti, tra cui 50.000 stranieri, hanno visitato il parco.

Son Doong Cave. Foto:David A.Knight. Fonte: Explorersweb

Son Doong Cave Doline. Fonte: wikipedia. Foto:Thao Luan

Ma i 900 chilometri quadrati del parco, nascondono probabilmente ancora segreti spettacolari. E’ infatti solo dell’aprile 2009 la completata esplorazione di quella che è risultata la grotta più grande del complesso ipogeo, la caverna di Sơn Động, lunga 5 km, un’altezza di circa 200 metri e una larghezza di 150 metri.

Un ragazzo del posto, Hồ Khanh, scoprì per la prima volta la caverna nel 1991, ma il rumore assordante dell’acqua e del vento impedirono ai locali di esplorarne l’interno. Passarono gli anni e nel 2009,  Khanh ormai adulto, ritornò sui suoi passi per condurre una squadra vietnamita-britannica, in quella che ora è nota come la grotta di Hang Sơn Đoòng.

Incredibilmente, altri  sistemi sotterranei sono recentemente venuti alla luce. Secondo quanto riportato da Exporersweb, proprio la scorsa settimana la British Cave Research Association avrebbe annunciato la scoperta di 12 nuove grotte nella provincia, un numero sorprendente.

Vietnam: Hang En, la terza grotta più grande del mondo e un campeggio. Foto: Alesha Bradford. Fonte: explorersweb