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13 Giugno 2017

Ambiente e Territorio · Resto del Mondo

Antartide. Ricercatori italiani tra i ghiacci del Mare di Ross per studiare i cambiamenti climatici

Ricercatori a bordo della OGS Explora. Foto: Andrea Bergamasco. Fonte: cdn.gelestatic.it

Conclusa l’impegnativa missione in Antartide della nave italiana OCG Explora

Dopo una missione scientifica di 61 giorni, il 16 marzo scorso la nave italiana OGS Explora,  è rientrata in Nuova Zelanda, concludendo  la sua 11ma impegnativa missione  in Antartide, il più imponente ghiacciaio perenne del pianeta.

A bordo, vi erano impagnati 22 ricercatori. Oltre a quelli dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) di Trieste, presenti anche scienziati del CNR e di alcuni istituti di ricerca inglesi, cinesi e coreani.

L’OGS Explora è ritornata  dopo 10 anni nel continente bianco per la XXXII spedizione italiana in Antartide finanziata dal Programma Nazionale Ricerche in Antartide (PNRA). Obiettivo della nuova avventura scientifica al Polo Sud era studiare il clima del passato per comprendere meglio i cambiamenti climatici in atto.

Un iceberg nel Mare di Ross. Foto: Laura De Santis.

“Un cambiamento climatico è in atto, come è noto. Per capire quanto le attività umane stiano influenzando i cambiamenti ambientali e quali politiche di mitigazione delle emissioni di gas serra sia necessario attuare, bisogna comprendere qual è la variabilità naturale e quali sono i meccanismi che controllano il clima – aveva spiegato su oggiscienza.it Laura De Santis, climatologa da più 20 anni all’OGS, membro anche di questa spedizione in Antartide –  “Però non è facile: il sistema climatico è complesso, con numerosi fattori che giocano ruoli diversi e in direzioni diverse. Per di più, la comunità scientifica ha acquisito dati e misure solo da quando ci sono i satelliti, ossia negli ultimi 40 anni. I dati che riguardano il periodo precedente sono relativamente pochi, permettendoci di andare indietro nel tempo di qualche secolo. Questo non basta per le sfide che ci attendono. La concentrazione di anidride carbonica in atmosfera prevista per la fine di questo secolo dagli scenari più ottimisti dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change, l’organismo delle Nazioni Unite incaricato di monitorare il cambiamento climatico) non trova precedenti se non andando indietro fino a oltre 3 milioni di anni fa. Lo scenario più pessimista addirittura ci proietterebbe indietro di 50 milioni di anni”. Sono quindi necessari nuovi dati, e il Mare di Ross è un luogo molto adatto dove reperirli.

Presentazione dell’XI missione in Antartide di OGS Explora

La prima valutazione scientifica della missione è positiva – riporta il blog della spedizione –  Grazie alle favorevoli condizioni dei ghiacci e al fatto che la missione si è spinta fino all’autunno (australe), sono stati acquisiti dati scientifici in aree, in alcuni casi, ancora inesplorate.

 

Michele Rebesco, geoloco e ricercatore dell’OGS: “Presto cominceremo il lungo lavoro per analizzare i dati che abbiamo portato a casa dall’Antartide. Ci vorranno diversi mesi, ma già sappiamo che sono di buona qualità e ci riserveranno sorprese interessanti.”

 

Simonetta Quirtano