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10 Maggio 2021

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Dhaulagiri: Carla Pérez e Topo Mena si arrendono oltre C3. Il racconto del tentativo

Dhaulagiri, primavera 2021: Carla Perez e Esteban Topo Mena. Fonte: audio video Desnivel

Perez ha effettuato un tentativo al vertice con il compagno di scalata Esteban «Topo» Mena. Dopo la partenza da Campo 3, Perez ha dovuto ritirarsi per il freddo. “Topo” Mena ha proseguito da solo ma  a 7.700 metri ha rinunciato anche lui

Dal Campo 1 del Dhaulagiri, Carla Pérez ha inviato alla testata spagnola Desnivel un audio-racconto del suo tentativo al Dhaulagiri, effettuato con  Esteban «Topo» Mena.

I due ecuadoriani hanno raggiunto Campo 3, facendo traccia e senza usare corde fisse (non ancora installate). Dopo aver trascorso lì la notte, all’alba sono partiti per la cima.

Perez ha deciso di ritirarsi a causa del freddo mentre Topo Mena ha proseguito da solo fino a circa 7.700 metri, dove ha deciso di ritirarsi anche lui per la pericolosità della sezione.

Carla inizia così il racconto del tentativo, che completa nell’audio qui allegato:

“Fortunatamente, il nostro campo base è lontano dal normale campo base, pertanto siamo isolati rispetto alle persone che sono risultate positive al Covid. Vista  la finestra di bel tempo, abbiamo deciso di fare un tentativo.

Il motivo iniziale di questa spedizione è stato quello di avventurarsi nell’ignoto, per verificare fino a che punto si poteva arrivare senza conoscere la via, senza traccia, senza corde fisse, in stile alpino. Il nostro obiettivo era – soprattutto – scoprire noi stessi.

Arrivare al Campo 3 è stato molto duro, perché la neve ha peggiorato [la progressione] e questa parte è molto ripida, senza corde fisse e  con sezioni di ghiaccio …sei stanco, ti senti pesante. Per me è stata una grande sfida, dover mettere in pratica tutta l’esperienza, con il timore di cadere …”

Da Campo 3, a 7.300 metri, siamo partiti l’8 alle 2 del mattino. Abbiamo proceduto  molto lentamente, la via era molto difficile da aprire.Topo era una macchina: ha fatto sempre lui traccia nella neve molto alta.

All’alba  i miei piedi stavano congelando e gli ho detto: “Topo, sali, io scendo”. Andare giù è stato spaventoso… Topo voleva scendere con me ma l’ho convinto a continuare.

Nel punto chiave della montagna, la traversata situata a 7.700 metri, Topo ha considerato fosse molto pericoloso e ha deciso prudentemente di scendere e non rischiare la vita, anche se aveva il fuoco dentro. Era una bella giornata e faceva molto freddo, ma le condizioni  non hanno permesso di andare oltre”