MENU

11 Dicembre 2017

Ambiente e Territorio · Cultura · Insight · Alpi Orientali · Aree Montane · Italia · Trentino Alto Adige

Dolomiti, salviamo la gallina!

C’era una volta un contadino che una mattina, recandosi all’alba nel suo pollaio, scopre che la sua gallina ha deposto un luccicante uovo d’oro. Sorpreso ed eccitato, il contadino quasi non riesce a credere a tal dono della sorte e la sua incredulità accresce ancor più quando il giorno seguente trova nel nido dell’amata gallina un secondo uovo d’oro! Giorno dopo giorno l’esperienza si ripete ed ogni mattina corre al pollaio per raccogliere altre uova dorate.
Diventa così sempre più ricco e con la ricchezza cresce in lui l’avidità e l’impazienza di aspettare fino a domani per raccogliere il successivo uovo d’oro. Il contadino decide così di uccidere la gallina, in modo da ottenere tutte le uova in un colpo solo, ma quando apre la gallina si accorge a malincuore che in realtà la pancia è vuota. Non ci sono più uova d’oro e non c’è più alcuna maniera di ottenerle. Il contadino ha eliminato la gallina che le produceva!

Un impianto di risalita a 2.400 metri che si affaccia sul gruppo del Sella (clicca per ingrandire)

All’inizio della stagione invernale, le nostre Dolomiti saranno anche quest’anno prese d’assalto da orde di sciatori appassionatamente in coda per salirne gli impianti sempre più nuovi e luccicanti.
La favola di Esopo ci insegna – anzi ci dovrebbe insegnare – quanto l’avidità umana senza compromessi abbia una vista molto corta ed una riconoscenza molto limitata per il dono di straordinaria bellezza che abbiamo ricevuto in dote.

Le Dolomiti sono un tesoro di eccezionale ricchezza da proteggere e conservare, un patrimonio prezioso che abbiamo la fortuna di beneficiare, una responsabilità verso le prossime generazioni troppo spesso gestita come “montagne da mungere” qui ed ora.

Queste Dolomiti tolgono il fiato da quanto sono spettacolari, mi regalano e continuano a regalarmi momenti di luce speciale e spettacoli naturali che solo chi si mette in ascolto con pazienza e silenzio ha poi il privilegio di viverle appieno. Esistono ancora alcune vallate laterali rimaste selvagge, che si raggiungono dopo ore di cammino e dove la fatica è sempre ampiamente ripagata da un’energia infinita. E’ questa la Natura che amo, dove l’uomo è presente con rispetto e gratitudine.
Queste Dolomiti tolgono il fiato da quanto sono maltrattate. Spesso risulta difficile fotografare con un grandangolo senza includere piloni, impianti di risalita, foreste lacerate da nuove piste da sci. Montagne da sfruttare sull’altare del Dio denaro senza apparentemente limiti di buon senso e buon gusto. E non a caso, al contrario di quanto ho visto spesso declamato per ragioni commerciali, non tutte le Dolomiti fanno parte della lista Unesco quale Patrimonio dell’Umanità, per chiara mancanza di valori di tutela e protezione del paesaggio.

Un intreccio di cavi e strade alle pendici del Sassolungo (clicca per ingrandire)

Dal mio personale osservatorio di fruitore della montagna durante tutto l’anno e in tutte le stagioni, mi accorgo con piacere che sempre più persone visitano le Dolomiti alla ricerca di pace, tranquillità, bellezza naturale il più possibile incontaminata.
Anche in inverno, solo una parte dei visitatori sceglie le nostre montagne per l’ampia offerta sciistica disponibile. Una parte importante sceglie di vivere l’outdoor a contatto con la natura per passeggiate, ciaspolate, sci alpinismo, o altre attività. E queste persone, sempre più spesso, giustamente evitano le affollate vallate dei caroselli sciistici per privilegiare le più tranquille, e semplicemente più belle, vallate ancora naturali.

In occasione della Giornata Internazionale della Montagna che si celebra oggi, desidero ribadire il mio impegno sempre più forte per trasmettere il senso di rispetto e protezione per il nostro ancora meraviglioso ambiente, con il desiderio o forse l’illusione di uno sviluppo turistico davvero sostenibile dove al primo posto stia l’amore vero per la gallina.

alegruzza.com