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18 Ottobre 2018

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Cosa è successo veramente ai 9 alpinisti morti sul monte Gurja? L’opinione degli esperti

Una valanga distrugge il Campo Base del Mt. Gurja, vicino all’Annapurna. Foto: Ilan Adler. Fonte: explorersweb

La spiegazione iniziale di una valanga o di una frana ha lasciato il posto ad un’altra teoria. La peggiore tragedia nepalese dal 2015 sarebbe stata causa da un’onda d’urto violenta generata dopo la caduta di un seracco

Venerdì 12 ottobre, nove persone hanno perso la vita al campo base del Monte Gurja (7.193 m),  nel massiccio del Dhaulagiri. Le vittime erano cinque alpinisti coreani e quattro nepalesi, tutti membri della stessa spedizione, guidati da Kim Chang-ho, alpinista esperto con al suo attivo tutti i quattordici ottomila del pianeta, raggiunti senza ossigeno supplementare.

Secondo le prime informazioni divulgate dalla stampa nepalese (The Himalayan Times e Kathmandu Post),  la tragedia era stata provocata da una violenta tempesta, una valanga o una frana, notizie successivamente riprese anche dalla stampa specializzata. Ora alcuni esperti forniscono una spiegazione diversa: sembra che la morte dei 9 alpinisti sia stata causata da un’onda d’urto generata dalla caduta di un enorme seracco che ha spazzato via l’accampamento.

 

L’elicottero del soccorso che sorvolò il campo base e localizzò i corpi delle vittime era della compagnia statunitense Global Rescue. Secondo il rapporto di quel volo, i resti delle nove persone erano disperse in un raggio di 400-500 metri, e anche parte dell’attrezzatura del campo base. “Come se fosse caduta una bomba”, dichiarò l’amministratore delegato della società.

In un ampio articolo, The Outdoor Journal ha raccolto le opinioni di testimoni diretti ed esperti in soccorso, nivologia e valanghe per delineare la spiegazione più plausibile.