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3 Gennaio 2020

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Cavalli, Dell’Agnola e Sanguineti verso l’Antartide

I tre alpinisti in partenza dall’aeroporto di Roma. Fonte: CAI

I tre alpinisti effettueranno esplorazioni, scalate e rilevamenti per documentare la contaminazione di microplastiche nei ghiacci australi. La spedizione è sostenuta dal CAI e dal CNR

Gli alpinisti  Gian Luca Cavalli (Biella), Marcello Sanguineti di (Chiavari) e Manrico Dell’Agnola (Agordo), sono partiti sabato scorso per l’Antartide.

L’obiettivo dei tre sarà quello di salire alcune pareti e vette inviolate nella Graham Land, la parte della Penisola Antartica situata a nord di 66°S. In particolare, la loro attenzione sarà rivolta alla Trinity Peninsula, all’area del Gerlache Strait e alla Wiencke Island. Il campo base sarà lo yacht australe Ice Bird, dal quale i tre sbarcheranno per effettuare le esplorazioni e le scalate; gli spostamenti sulla terraferma avverranno con gli sci e le slitte trainate da loro stessi.

Durante la spedizione verrà svolta un’attività scientifica, nell’ambito della collaborazione di Marcello Sanguineti con l’Istituto di Scienze Polari (Isp) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), per lo svolgimento del progetto ECO AS:TRA (Emerging COntaminants in Antarctic Snow: sources and TRAnsport; PNRA18_00229), approvato per il finanziamento dal Programma Nazionale di Ricerca in Antartide. I tre alpinisti effettueranno prelievi di campioni di neve a diverse quote. Poi, sulla Ice Bird, sottoporranno la neve prelevata, ormai ridotta allo stato liquido, a un processo di estrazione in fase solida (Spe), che consentirà di portare in Italia i campioni per analisi ed elaborazione dati. L’obiettivo della ricerca è quello di studiare la presenza di contaminanti di nuova generazione nelle aree polari, analizzarne i meccanismi di trasporto e, successivamente, valutare le possibili ricadute in zone antropizzate.

Dopo essere atterrati a Ushuaia, Cavalli, Sanguineti e Dall’Agnola, si sono  imbarcati per attraversare lo stretto di Drake che separa la Patagonia della penisola antartica. Li attendono cinque giorni di navigazione in uno dei mari più tempestosi, con onde alte fino a 40 metri.

Il progetto è supportato dal Club Alpino Italiano centrale, dalla sezione CAI di Biella e dal Club alpino Accademico Italiano.

Un anno e più di preparativi

Ice Bird. Fonte: CAI

Partiti da Roma  per Ushuaia (Argentina), Terra del Fuoco, il 30 dicembre si sono imbarcati sulla Ice Bird, lo yacht oceanico che li porterà in Antartide e che sarà il loro campo base. Hanno festeggiato il Capodanno navigando. Avranno mille chilometri da attraversare passando da Capo Horn, un tratto di mare dove si sono registrate onde alte anche 40 metri. Avranno poi una ventina di giorni per esplorare l’area, fare ricerca scientifica e scalare montagne inviolate alte fino a 3500 metri. Le temperature, là è l’estate australe, si attestano sui meno 25 gradi. Scesi sulla penisola antartica ognuno dei tre avrà sulle spalle 30 kg di materiale tra cambi, generi di sussistenza, materiali d’arrampicata, fotocamere e obiettivi, e il materiale scientifico messo a disposizione dal Cnr. Ognuno di loro avrà anche un pannello solare per poter ricaricare la strumentazione elettronica tra cui il gps per comunicare con l’Italia. Gli spostamenti avverranno con gli sci e con la slitta che ognuno dovrà trainarsi. Dovranno adattarsi a cibi liofilizzati, in totale ne hanno una scorta di 25 kg. La spedizione, per cui è stato necessario più di un anno di preparativi, ha un costo complessivo di  75 mila euro.

Cartina Penisola antartica. Fonte: CAI