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12 Agosto 2020

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Insight · Europa

Doug Scott, 79 anni, impegnato nell’Everest Challenge 2020

Everest fotografato dal Gokyo Ri, Khumbu, versante Sud-Ovest, Nepal. Fonte: Wikipedia

Il celebre alpinista britannico, classe 1941, ritorna ad indossare la tuta utilizzata durante la scalata dell’Everest nel 1975, per lanciare un’iniziativa benefica

Nel 1975, la leggenda dell’alpinismo Doug Scott scalò l’Everest, membro della spedizione britannica guidata da Chris Bonington che realizzò la prima salita della sua famigerata parete Sud-Ovest. Furono due le squadre salite al vertice Sud attraverso la cresta sud-est fino alla vetta principale: Dougal Haston con Doug Scott il 24 settembre 1975, che al vertice sud effettuarono il bivacco più alto in assoluto per quel tempo, e Peter Boardman con Pertemba, due giorni dopo .

Ora, all’età di 79 anni, Scott ha indossato nuovamente la mitica tuta di nylon blu  che lo vide sopravvivere dopo il bivacco del 1975 a quota 8.749 metri, con l’intento di ripetere la salita fra le mura di casa.

Scott e alcuni dei suoi compagni di cordata del 1975, Sir Chris Bonington, 85 anni, e Paul “Tut” Braithwaite, 74, hanno lanciato Everest Challenge 2020, una raccolta fondi a favore di Community Action Nepal, l’organizzazione benefica che Scott ha fondato per aiutare coloro che vivono in zone remote del Nepal.
La campagna invita gli alpinisti a compiere lo stesso dislivello salendo le scale di casa fino a coprire l’altezza equivalente all’Everest, pari a 8.848 metri e coincide con il 45° anniversario della loro storica spedizione.

Doug Scott. Foto: The Sunday Times/Richard Rayner

Per Scott, questa impresa potrebbe essere la più dura realizzata fino ad oggi. Il primo giorno di lockdown nel Regno Unito, a marzo, gli è stato diagnosticato un linfoma cerebrale, un tipo di cancro al cervello. Da allora è stato confinato al piano terra della sua casa nel Lake District. Il cancro è inoperabile e, sebbene sia lucido, Scott ora fatica anche a parlare. Dopo essere arrivato in cima alle sue scale, piccozza in mano, ha descritto la salita dei 12 gradini come “infernale”. Con la caratteristica caparbietà che lo contraddistingue, Scott – che un tempo strisciò per giorni con due gambe rotte – si rifiuta di credere che questa sia la sua ultima scalata.

Sir Chris Bonington, suo amico e collega alpinista – che  prende parte all’Everest Challenge 2020 ha dichiarato:  “Il mio cuore è con  lui… È uno dei più grandi alpinisti che la Gran Bretagna abbia mai avuto.”

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