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10 Gennaio 2022

Ambiente e Territorio · Cultura · Alpi Orientali · Aree Montane · Italia · Trentino Alto Adige

“E l’uomo incontrò il lupo”. Al MUSE, venerdì 14 gennaio 2022 | ore 18.30

Lupo. Fonte MUSE

Evento in presenza e online sulla pagina Facebook del Museo delle Scienze di Trento

Chi è il lupo? Un predatore che popola le nostre montagne, sicuramente. Ma anche e soprattutto un animale che nutre il nostro immaginario, e che da sempre è ombra della nostra specie.
Un animale dalla forte valenza “culturale”, quasi un simbolo, che venerdì 14 gennaio 2022 alle 18.30, sia in presenza (qui il link per iscriversi) che in diretta sulla pagina Facebook del museo, sarà protagonista della serata “E l’uomo incontrò il lupo”.

Ad affrontare il tema, andando alla scoperta del lupo dell’immaginario e quello reale, dall’antichità fino ai giorni nostri, due esperti d’eccezione: da una parte Luca Giunti, guardiaparco presso le Aree protette delle Alpi Cozie e autore del libro “Le conseguenze del ritorno”. Dall’altra Riccardo Rao, professore di Storia medievale all’Università di Bergamo e autore de “Il tempo dei lupi”. Modera la serata Laura Scillitani, Communication Manager LIFE WolfAlps EU – MUSE.

L’evento, a ingresso gratuito, si inserisce nell’ambito della mostra “Selvatici e Salvifici, Gli animali di Mario Rigoni Stern”, visitabile fino al 27 febbraio a Palazzo delle Albere, e del progetto LIFE WolfAlps EU.

Come spiega Laura Scillitani, entrando nel vivo dell’incontro: “Sarà un viaggio nel tempo e nello spazio tra leggende vecchie e nuove, falsi miti e nuove sfide per la coesistenza. Con l’aiuto dei due relatori, cercheremo di analizzare il rapporto che lega umani e lupi nella storia. Il lupo è infatti un animale politico, che nei secoli ha rivestito a volte il ruolo di simbolo di potenza e natura selvaggia e altre quello di empia creatura demoniaca e bestia assetata di sangue. Prima specie a essere domesticata, a partire dal Medioevo ha subito una persecuzione sistematica che ha portato alla sua estinzione in larga parte dell’Europa. Negli anni Settanta, in Italia, restavano poche centinaia di individui nelle montagne dell’Appennino centro-meridionale. Oggi la specie è tornata a popolare quasi tutta la penisola, portando sempre con sé il suo bagaglio simbolico, fatto di antiche e mai sopite paure e nuove adorazioni”.