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28 Gennaio 2022

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Alpi Occidentali · Aree Montane

“Directe de l’Amitié” sulla Nord delle Grandes Jorasses per Sébastien Ratel, Léo Billon e Benjamin Védrines

Sébastien Ratel, Léo Billon, Benjamin Védrines in cima alle Grandes Jorasses. © Léo Billon

Dieci giorni dopo la Direttissima Harlin all’Eiger, Sébastien Ratel, Léo Billon e Benjamin Védrines salgono la “Directe de l’Amitié” sulla parete Nord delle Grandes Jorasses

Nella storia dell’alpinismo, vengono definite ‘classiche’ sei grandi pareti Nord delle Alpi,  note per la loro estrema difficoltà e altezza: Cervino, Cima Grande di Lavaredo, Eiger, Grandes Jorasses, Petit Dru e Pizzo Badile

Fino agli anni 1930 rimasero inviolate, per cui vennero definite “gli ultimi problemi delle Alpi” e furono l’oggetto del desiderio dei maggiori scalatori del tempo. Tra queste, le pareti nord dell’Eiger, del Cervino e delle Grandes Jorasses sono considerate le più difficili del gruppo e conquistare questa ‘Trilogia’ è un’ambizione degli alpinisti più preparati.

Il primo alpinista a completare la ‘Trilogia delle Alpi’ e nel contempo a salire anche le altre tre classiche fu il francese Gaston Rébuffat, tra il 1945 e il 1952 .

Alla fine degli anni ’70, il francese Ivano Ghirardini e il giapponese Tsuneo Hasegawa si sfidarono in un duello a distanza per aggiudicarsi la prima salita della ‘Trilogia’ in solitaria e in invernale. Tra il dicembre 1977 e il marzo 1978 Ghirardini riuscì a scalare le tre pareti Nord nello stesso inverno ma salì lo sperone del Croz alle Grandes Jorasses, non il Walker, che fu salito da Hasegawa l’inverno successivo.

Super Trilogia Alpina

Directe de l’Amitié, sulla parete nord delle Grandes Jorasses. © Leo Billon

Nell’inverno del 1987, Christophe Profit ed Éric Escoffier si imbarcano a loro volta in una feroce sfida che Profit concluse  con il concatenamento delle tre pareti Nord in poco meno di 41 ore, attraverso tre vie classiche: Cassin alle Jorasses, Schmid al Cervino e Heckmair all’Eiger.

Quest’inverno, Sébastien Ratel, Léo Billon e Benjamin Védrines si sono proposti di ripetere la trilogia ma attraverso vie più dirette e più ripide. Una “trilogia super alpina” già riuscita nel 2011 dalla cordata Patrick Glairon-Rappaz e Cédric Périllat che  salirono la via Rolling Stones alle Jorasses e la  Cerruti-Gogna al Cervino  e che, non avendo trovato l’uscita della Direttissima Harlin all’Eiger, finirono per prendere la Via Heckmair.

“Abbiamo avuto la possibilità di iniziare con la via di  Harlin, che è la più lunga e soprattutto la più incerta”, afferma Léo Billon, membro del GMHM – Seb l’aveva già tentata qualche anno fa e nemmeno lui aveva trovato l’uscita. Ci siamo tolti un peso dall’inizio per poter poi andare più tranquilli nella Directe de l’Amitié che è un po’ meno dura. »

Dopo aver superato la Direttissima Harlin in stile alpino sulla parete nord dell’Eiger (tra il 12 e il 16 gennaio), hanno appena risolto la seconda parte della trilogia salendo la Directe de l’Amitié (1.100 m VII, M7/A3 , 90° in ghiaccio o 6c-7a/A1 in condizioni asciutte),  sulla Nord delle Grandes Jorasses, aperta nell’inverno del 1974 da Yannick Seigneur, Louis Audoubert, Michel Feuillerade e Marc Gally.

Il trio ha impiegato tre giorni e due bivacchi per salire questa linea che non è stata ripetuta molte volte nella storia. Stephane Benoist, Patrice Glairon-Rappaz e Paul Robach nel 2006 poi Korra Pesce e Martin Elias a settembre 2014 sono probabilmente gli ultimi.

Sguardo rivolto al Cervino

Ora ha lo sguardo di  Sébastien Ratel, Léo Billon e Benjamin Védrines è rivolto al Cervino, ma non subito.

“Le previsioni meteo prevedono precipitazioni all’inizio della prossima settimana. Allora dovremo aspettare un po’…” Sul Cervino obiettivo sarà la Cerruti-Gogna, una via che risale la parete strapiombante del Naso di Zmutt. Aperta nel luglio 1969 da Alessandro Gogna e Leo Cerruti, conta una dozzina di ripetizioni.