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20 Giugno 2017

Ambiente e Territorio · Alpi Occidentali · Aree Montane · Italia · Valle d'Aosta · Rifugi

Atti vandalici al Rifugio Boccalatte-Piolti alle Grandes Jorasses

Rifugio Boccalatte-Piolti. Fonte: caitorino.it

Danni al Rifugio Boccalatte gestito dall’alpinista Franco Perlotto

Riprendiamo l’indignato articolo di Roberto Mantovani, a cui ci uniamo, tratto dal sito del CAI Torino, relativo agli ultimi atti vandalici, provocati dai soliti ignoti, al Rifugio Boccalatte-Piolti, gestito dall’alpinista Franco Perlotto.

Il rifugio Gabriele Boccalatte e Mario Piolti è un rifugio situato nel comune di Courmayeur (AO), in val Ferret, a 2803 metri. È intitolato a Gabriele Boccalatte e Mario Piolti, alpinisti di Torino morti sulla sud dell’Aiguille de Triolet nel 1938.

Perlotto ci aveva parlato del suo  impegno in Rifugio durante l’intervista realizzata dalla nostra redazione in occasione della 65^ edizione del Trento Film Festival.

“Danni per il puro gusto dello sfascio”. Testo di Roberto Mantovani

“Danni. Danni per il puro gusto dello sfascio. A detrimento di fosse biologiche e di altri locali del Rifugio Boccalatte-Piolti, che svetta a quota 2803 su un isolotto incastrato tra i ghiacciai di Planpincieux e delle Grandes Jorasses. Una follia, se pensiamo al luogo, alla posizione e all’altitudine. Una profanazione, se pensiamo alla storia. Un non senso, se si riflette sul fatto che quel nido d’aquila, costruito nel 1881 nel luogo in cui lo avrebbe desiderato niente meno che Edward Whymper, tornato in funzione (e gestito) solo dal luglio del 2016 dopo sette anni di chiusura, è l’unica struttura a disposizione degli alpinisti che rientrano dalla scalata della parete nord delle Grandes Jorasses. Un’oasi nel nulla che può rappresentare la salvezza per quanti riescono a varcarne la soglia dopo molte ore di fatica e con la spia della riserva accesa da un pezzo.

Rifugio Boccalatte, fonte: caitorino.it

Ed è difficile, anche tirando in ballo tutto il buonismo possibile, trovare una giustificazione a un’azione così incommensurabilmente stupida. Tanto più che è difficile pensare che l’autore (o gli autori) di un comportamento tanto meschino sia rintracciabile tra i soliti ignoti, vandali per noia e in carenza di bravate di grossa caratura. Per salire lassù, infatti, occorre sciropparsi un avvicinamento alpinistico e tre ore e mezza di fatica. Ecco perché ha poco senso cercare i colpevoli in qualche improbabile categoria di frequentatori estemporanei. Ed per questo che fatti del genere appaiono ancora più gravi e senza senso. La rovina di un bene comune per eccesso di stupidità non ha giustificazioni. Nel caso specifico, inoltre, un’azione del genere non comporta solo lesioni a parti di una struttura ristrutturata di recente con grande dispendio di energia e di fondi della Sezione, ma può causare disagi a frequentatori che utilizzano il rifugio per necessità, e non per farsi le vacanze a sbafo della comunità alpinistica.

Rifugio Boccalatte, fonte: caitorino.it

Sappiamo bene che stupidità e ignoranza di quanti causano danni agli altri senza realizzare nessun vantaggio per se stessi sono una piaga antica quanto l’umanità. Anzi, purtroppo sono una costante, e continuano a entrare in scena in continuazione. Qualcuno dice che gli stupidi sono le persone più pericolose che esistano. L’affermazione non fa una grinza, ed è importante non prenderla sotto gamba e ricordarsi che, in mancanza di riprovazione sociale, certi comportamenti tendono a reiterarsi e a spargere contagio.

Ad ogni buon conto, nel momento in cui scriviamo tutti i problemi sono stati risolti e Franco Perlotto, il gestore, ha riaperto il rifugio per la nuova stagione alpinistica in alta quota. Sempre con il solito ottimismo e con la convinzione che il Rifugio Boccalatte-Piolti possa continuare a fornire un contributo al mondo alpinistico che ruota intorno alla catena del Monte Bianco. D’estate, ovviamente, ma anche d’inverno, perché – e questa è una bella novità – il CAI Torino è da tempo al lavoro per rendere il rifugio fruibile anche nella stagione fredda.

VAI ALL’ULTIMA INTERVISTA DI MOUNTAINBLOG A FRANCO PERLOTTO – 65° TFF, 2017