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1 Marzo 2018

Alpinismo e Spedizioni · Climbing · Vertical · Europa

David Lama racconta la prima salita di “Sagzahn-Verschneidung” in Austria

David Lama sulla “Sagzahn Verschneidung”. Foto: Jakob Schweighofer

Dopo cinque anni e tre tentativi vani, David Lama completa la prima salita della “Sagzahn-Verschneidung” (M6 / A2) nel Walsertal, in Austria, realizzata lo scorso gennaio con Peter Mühlburger

Sono stati necessari cinque anni e tre tentativi falliti all’alpinista austriaco David Lama per effettuare la prima salita di “Sagzahn-Verschneidung” (M6 / A2), sulla Sagwand, nel Walsertal tirolese. Lo scorso gennaio le condizioni erano ideali e, accompagnato dal tirolese Peter Mühlburger, è riuscito a raggiungere l’obiettivo che si prefissava da tempo.

“Sono stato a lungo sulla “Sagzahn-Verschneidung”, mi ci sono voluti diversi tentativi e ogni volta che ho tentato di salirla, ho sottovalutato la sua scalata. Ora posso guardare la via con un profondo senso di soddisfazione”, ha scritto l’austriaco sul suo sito web.

La “Sagzahn-Verschneidung” ha sei lunghezze con delicati tratti di misto in cui si alternano arrampicate libere e artificiali.

In questi giorni, David Lama ha raccontato l’impresa sul suo sito. Eccone alcuni stralci:

Al mio primo tentativo sono andato con un amico di scuola e ho subito capito che avevo sottovalutato le difficoltà guardando la via a distanza. Abbiamo potuto salire solo tre lunghezze, circa un terzo della parete verticale. Due anni dopo, sono tornato con Uli, un amico del Tirolo Orientale. I primi 200 metri erano interamente misti. Io e Uli abbiamo risolto tutto e abbiamo concluso quando, purtroppo, era notte. Per motivi di sicurezza abbiamo deciso di lasciare.

David Lama e Peter Muehlburger alla partenza. Foto: Stefano Voitl

Due settimane più tardi siamo tornati alla base, questa volta di sera; abbiamo dormito ai piedi della parete per essere lì abbastanza presto e fare la discesa con la luce del giorno. Tuttavia, la fortuna non è stata dalla nostra parte: un pezzo di ghiaccio è caduto in testa a Uli. Abbiamo dovuto ritirarci ancora una volta.

Ogni inverno pensavo di scalare la via, ma le condizioni non erano mai buone. Quest’anno, è andata bene e, il primo di gennaio sono partito con Peter Mühlburger (Uli non ci è voluto tornare). Per sicurezza, abbiamo raggiunto la base, la notte prima, con gli sci ed enormi zaini. Abbiamo dormito in tenda e il mattino seguente siamo partiti presto e dopo un’ora e mezza ci eravamo lasciati alle spalle il campo di neve e avevamo raggiunto la parete.

La roccia non era molto buona e questo, insieme alle condizioni invernali e al ghiaccio, rendeva difficile la protezione. E’ stata  una salita difficile…  Quello che amo: arrampicata difficile, dove è necessario utilizzare tutte le proprie risorse per fare ogni passo. Appena sopra il tetto, si è rotta una presa. Dopo un momento di terrore, quasi incapace di gestire la situazione, ho respirato profondamente e mi sono ripreso

Dopo sei tiri con numerose sezioni impegnative e tecniche, abbiamo superato la parte più ripida del muro. Abbiamo raggiunto la vetta, alle 17:00. Poi la discesa in corda doppia e la sciata fino alla macchina. Siamo arrivati ​​ad Innsbruck verso le 23:00. Peter e io lo abbiamo valutato la via di difficoltà  M6 / A2, molto laboriosa. In ogni caso, la “Sagzahn-Verschneidung” è una delle linee più difficili che io abbia mai scalato sulla Sagwand.

Sono molto contento che qualcuno la ripeta, ma so che non accadrà molto presto: è  raro che qualcuno ripeta qualcosa di diverso dalle classiche, nel Walsertal.

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