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24 Gennaio 2021

ABBIGLIAMENTO OUTDOOR PER L’NVERNO – Come vestirsi correttamente

COME VESTIRSI CORRETTAMENTE PER AFFRONTARE USCITE INVERNALI
DI TREKKING, ALPINISMO E SCI SENZA PATIRE IL FREDDO

Tempo di lettura 13 min

Montagna, neve ed inverno.
Un connubio in grado di suscitare le più belle fantasie di ogni montanaro ed appassionato di sport invernali. L’altro lato della medaglia però, che in tantissimi ricollegano a questo ambiente ed a questa stagione, è il freddo! Ma ci può essere montagna e sport outdoor (parleremo di trekking ma anche di alpinismo e scialpinismo) senza patire il freddo?

La risposta è ovviamente SÌ, basta solo essere vestiti nel modo corretto, ed in questo articolo andiamo a scoprire come!

EVITIAMO TUTTO CIÒ CHE NON È TECNICO
Come vi ho raccontato in uno degli ultimi articoli “L’importanza dell’abbigliamento tecnico” i capi e l’abbigliamento da outdoor delle aziende tecniche sono un vero e proprio concentrato di tecnologia e di materiali studiati appositamente per migliorare il nostro comfort e le nostre performance durante l’attività.

Ricordiamoci quindi di evitare tutti quei tessuti come il cotone, la flanella o la lana “della nonna” e tutti quei capi come i vecchi pile, le felpe, le sciarpe, i maglioni di lana pesante e le camicione da boscaiolo.

LESS IS MORE
Sapete bene quanto io sia un sostenitore della filosofia “meglio avere meno elementi di una qualità migliore piuttosto che molti capi di una mediocre qualità” che in linea di massima si potrebbe riassumere nel detto inglese “less is more”.

Questa filosofia poi si può applicare alla perfezione anche sul numero di strati da dover indossare. Avere addosso dieci strati diversi non significa necessariamente essere caldi e protetti, anzi! Molto spesso, proprio perchè abbiamo indosso tanti strati diversi, con diverse caratteristiche, aumentiamo la possibilità che i vari layer non “vadano d’accordo” tra loro causando quindi la sensazione di freddo.

Al contrario se ci doteremo di un vestiario tecnico e di strati compatibili ed efficienti allora questi comunicheranno correttamente tra loro e lavoreranno al meglio, facendo sì che il nostro corpo sia protetto dagli elementi esterni e che al tempo stesso rimanga asciutto e con la giusta quantità di calore.

Inoltre un fraintendimento molto diffuso tra chi non ha grande pratica degli sport di montagna è che per avere caldo ci si debba imbottire di vestiti, quando in realtà non è assolutamente così! Non avete idea di quante signore siano venute da me, negli anni in cui ho lavorato i negozio, dicendomi di essere le più freddolose donne al mondo. E non avete idea di quante (per fortuna) sono riuscito a “convertire” all’idea che per stare calde e protette non avevano bisogno di mettersi addosso mezzo armadio.

GLI STRATI
Come vi ho già raccontato in precedenti occasioni gli strati sono il segreto!
Prima di parlarvi dei diversi materiali e dei diversi capi è davvero molto importante comprendere quale sia la corretta organizzazione degli strati e come farli funzionare al meglio.
E se la domanda che tutti si pongono è: Ma gli strati funzionano davvero?
La risposta è quasi scontata: Non solo funzionano ma, se usati correttamente, sono il segreto per fare molta meno fatica e rendere piacevole qualunque escursione!

Nell’abbigliamento tecnico gli strati sono così organizzati:

  • FIRST LAYER (primo strato) – ciò che indossiamo a diretto contatto con la pelle

  • SECOND LAYER (secondo strato) – ciò che ci garantisce il calore primario

  • INSULATION (imbottito) – ciò che ci isola dal freddo

  • SHELL (guscio) – ciò che ci protegge dal vento e dalla pioggia / neve

Nei capi tecnici i tessuti lavorano in modo sinergico con il nostro corpo, quasi in una sorta di simbiosi, per cui quando noi cominciamo a muoverci e quindi a fare fatica (cioè quando sudiamo) questi si “attivano” portando le particelle del nostro vapore acqueo verso l’esterno in modo da non farci mai avere una superficie bagnata a contatto con il corpo. Al tempo stesso essi ci garantiscono un buon livello di traspirabilità, cioè di scambio d’aria con l’esterno, in modo che la nostra temperatura corporea non subisca importanti variazioni permettendo quindi al nostro corpo di termoregolarsi correttamente.  Un ulteriore vantaggio poi è quello di asciugarsi in tempi molto ridotti, dandoci la possibilità di essere sempre molto efficienti e pronti all’azione.

Tutto questo vale per tutti gli strati dal first layer fino all’insulation, lo shell (ma anche alcuni piumini) invece, dovendoci isolare completamente da vento e freddo, andranno a bloccare completamente alcune caratteristiche come la traspirabilità o la veloce asciugatura.

Ricapitolando i materiali tecnici ci sono d’aiuto in quanto:

  • Sono traspiranti

  • Aiutano molto la termoregolazione corporea

  • Ci aiutano a limitare la sudorazione, portando il vapore acqueo verso l’esterno

  • Si asciugano in tempi molto rapidi

PARTIAMO “SVESTITI”
Una grandissima lezione che ho imparato in anni di uscite ed esperienze in ambiente invernale, sia con le ciaspole che con gli sci ma anche facendo alpinismo in parete, è che per evitare grossi scompensi termici sarebbe meglio partire “svestiti”. Quanti di noi infatti commettono l’errore di partire super carichi di piumini, giacche e giacconi per doversi fermare a togliere mille strati dopo soli 10 minuti di cammino?

Ovviamente questo procedimento andrà inevitabilmente a farci sentire un po’ di freddo ma vi assicuro che la resa ed il comfort del nostro corpo ne guadagneranno in modo immenso. Avere caldo infatti (e quindi sentire l’esigenza di togliersi degli strati) significa che il nostro corpo ha già potenzialmente raggiunto un punto critico di limite e sta “andando sotto sforzo”, con un conseguente trauma di dover poi regolare nuovamente la sua temperatura. In parole povere:

  • partiamo vestiti -> temperatura giusta

  • camminiamo -> temperatura del corpo in aumento

  • sentiamo caldo -> temperatura eccessivamente alta

  • togliamo uno strato -> calo di temperatura e conseguente riadattamento

Tutti questi passaggi, per quanto noi non ce ne accorgiamo, non solo ci fanno “perdere” calore (capisco che sentendo caldo questo sia un concetto contro intuitivo ma vi assicuro che è così) ma ci fanno anche consumare un sacco di energie in più. Se invece partiremo patendo un filo di freddo per i primi 5 minuti di camminata staremo poi a nostro agio per tutto il resto del tempo, andando così a goderci molto di più la nostra uscita.

Inoltre non c’è nulla di più controproducente che arrivare a sudare mentre ci muoviamo in inverno. Se già d’estate questa cosa è affaticante, ma giustificata dal clima caldo, in inverno diventa un “problema” ancor più complesso poichè nel momento in cui ci si fermerà il nostro sudore andrà a raffeddarsi, se non addirittura a congelarsi, mettendo quindi il nostro corpo sotto un ulteriore stress visto che fisiologicamente andrà a disperdere calore per contrastare il freddo della maglietta bagnata/congelata. Ecco quindi perché vestirsi correttamente e non troppo è molto importante anche in inverno!

PS: la risposta, anche se non mi credete, è: “Sì, si può sudare anche a -20° C”.

I FONDAMENTALI
Quando pratichiamo sport in inverno, ci sono poi tutta una serie di accessori che sono assolutamente obbligatori da avere per proteggerci dal freddo, quali:

PER LA TESTA
Il berretto o una fascia, in base alle nostre preferenze. La testa infatti è la parte del nostro corpo in grado di disperdere la maggior parte del calore e quindi proteggerla dal freddo rappresenta una mossa vincente per preservare molto del nostro calore e delle nostre energie. Il mio consiglio in questo caso è quello di utilizzarli solo ed esclusivamente da fermi e di averne uno più leggero (il top sono le fasce fatte con gli scaldacollo buff) che sia in grado di permettere una buona traspirabilità poichè in caso contrario finiremmo sicuramente con il sudare ed il rischiare (nel migliore dei casi) di prenderci un fastidiosissimo torcicollo.

PER MANI E PIEDI
Le estremità (mani e piedi) solo l’altra parte delicata e che soffre maggiormente i morsi del freddo. Proteggerle correttamente quindi diventa una parte importante del viverci bene la nostra esperienza. Per quanto riguarda le mani il mio consiglio è sempre quello di avere sempre 2 paia di guanti. Questo per due principali motivi: primo avremo la possibilità di poterci cambiare guanti nel caso in cui questi si dovessero bagnare (vuoi per una nevicata, vuoi perchè se pratichiamo alpinismo o se facciamo a palle di neve ci ritroveremo inevitabilmente con le mani immerse nella neve); secondo perchè secondo me è utile avere due guanti di diversa pesantezza visto che quando ci muoviamo produciamo molto più calore di quando stiamo fermi. Per quello che riguarda i piedi invece il consiglio è solo uno, ed anche molto semplice: dotatevi di un paio di calze tecniche e specifiche per l’inverno, è una cosa che vi cambierà la vita, ve lo assicuro! Io da qualche tempo ho iniziato a collaborare con Calze GM e vi posso dire che trovo i loro prodotti semplicemente fenomenali. È ovvio, una calza tecnica in lana merino, seta e cashmere può arrivare a costare anche 40 euro e mi rendo conto che non sia una spesa giustificata per tutti, ma vi posso assicurare che se soffrite di piedi freddi o se praticate spesso sport invernali avere ai piedi una calza performante è in grado di salvarvi dal patire infinite sofferenze!

PER IL BUSTO
Un piccolo jolly che io mi porto ormai ovunque è un gilet anti vento super leggero. Ci sono infatti un sacco di occasioni in cui avere addosso il pile tecnico sarebbe eccessivo ma solo la termica è troppo poco. In queste occasioni un vest mi ha sempre salvato, tenendomi protetto ma dandomi anche una traspirabilità fantastica, motivo per cui lo ho sempre nello zaino!

Aggiunte immancabili poi sono “I magnifici 7”, quindi quegli elementi indispensabili e senza alcun dubbio lo zaino, ma di quale sia quello con la capienza giusta e di come regolarlo correttamente abbiamo già parlato.

SONO MEGLIO I CAPI IMPERMEABILI O QUELLI IDROREPELLENTI?

Che si tratti di ciaspole, scialpinismo o alpinismo la risposta a questa domanda è come sempre: DIPENDE!

Se ci muoviamo in ambienti dove si potrebbe sprofondare nella neve fresca fino al ginocchio o in cui dobbiamo affrontare colate di acqua e pareti di ghiaccio o in cui dobbiamo stare per ore sotto nevicate allora la scelta deve ASSOLUTAMENTE orientarsi su un pantalone impermeabile da sci o da alpinismo!

Se contrariamente sappiamo che l’uscita che andremo a fare non prevede di entrare particolarmente in contatto con la neve fresca, a prescindere dallo sport che praticheremo, allora potremo dotarci di semplici pantaloni da escursionismo invernali che hanno quasi sempre un trattamento DWR di idrorepellenza.

Questo tipo di valutazione però vale secondo me solo per quanto riguarda i pantaloni. Sulla giacca esterna io non avrei dubbi e porterei sempre e comunque un guscio impermeabile. Una giacca in softshell infatti può rappresentare una valida alternativa solo se abbiamo il 100% di garanzie che il tempo non cambierà e solo se facciamo uscite brevi e non difficili.

DOPPIA MAGLIA TERMICA, UNA SCELTA SENSATA?

Me lo avete chiesto in molti e secondo me sì, può essere una scelta assolutamente sensata. C’è un però, come sempre, ovvero le due magliette termiche non devono essere uguali. Mi spiego meglio: si tratta di una soluzione che io stesso uso in moltissime occasioni e prevede il mettere una maglietta termica “liscia” (in lana merino o in sintetico di quelle in polipropilene o materiali simili) a contatto con la pelle ed al di sopra di essa andare a mettere una maglietta termica “a quadretti”, quindi quelle realizzate con gli stessi materiali dei pile più tecnici (un esempio perfetto è il Capilene thermal di Patagonia che è una delle migliori termiche che io abbia mai provato). Di base quindi il concetto potrebbe essere riassunto come una combinazione di maglia termica + mini micro pile ed è secondo me un ottimo punto di partenza per non soffrire durante le escursioni e le uscite più impegnative e fredde.

PILE TECNICI ED IMBOTTITI
Se per quello che riguarda gli imbottiti abbiamo già sviscerato l’argomento (trovate l’articolo qui) non lo abbiamo invece fatto per i pile.

La domanda che sorge spontanea quindi è: “Ma perché, esistono pile diversi tra loro? Un pile non è uguale all’altro?” Assolutamente no, microcefalo di un campeggiatore della domenica.

Esistono diverse tipologie di pile ma solo una secondo me può essere considerata realmente performante per l’utilizzo in outdoor: i pile in Polartec. E sì, forse sono un po’ un “outdoor nazi” ma per quello che è la mia esperienza il Polartec sta alla qualità di un pile così come il Gore Tex sta alla qualità di un guscio, non si batte! Con questo ovviamente non voglio dire che i pile non in Polartec non siano performanti, ma rimane il fatto che le migliori aziende e i migliori pile che io abbia provato erano realizzati in questo materiale.

Le diverse pesantezze sono:

  • Pile Leggero (Tipo R1)

  • Pile Intermedio (Tipo R2)

  • Pile Pesante (Tipo R3)

Questa differenza era molto chiara ed evidente nei vecchi modelli di Patagonia, che aveva suddiviso la sua linea di pile (chiamati Regulator) in queste tre categorie.

La prima pesantezza, il pile leggero, è caratterizzata da una superficie esterna liscia e da un interno “quadrettato” in Polartec rasato (= liscio). Si tratta di una pesantezza ideale per il periodo autunnale o per gli sport ad alta intensità aerobica.

Le seconda pesantezza, il pile intermedio, appare già con un aspetto definito ad “orsetto”. Il tessuto si presenta un po’ più consistente di quello del pile leggero e peloso sul’esterno. Come per gli imbottiti anche i pile ci tengono caldo grazie allo strato d’aria intrappolato tra il nostro corpo e l’esterno e quindi questo tipo di struttura e costruzione serve proprio a svolgere bene la funzione di intrappolare aria. Questa pesantezza è ideale per i climi invernali e per le attività che richiedono comunque un buon livello di traspirabilità (come sci alpinismo, alpinismo ed escursioni invernali).

La terza pesantezza, il pile pesante, è caratterizzato da un tessuto molto corposo e da una struttura pelosa ancora più folta e consistente. Trovano il loro habitat ideale nel freddo più intenso ed in quelle discipline in cui si alterna il movimento allo stare fermi (come la scalata su ghiaccio e roccia ed il trekking e lo sci in climi freddissimi).

REGOLARSI IN BASE ALL’AMBIENTE ED ALLO SPORT

Il primo passo che dovremo compiere per capire quale sia l’abbigliamento corretto da indossare durante il periodo invernale è cercare di definire in quale ambiente andremo a muoverci ed a ritrovarci. Staremo prevalentemente a bassa quota senza entrare in contatto con la neve o faremo un’uscita in quota trovandoci ad affrontare ambienti con molta neve e con la possibilità che il tempo cambi?

In base alla risposta ci orienteremo su un certo tipo di abbigliamento, ricordandoci che analizzando a priori il meteo, l’ambiente ed il tipo di uscita, potremo ridurre notevolmente il rischio di trovarci in situazioni di rischio, andando ad abbassare incredibilmente la possibilità che qualcosa vada storto e ci colga impreparati.

Basandomi su queste premesso ho quindi composto per voi due kit d’abbigliamento che potrete poi “customizzare” in base alle vostre esigenze. Un’importante nota da fare è che questi sono consigli generale e che ovviamente non tutti reagiamo al freddo nello stesso modo e sarà quindi importante conoscersi “bene” per sapere quanto in più coprirsi e vestirsi (sempre senza esagerare, mi raccomando!).

KIT 1: l’uscita A TEMPERATURE NON BASSE (TRA i 10 e gli 0 gradi)

PRIMO STRATO: MAGLIA TERMICA
Non sottovalutiamo il freddo che spesso può esserci anche alle quote più basse! Il primo strato a pelle è in inverno il nostro compagno compagno più importante e la nostra primaria fonte di conservazione del calore, quindi non abbiate dubbi: maglia termica forever! La calzamaglia invece non è fondamentale per muoversi a queste temperature. La scelta del materiale poi, se lana merino o sintetico, è assolutamente personale e dipende da come ci troviamo meglio, io ad esempio mi trovo da dio con il sintetico.

SECONDO STRATO: PILE TECNICO
Come detto sopra il secondo strato in pile può essere di diverse pesantezze, da scegliere in base alla temperatura che andremo ad incontrare ma anche in base a quanto freddo solitamente sentiamo (ricordandoci di non esagerare!). Per un’uscita a temperature non basse andrà benissimo un pile di pesantezza leggera o intermedia.

STRATO IMBOTTITO: GIACCIA IN PIUMA O SINTETICO
Lo strato imbottito sarebbe secondo me da indossare solo quando ci si ferma e si rimane fermi per più di qualche minuto in modo da preservare il nostro calore corporeo. Per temperature non basse il mio consiglio è quello di affidarci ad un classico 100 grammi da mezza stagione. (lista di esempi) Io uso da ormai qualche anno il Nano Air Light di Patagonia e non tornerei mai più indietro poichè si tratta di un imbottito in sintetico che offre performance assurde sia in movimento che in situazioni stazionarie.

PANTALONI:
I pantaloni da escursionismo invernali devono essere realizzati in tessuti anti vento e spesso possiedono una micro fodera interna (spesso in fleece o micro pile) che aiuta a contrastare il freddo mantenendo il nostro calore all’interno. Per l’escursionismo e la camminata solitamente consiglio pantaloni idrorepellenti e possibilmente abbastanza attillati.

SCARPE E CALZINI:
Di scarpe da “inverno” vi ho parlato nel video delle ciaspole ma per camminare in luoghi dove non troviamo neve possiamo affidarci a scarpe da trail o a scarpe da avvicinamento in GoreTex, una valida alternativa sono gli scarponi alti (sempre in GoreTex). Sulle calze invece vi consiglio di dotarvi di calze tecniche in lana merino o in sintetico ma comunque di aziende specializzate. Un ottimo esempio sono le calze “Trail” di Calze GM con cui io mi trovo benone.

ACCESSORI:
Guscio, guanti anti vento, scaldacollo, berretto e magnifici 7.

KIT 2: L’USCITA A BASSE TEMPERATURE (tra gli 0 ed i -15 gradi)

PRIMO STRATO:
In questo caso il completo termico è d’obbligo. Quindi oltre alla maglia andremo ad aggiungere la calzamaglia in modo da avere un ulteriore strato a scaldarci anche la parte delle gambe.

SECONDO STRATO:
Per un’uscita a temperature più basse dovremo ovviamente dotarci di un pile un po’ più consistente e che preservi una maggior quantità di calore, quindi ci dovremo indirizzare verso un pile di pesantezza intermedia o pesante.

STRATO IMBOTTITO:
Anche in questo caso sconsiglio di camminare con un imbottito addosso, credo che sia molto più valido ed efficiente avere un bel pile tecnico consistente a cui eventualmente abbinare il gilet antivento piuttosto che mettere addosso un imbottito. Se però siete iper freddolosi allora vi consiglio di dotarvi di un buon imbottito in sintetico che possa essere anche molto traspirante (come il Nano Air). Per quando ci si ferma invece un imbottito da mezza stagione abbinato al guscio può funzionare benissimo o in alternativa possiamo dotarci di un imbottito di consistenza invernale.

PANTALONI:
I pantaloni sono gli stessi del kit precedente perchè normali pantaloni da escursionismo invernali andranno benissimo per l’uso anche a basse temperature visto che abbiamo già aggiunto la calzamaglia.

SCARPE E CALZINI:
Muoversi a temperature sotto lo zero significa che, molto probabilmente, ci stiamo muovendo su neve o in zone con una gran presenza di elementi freddi. In questo caso io consiglierei decisamente una scarpa alta, sicuramente impermeabili in GoreTex, possibilmente con uno strato interno dedicato all’inverno.
Sarà poi da abbinare alle calzature alte anche un bel calzino caldo e consistente, in questo caso consiglio la lana merino o i misti lana/cachemire con cui mi sto trovando veramente bene. Di GM in questo caso ci possiamo orientare su una calza come la ALP Comfort o la ALP Thermo che sono calze da alpinismo ma che per queste temperature sono più che ideali.

ACCESSORI:
Guscio, guanti invernali, sotto guanti, berretto e fascia, scaldacollo, ghette in caso di neve e magnifici 7.

KIT 3: IL COMPLETO DA ALPINISMO E SCI ALPINISMO

PRIMO STRATO:
Vale lo stesso dei kit precedenti, completo termico total body a meno che non siate iper calorosi o che non sciate a fine stagione, in quel caso i pantaloni da sci basteranno.

SECONDO STRATO:
Lo scialpinismo, così come lo sci da pista e l’alpinismo sono delle discipline molto più dinamiche ed “in movimento” di quanto non si pensi. In questo caso quindi la scelta del secondo strato diventa molto importante poiché sceglierlo correttamente significherà non sudare e non aver bisogno di altri strati durante l’attività. Come detto prima il consiglio è quello di non esagerare andando quindi a scegliere pile di pesantezza leggera o intermedia in base alle temperature.

STRATO IMBOTTITO:
Da indossare assolutamente solo quando fermi o in caso di freddo intenso. Anche qui mi sento di consigliare vivamente il nano air o prodotti similari in quanto il suo strato esterno e la sua imbottitura sono sviluppate appositamente per l’attività in movimento e quindi ideali per queste discipline.

PANTALONI:
Anche per i pantaloni il mio consiglio è quello di prendere delle braghe da alpinismo o freeride in GoreTex tristrato capaci di darci fiducia e robustezza. Io personalmente sono un grandissimo fan dei pantaloni con bretelle e corpetto copri petto alto, è una piccola aggiunta che però mi ha sempre dato maggior protezione.

IL GUSCIO:
Il guscio nell’alpinismo e nello sci gioca un ruolo principe in quanto è la nostra primaria protezione da vento e dalla neve sia che cada dal cielo sia che si tratti di polvere riportata dal vento o da una discesa in un canalone. Sfregamento contro rocce, alberi, appoggiarsi gli sci o le piccozze sulle spalle, insomma dovremo ovviamente dotarci di un guscio consistente e resistente. Il mio consiglio è quello di comprare assolutamente un capo che sia in GoreTex, ancora meglio se in GoreTex Pro, che sia un tre strati e che sia abbinato a tessuti esterni resistenti.

SCARPE E CALZINI:
Qui la scelta va ad ognuno di noi anche in base ovviamente alla disciplina. Io non faccio testo in quanto scio con un paio di scarponi da discesa anche per lo scialpinismo. Nell’alpinismo invece dovremo ovviamente dotarci di scarponi specifici che siano isolati internamente e che abbiano suole e caratteristiche idonee alla disciplina. Io mi trovo da dio con i G5 di La Sportiva, di cui vi parlerò meglio prossimamente e che sono secondo me tra i migliori scarponi in commercio per questa disciplina. A livello di calze invece possiamo affidarci a calzettoni da scialpinismo come gli Ski Alp Light Touring o gli Ski Alp Comfort, che ho testato fino all’altro giorno o a calze da alpinismo come gli Alp Thermo o gli Alp Extreme.

ACCESSORI:
Doppi guanti, sotto guanti, berretto e fascia, scaldacollo e magnifici 7.