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4 Luglio 2018

Ambiente e Territorio · Abruzzo · Appennini · Aree Montane · Italia · Parchi Nazionali

Capsule antivalanga esplosive a Prati di Tivo? Due pareri opposti

Capsule antivalanga O’Bellx. Fonte: tas.fr

Da mesi si parla molto dell’installazione di capsule antivalanga nel comprensorio sciistico di Prati di Tivo. Di cosa si tratta?

Cosa sono le capsule (o campane) antivalanga o’Bellx? Si tratta di un sistema a gas per il distacco artificiale controllato delle masse nevose instabili, capace di evitare che valanghe di grandi dimensioni possano creare situazioni di rischio per persone e infrastrutture.

Questo tipo di capsule sono già state installate ad Alba di Canazei, e in provincia di Belluno. Il sistema consente di effettuare esplosioni preventive, rapidamente e indipendentemente dalle condizioni meteo.

Le campane (500 kg/cad. ca., bombola di gas esclusa) vengono installate ad alta quota poco prima della stagione invernale con un elicottero e posizionate su supporti fissati nel terreno. Vengono riportate a valle durante la stagione estiva.

Sono energeticamente autonome, alimentate elettricamente da batteria ricaricata da regolatore e pannelli solari integrati alla struttura. In estate resterà visibile, dunque, solo la base di sostegno composto da un traliccio in acciaio zincato da 475 kg, fissato in una soletta di cemento o nel ghiaccio.

La Commisisone TAM del CAI contraria al sistema paravalanghe sul Corno Piccolo

Di seguito, alcuni stralci di quanto dichiarato dal Presidente della CCTAM CAI, Filippo Di Donato su Lo Scarpone: “un altro progetto costoso e impattante. Le risorse vanno investite in promozione, servizi e attività per un turismo lento e sostenibile”.

Con i finanziamenti dal Masterplan è stato proposto di installare un impianto di distacco artificiale della neve attraverso il versante nord del Corno Piccolo, posizionando 12 O’Bellx con piattaforme, torrette e moduli movibili. Ci troviamo oltre i 2000 m lungo il tracciato orizzontale di avvicinamento dalla Pietra della Luna al Sentiero attrezzato Ventricini. Il costo della realizzazione dell’opera si aggirerebbe sui 2 milioni di euro e poi sono da considerare le spese annuali di manutenzione e gestione (con elicottero due volte l’anno per togliere e riposizionare le parti mobili). I milioni provenienti dalla Regione Abruzzo andranno alla Gran Sasso Teramano S.p.a.: società per altro attualmente messa in liquidazione composta dalla stessa Regione Abruzzo, dalla Camera di Commercio e dalla Provincia di Teramo, dai Comuni di Pietracamela e Fano Adriano, dalle Amministrazioni Separate dei Beni di Uso Civico di Pietracamela e Intermesoli.
Giungendo a Prati di Tivo e osservando impianti, località e montagna si scopre che la Gran Sasso Teramano ha già fatto tanti, troppi danni in zona. Nonostante i consistenti investimenti già assegnati e spesi dal 2003 al 2009 (che non hanno avuto il ritorno economico aspettato), ci sono limiti e problemi notevoli per la stazione sciistica di Prati di Tivo e la sovradimensionata cabinovia della Madonnina; limiti e problemi non risolti e non risolvibili da questo ulteriore settoriale e dispendioso intervento. La Gran Sasso Teramano è in gravi difficoltà di gestione interna e di efficienza con il Presidente dimissionario, bilanci appena approvati (erano in sospeso 2014-2015-2016) e un consistente problema di liquidità che pesa su stipendi dei dipendenti, lavori ricevuti da pagare e l’apertura estiva.

Purtroppo il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga è diventato l’anello debole della catena autorizzativa avendo vagliata e approvata la realizzazione dell’impianto. È quindi molto doloroso, per chi ha voluto fortemente I Parchi, ricordare anche a questi quanto sia importante la protezione dell’Ambiente con le leggi che vanno applicate.
La nota integrale della CC TAM del CAI

 

Prati di Tivo. Fonte: wikimedia commons

“Un po’ di chiarezza sulla questione Prati di Tivo” (di Marco Iovenitti – Scuola Abruzzo Mountain Guides)

In merito alle problematiche legate allo sviluppo territoriale del comprensorio turistico dei Prati di Tivo, si è espressa anche la Scuola Abruzzo Mountain Guides, l’unica scuola di Montagna del versante aquilano del Gran Sasso d’Italia accreditata dalla UIAGM.  La scuola ha sede all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

“Abbiamo notato che si sta facendo molta disinformazione in materia di prevenzione e sicurezza; ci teniamo a fare chiarezza, viste le nostre competenze e qualifiche, e precisazioni tecniche in merito allo sviluppo del territorio.

Già negli ultimi due anni, gli enti locali hanno investito ingenti somme di denaro pubblico per la messa in sicurezza e il rifacimento di sentieri attrezzati ed escursionistici, puntando a incentivare questa forma di turismo montano.

La stagione estiva scorsa è stata la prova del fatto che, se le attività vengono fatte in modo professionale e adeguato, si può constatare un reale incremento dei fruitori.

Si vuole o no puntare su un certo tipo di sviluppo dell’area turistica montana? Oppure si vuol puntare su un altro tipo di sviluppo? Dare delle risposte chiare e univoche a queste domande sarebbe già un ottimo punto di partenza per poter lavorare.

Cerchiamo, adesso, di far chiarezza sulla questione “Prati di Tivo”.
I noti eventi del gennaio 2017 hanno messo in evidenza delle problematiche legate alla neve e alle valanghe. Altre nazioni (Svizzera, Austria, Francia) conoscono da anni queste criticità e si adoperano di conseguenza. Sul nostro territorio nazionale alcune regioni (Valle d’Aosta/Lombardia/Trentino) sono all’avanguardia, altre meno.

L’Abruzzo, territorio al 65-70% coperto da montagne, sta iniziando solo adesso a focalizzare l’attenzione su questo problema. Oggigiorno sono due le parole chiave su tale tematica, legata al territorio e all’ambiente:
– monitoraggio
– gestione

Cerchiamo di spiegare brevemente che cosa si intende.
Monitorare un sito valanghivo significa osservare e registrare dati sugli andamenti nivologici, nivometrici e meteorologici per l’intera stagione invernale, da novembre a maggio (orientativamente).

In questo modo si riesce a seguire nell’arco spazio-temporale l’evoluzione del manto nevoso in tutta la sua complessità, mettendo in evidenza, soprattutto, l’eventuale presenza di “strati deboli” (es. brine di fondo, brine di superficie, croste di ghiaccio, lastroni da vento), i principali candidati per le criticità durante la stagione invernale.

L’attività di monitoraggio è una mansione che deve essere svolta da professionisti competenti e preparati in materia (c’è tutta una serie di requisiti e titoli che bisogna avere per poter svolgere un lavoro in modo scientifico e rigoroso): bisogna raccogliere dati specifici, registrarli, analizzarli, saperli interpretare, leggere delle carte sinottiche e tematiche. In particolare, tale attività deve essere costante nel tempo (anni), periodica (settimane) e puntuale (giornaliera) quando la situazione diventa più complessa.

Per quanto concerne, invece, la gestione di un sito valanghivo, le possibilità sono molteplici. Alcune tecniche e tecnologie non sono attuabili all’interno dei Parchi Nazionali e Regionali, previ nullaosta o autorizzazione dell’ente. Ci sono, inoltre, dei limiti dettati dalla difficoltà di reperire e di stoccare il materiale.

Si arriva, così, ai moderni sistemi di distacco artificiale di valanghe:
– Gazex®/GazFlex® Prodotto affidabile con vent’anni di utilizzo; sistema a gas potente ed efficace; versatilità: tre differenti taglie degli esploditori; ancoraggi ottimizzati con il GazFlex®;
– O’Bellx® Il nuovo sistema autonomo e removibile;
– DaisyBell® Abbina la mobilità ai vantaggi dei sistemi a gas; valida alternativa all’utilizzo degli esplosivi.

I vantaggi di questi sistemi possono essere così sintetizzati:
– Rispettano l’ambiente: no cariche inesplose o inquinanti;
– Sicurezza per gli operatori grazie al controllo da remoto;
– Minori vincoli di legge rispetto all’uso dell’esplosivo tradizionale;
– Esplosione al di sopra del manto;
– Sovrapressione sul pendio + vibrazione del terreno;
– Efficacia variabile secondo la capacità, il tipo di gas e il posizionamento.

I sistemi mobili (DaisyBell®) non possono essere utilizzati in caso di maltempo o in presenza di condizioni meteo contrarie: questo perché si deve utilizzare l’elicottero per il posizionamento sul pendio/versante della “campana” e di conseguenza l’elicottero non può sempre alzarsi (ammesso che sia disponibile e pronto in piazzola).

Bisogna necessariamente osservare un altro aspetto fondamentale: l’efficienza del distacco artificiale, in caso di nevicate importanti, va effettuato all’interno di una finestra temporale di al massimo 3 ore dal termine della nevicata. Al di sopra di tale limite, si innescano dei meccanismi di metamorfismo costruttivo che porta i cristalli a legarsi creando delle strutture più o meno coese rendendo quasi del tutto inefficace l’intervento (tranne in caso di formazione di lastroni da vento, che resistono anche dopo parecchi giorni dal termine della nevicata e di condizioni meteorologiche costanti).

Altro concetto cruciale sono le forcelle di tiro: sono dei limiti (superiori e inferiori) redatti nel Piano di Distacco Artificiale di Valanghe (PIDAV) entro i quali va effettuato il tiro mediante esplosivo.

Tirare al di sotto di tale limite potrebbe non comportare alcun distacco importante (cosa, alla fine, non troppo pericolosa…); tirare al di sopra di tale limite, invece, potrebbe potenzialmente provocare delle valanghe di grande dimensione, incontrollabili sia per spessore della neve che per quantitativo (potrebbero uscire sia dal PIDAV che dalla Carta di Localizzazione Probabile delle Valanghe, CLPV).
Per questo motivo è fondamentale stare all’interno di questa forcella e molto spesso siamo ancora in presenza della nevicata quando si raggiungono tali valori.

Tirare, quindi, durante la nevicata è fondamentale! La cosa è impossibile da attuarsi mediante i sistemi mobili DaisyBell®).

I sistemi fissi (Gazex®/GazFlex®), invece, possono essere utilizzati in tutte le condizioni meteorologiche, ma devono essere posizionati in modo ottimale sul pendio/versante: un errato posizionamento comporta la totale inefficienza del sistema.

Capsule antivalanga O’Bellx. Fonte: internet

Infine esistono quei sistemi semi-mobili, gli O’Bellx® per l’appunto, che presentano molti vantaggi dei sistemi fissi ma possono essere rimossi al termine della stagione invernale. Gli O’Bellx® vengono posizionati a inizio stagione mediante l’utilizzo di elicottero: sono dotati di sistemi autocentranti e autocalibranti e di conseguenza basta un solo operatore per la messa in posa. Il sistema di aggancio/sgancio è elettronico.

Voglio spendere due parole più in dettaglio su questo “discusso” sistema di distacco artificiale e sulle sue caratteristiche:
Sicurezza: sistema a gas: nessun esplosivo; nessun personale nella zona a rischio valanghe;
Vincoli Meteo: utilizzabile sempre, dotato di unità comando da remoto;
Costi: riduzione dei costi di installazione e delle opere di ingegneria civile;
Impatto ambientale minimo:
– sistema rimovibile durante l’estate
– nessuna tubazione
– ingombro ridotto;
Accessibilità per la manutenzione:
– rimovibile per qualsiasi attività di manutenzione e riposizionabile senza la presenza di operatore sul terreno
– ricovero del sistema al chiuso durante il periodo di inutilizzo;
Compatto e autonomo;
Sistema ad agganciamento/sganciamento automatico: senza uomo a terra;
Sistema di autoallineamento: a rulli inox;
Struttura di sostegno progettata per adattarsi all’inclinazione del terreno con una inclinazione supplementare di 15° per aumentare l’area di distacco;
Sistema di ancoraggio semplice e leggero mediante la realizzazione di un plinto o ancorando direttamente il palo alla roccia;
Fondazioni anche con corpo-morto e ancoraggio su ghiacciaio;
Tecnologia basata sull’esperienza DaisyBell® e Gazex®;
Idoneo all’utilizzo in alta montagna:
– guscio protettivo
– alimentato da: batterie e pannelli fotovoltaici integrati nel guscio
– comando remoto via radio o GSM;
Certificazioni CE e ATEX;
Trasportabile da elicotteri di media capacità.

Prati di Tivo. Fonte: Turismo Provincia di Teramo

La stazione turistica (non solo sciistica) di Prati di Tivo non sarebbe l’unica stazione all’interno di un parco ad adottare eventualmente tali sistemi di gestione programmata per il rischio valanghe.

A scopo puramente informativo, in Marmolada, ad Arabba (cuore del Parco Unesco delle Dolomiti), qualche anno fa (2014) è stato istallato il più grande sistema di O’Bellx® al mondo (18 O’Bellx® funzionanti), con un bassissimo impatto e una altissima efficacia di intervento.

Va inoltre ricordato, come sancito dal DPR 120/2003 art. 6 comma 10 (Regolamento recante modifiche ed integrazioni al decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n.357, concernente attuazione della direttiva 92/43/ CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche), che alcuni progetti possono comunque essere autorizzati con riferimento a esigenze connesse alla salute dell’uomo e alla sicurezza pubblica.

Torna la domanda fatta all’inizio di questo articolo: si vuole o no puntare su un certo tipo di sviluppo dell’area turistica montana?

Siamo sicuri che la popolazione locale, fiaccata dai disastri degli ultimi anni, si aspetta delle risposte concrete. Questo è il motivo per il quale abbiamo tentato di fare un po’ di chiarezza sulla questione.

Speriamo di aver offerto un’informazione esaustiva, tecnica e competente in merito a questo “spinoso” argomento.”