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5 Agosto 2019

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Denis Urubko battezza “Honey Moon”, la nuova via sul Gasherbrum II

Denis Urubko. Fonte: facebook

Ancora pochi dettagli sulla nuova via di Urubko. Per ora, rapido rientro a Skardu. Dall’Italia, la proposta di un riconoscimento all’alpinista da parte delle istituzioni

“Sono contento della nuova splendida linea che ho chiamato Honey Moon”, ha riferito Denis Urubko ad Anna Piunova di Mountain.ru –   Sono stanco dopo 24 ore di  rischi continui ed emozioni; mi riprenderò con  Pipi [la sua compagna, Maria Cardell].

Stiamo ancora in attesa di saperne di più della nuova via aperta in solitaria da Urubko sul Gasherbrum II. Finora si sa solo che, a causa delle condizioni di salute di Maria “Pipi” Cardell (compagna di vita e di scalate di Urubko) la spedizione sta rientrando rapidamente.

Pipi si è infortunata durante l’avvicinamento ai piedi del Gasherbrum. La scalatrice, che ha stretto i denti, inizialmente accompagnava Denis durante l’acclimatazione sulla via normale, ma i forti dolori l’hanno costretta a tornare indietro dal Campo 2.

Secondo quanto riportato su Wspinanie,  la compagnia di assicurazione  avrebbe richiesto il pagamento anticipato per il trasporto di Maria Cardell con l’elicottero ma, non disponendo di fondi sufficienti ($ 17.000), Pipi non ha avuto altra scelta che scendere ad Askole (l’ultimo centro abitato prima del ghiacciaio Baltoro) da sola. Tuttavia, ha deciso di attendere alla base della montagna,  il tentativo del partner.

Dopo il successo e il ritorno di Denis al CB, gli scalatori hanno iniziato il trekking di ritorno senza dare  troppe informazioni sulla salita stessa e sulla via appena aperta dal russo.

Maggiori informazioni si attendono al loro arrivo a Skardu.

 

Denis Urubko e Maria Cardell. Fonte: Twitter Dario Rodriguez/Desnivel

L’impresa

Quest’anno Urubko è andato in Pakistan con un obiettivo: aprire una nuova via sul Gasherbrum II. Inizialmente, sperava di affrontare la scalata con la partner María Cardell, ma non è stato possibile; l’alpinista spagnola si è infortunata durante il trekking sul ghiacciaio del Baltoro. Cardell a cercato di acclimatarsi sulla via normale, ma non è riuscita ad andare oltre il Campo 2. Nonostante il dolore alla schiesa, è rimasta al Campo Base mentre Urubko si preparava per la sua nuova linea, acclimatandosi sulla montagna e raggiungendo l’apice attraverso la via normale il 18 luglio.

L’alpinista russo, con passaporto polacco, sperava di riposare prima del suo attacco alla vetta, ma gli eventi  non lo hanno permesso. Ha, infatti, condotto in tre giorni,  tre diversi salvataggi (Francesco Cassardo, Saulius Damulevicius e un alpinista pakistano), aiutato principalmente dal canadese Don Bowie e dal catalano Sergi Mingote, negli ultimi due.

Alcuni hanno elogiato il suo altruismo, mentre altri si sono chiesti perché si è sfinito così tanto mettendo a rischio il suo tentativo. Un commento su Twitter di RussianClimb ha spiegato in modo convincente la questione: “È stato educato e addestrato nella vecchia scuola sovietica di alpinismo – aiuta perché questo è ciò che devi fare”.

Nel frattempo, tutti –  tranne Bowie, la sua compagna di arrampicata Lotta Hintsa e Matthew James di Climbing for Casualties – avevano abbandonato il Gasherbrum. Non era ancora trascorso un giorno dal salvataggio di  un portatore gravemente ammalato, che Urubko accompagnava il trio a Campo 1 sul ghiacciaio, ai piedi del Gasherbrum II (8.035 m). Quello stesso giorno, Denis  ha compiuto 46 anni.

Le condizioni erano tutt’altro che ideali sulla montagna. Enormi valanghe e altri pericoli sul ghiacciaio hanno indotto Bowie, Hintsa e James ad annullare la loro spinta in vetta attraverso la via normale.

Urubko, dopo aver verificato le condizioni sul percorso da lui immaginato,  ha deciso di procedere con il tentativo. E’ partito la sera del 31 luglio, deciso a non fermarsi fino in vetta per poi  ritornare a Campo 1, dove lo attendevano Bowie.

E’ seguito un silenzio snervante di 42 ore . Urubko, non aveva con sè alcun dispositivo di localizzazione, radio  o telefono satellitare, e, naturalmente, niente ossigeno supplementare.  Per muoversi più velocemente, aveva il minimo indispensabile. La sua via era lontano dal Campo 1. Gli alpinisti sono stati in grado di individuare Urubko solo il 1° agosto a mezzogiorno, sopra i 7.000 metri di quota.

Poi è scesa la notte e nessuna notizia dal Gasherbrum II.  Le condizioni della montagna erano pericolose: temperature straordinariamente miti durante la notte impedivano alla neve di congelarsi e quindi di compattarsi. La preoccupazione è cresciuta nella comunità alpinistia, anche se nessuno  lo ha manifestato ad alta voce. Urubko non è uno scalatore qualunque…  È Denis, quello che salva gli altri, non quello che ha bisogno di aiuto.

Poi la bella notizia, divulgata da James: “Denis Urubko è tornato a Campo 1, ha raggiunto la vetta! “

Denis Urubko. Fonte: Anna Piunova/facebook

Intanto, in Italia, proposta la “Medaglia d’Oro al valor civile” per Denis Urubko

Il russo Denis Urubko, naturalizzato polacco, da anni vive in provincia di Bergamo, a Nembro.

Secondo quanto riportato su L’Eco di Bergamo, il deputato leghista Daniele Belotti ha proposto per lui un importante riconoscimento da parte delle istituzioni italiane sia a livello nazionale che locale: «Dopo la straordinaria impresa – dichiara Belotti – che lo ha visto aprire in solitaria una nuova difficilissima via sul Gasherbrum II, ma soprattutto dopo il salvataggio di ben tre alpinisti nei giorni antecedenti la scalata, ritengo che Denis abbia pienamente i titoli per essere insignito della medaglia d’oro al valor civile. Il riconoscimento non è solo per meriti sportivi, visto che è il nono alpinista ad aver scalato tutti i 14 Ottomila senza ossigeno, con due prime invernali (con il bergamasco Simone Moro) sul Makalu e il Gasherbrum II, ma in particolare per i suoi gesti di profondo altruismo».

Conclude Bellotti: «Spero che il presidente della Repubblica e a livello locale il presidente della Provincia di Bergamo e il sindaco di Nembro possano accogliere e sostenere questa richiesta per rendere onore a un grande alpinista e ancor più un grande uomo».