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21 Maggio 2018

Altri · Fly · Hiking e Trekking · Walking

Prima edizione di “Ironfly” a Christian Maurer

Podio Ironfly 2018. Foto: Lucia Tuoto

Conclusa la grande avventura di hike&fly organizzata dal Parapendio Club Scurbatt, una sfida lunga 7 giorni, dal 12 al 19 maggio

Si è conclusa dopo 7 giorni, “Ironfly“, l’avventura  lunga 458 chilometri, disputatasi nello scenario delle Alpi e Prealpi lombarde e piemontesi. La città di Lecco come start, il Monte Cornizzolo, la Valle Anzasca, con Macugnaga ai piedi del Monte Rosa; poi Val Vigezzo, Svizzera, Alto Lario, Valtellina sino a Bormio, quindi Passo della Presolana, Val Seriana, Valle Brembana, ancora Lecco e, infine, Suello, la sede del sodalizio, il goal da raggiungere.

Protagonisti, una donna e 22 uomini, atleti forti e tenaci: Roberto Alberti, Markus Anders, Marc Delongie, Tiziano Di Pietro, Nicola Donini, Thomas Friedrich, Dario Frigerio, Filippo Gallizia, Giovanni Gallizia, Matteo Gerosa, Alfio Ghezzi, Michal Gierlach, Dominika Kasieczko, Peter Kobler, Carlo Maria Maggia, Roberto Marchetti, Christian Maurer, Simon Oberrauner, Moreno Parmesan, Garin Stephane, Patrick Von Känel, Fabio Zappa, Bernardo Zeni.

Sul primo gradino del podio lo svizzero Christian Maurer, atterrato per primo a Suello alle ore 15:05 di mercoledì 16. Patrick Von Känel e Markus Anders si classificano secondo e terzo.

Ironfly 2018. Cammino nel bosco. Foto: Lucia Tuoto

“Ironfly”, giorno per giorno

GIORNO 1

In viso un sorriso ancora vivace, non stanco, come il corpo, energico.

Così, i 23 atleti in gara si sono presentati al via della prima edizione di “Ironfly”.

Lo start, “partenza” in gergo, è avvenuto alle ore 10:15 di sabato 12 maggio sul lungolago di Lecco, dove i piloti, supportati dal team ed applauditi dal pubblico, fianco a fianco, si sono incamminati, muovendo in corsa i primi passi di una lunga avventura, per raggiungere – passando per Malgrate, Civate e Valmadrera – la boa obbligatoria del Monte Cornizzolo.

È stato Fabio Zappa, portabandiera degli Scurbatt, il primo a conquistare – alle ore 11:45 – il decollo lecchese, seguito dal polacco Michal Gierlach, da Thomas Friedrich, austriaco nato nel 2001; ed in coda da tutti gli atleti che, ad uno ad uno, dispiegate sul prato le vele, si sono alzati in volo, direzione Macugnaga, Monte Rosa. In viaggio, poi, ognuno in cerca della traiettoria più fortunata, volando e camminando, qualche goccia di pioggia a rinfrescare.

La gara, come da regolamento, si è arrestata alle ore 20. In testa c’è Christian Maurer.
Oberrauner festeggia i 27 anni in quinta posizione.

GIORNO 2

«Se non riesco a correre come i più forti, cammino. Se non riesco a camminare, striscio. Se non riesco a strisciare, mi trascino. Ma non voglio stare fermo». Alfio Ghezzi, chef-pilota, riassume così, quando la seconda giornata di “Ironfly” è appena iniziata, lo spirito che dà sostegno al corpo.

La pioggia e la grandine, con le nubi basse che il mattino si alzano dalla terra umida, obbligano gli atleti in gara a camminare per ore, inseguendo una finestra di bel tempo, in cerca di un decollo, che in molti non riescono a raggiungere.

Maurer e Von Känel arrivano a Macugnaga quando la competizione è da poco ripartita e in volo superano la valle piemontese, verso la Svizzera. Il gruppo che segue, Zappa in testa, non valuta adeguatamente la meteo e perde, così, la possibilità di raggiungere gli elvetici, ormai in Val Vigezzo.

Chrigel, a fine giornata, è a Locarno. 6 gli atleti che hanno ufficialmente raggiunto la seconda boa obbligatoria.

«È stata una giornata intensa a causa della meteo avversa – spiega Antonio Leone Pascale, direttore di gara – I piloti in posizione privilegiata hanno sfruttato al meglio i pochi momenti volabili».

GIORNO 3

Il tempo “difficile”, come detto dal meteorologo Costantino Molteni, non è la sola avversità che gli atleti di “Ironfly” si trovano ad affrontare.

Fabio Zappa e Dario Frigerio, in seguito ad accertamenti del direttore di gara, scoprono di aver mancato la boa di Macugnaga per poche decine di metri, quindi la devono ripetere. Il primo al Cornizzolo, infortunato ad un ginocchio, quindi impossibilitato a ripercorrere i chilometri già camminati, si ritira. Frigerio, coraggioso, torna ai piedi del Monte Rosa e rifà il turn-point. «La delusione rimarrà perché comunque il risultato è compromesso, ma abbiamo deciso di andare avanti e divertirci perché è sempre questo lo spirito della gara», commenta il supporter.

Donini e Friedrich, i più giovani, per aver volato in nube, violando, così, le regole VFR, sono costretti a scontare 4 ore di stop, per riguadagnare in volo, già nel pomeriggio, più di una posizione.

Maurer è sempre più vicino a Bormio, terza boa obbligatoria, seguito a breve distanza da Von Känel.

«L’atmosfera di questa gara è incredibile. Che clima! Tutti rivali, ma tutti amici. Anche le ammiraglie degli altri team ti riforniscono. Ci si supporta uno con l’altro: che avventura!», racconta Moreno Parmesan.

GIORNO 4

La fatica, per i ripetuti tentativi di ascesa cercando un decollo, è oramai compagna di viaggio. I voli in parapendio per avvicinarsi a Bormio sono brevi, le camminate lunghe.

È il pilota Markus Anders il protagonista della giornata. Il tedesco, terzo la mattina, decolla a pochi chilometri da Sondrio a quota 600 metri e raggiunge in volo la boa in Alta Valtellina, seguendo una traccia originale per la ridotta altitudine. Lo osserva da terra, in cammino, lo svizzero Von Känel, che vede così, in cielo, sfumare il secondo posto.

“Ironfly” perde un protagonista entusiasta: Moreno Parmesan, che nulla può per guarire il ginocchio dolorante.

Maurer, sempre in testa, si dirige verso il paese orobico di Aprica, porta di accesso alla Val Camonica.

Decollo Maurer. Foto: Lucia Tuoto

GIORNO 5

La prima edizione di “Ironfly” ha un vincitore: Christian Maurer. Lo svizzero si riconferma un campione: supera il maltempo in arrivo e raggiunge in volo Suello, primo, a 4 giorni, 4 ore e 55 minuti dalla partenza.

Anders e Von Känel, abili, scelgono di usare il cosiddetto “extra time”, che permette di proseguire la competizione fino a mezzanotte, e quando è sera conquistano il goal e, così, il podio: lo svizzero, planando sulla città di Lecco, è secondo, il tedesco terzo.

Kasieczko e Di Pietro viaggiano spesso in coppia, così come altri atleti: «aiuta tantissimo. hai un supporto, ti tiene su il morale, ci si presta da bere e da mangiare», spiega Tiziano.

Gerosa e Maggia raggiungono la boa di Macugnaga; mentre Filippo Gallizia lascia la gara per infortunio. «Ce l’abbiamo messa tutta, abbiamo fatto più di 200 chilometri a piedi, con lo zaino. Ringrazio tutti, ringrazio gli altri concorrenti. Faccio i complimenti a quelli che sono davanti. Bravissimi».

Thomas Friedrich, «really happy», spegne 17 candeline nei prati in fiore di Bormio.

GIORNO 6

La meteo, migliorata, permette a molti di volare.

Il giovanissimo Friedrich segue la traccia di Oberrauner, cercando di raggiungerlo, per proseguire, poi, il cammino fino a mezzanotte, come Kasieczko, Marchetti e Gerosa.

Frigerio e Alberti volano in spazi aerei non consentiti e, così, il direttore di gara li sanziona con 4 ore di stop. «In atterraggio, per evitare un centro abitato e i cavi dell’alta tensione, è entrato nella TMA», precisa il supporter del pilota suellese.

“Ironfly”, a poco più di 48 ore dal termine ultimo, è ancora viva. Gli atleti, stanchi, lottano. «Non si molla, extra time, ce la si gioca tutta», così il supporter di Gerosa, penultimo in classifica.

GIORNO 7

Il sole di Suello accoglie Simon Oberrauner, quarto in classifica. Lo raggiunge, poche ore più tardi, un amico: Thomas Friedrich, che, arrivato alto nel cielo, festeggia il quinto posto con un acrobatico “elicottero”.

Frigerio e Alberti, scontata la penalità, decollano nei pressi del Passo San Jorio per il volo più lungo della prima edizione di “Ironfly”, pari a 134 chilometri, che permette di superare la boa di Bormio ed anche i concorrenti Marchetti, Kasieczko, Ghezzi e Donini.

«È sei giorni che siamo in giro. la stanchezza c’è, la voglia di volare ci sarebbe anche, però anche la discendenza e l’acqua che sta arrivando, quindi avanti a piedi», racconta Di Pietro che come Frigerio, Ghezzi, Gallizia, Donini, Zeni ed Alberti prosegue la gara fino alle 24:00.

Peter Kobler, a causa di problemi fisici, si ferma, concludendo la gara con alcune ore di anticipo.

GIORNO 8

Giovanni Gallizia, il più giovane degli Scurbatt in gara, atterra a Suello, unico tra gli italiani a completare il tracciato, pochi minuti prima delle ore 9 di sabato 19 maggio, sesto. Il polacco Michal Gierlach conquista il goal alle ore 10:56 ed è settimo in classifica.

“Ironfly” si conclude – ufficialmente – alle ore 16. «Bell’avventura ragazzi, è stata una figata. al prossimo anno», brinda, per tutti, Nicola Donini. Frigerio ed Alberti, abbracciati, spengono insieme i live-trackers.

Il borgo ai piedi del Monte Cornizzolo riaccoglie tutti i piloti che, una settimana dopo la partenza dal lungolago di Lecco, si riuniscono per essere premiati e festeggiati, ognuno vincente.

 

La classifica finale di “Ironfly 2018”
1. Christian Maurer
2. Patrick Von Känel
3. Markus Anders
4. Simon Oberrauner
5. Thomas Friedrich
6. Giovanni Gallizia
7. Michal Gierlach
8. Garin Stephane
9. Dario Frigerio e Roberto Alberti (a pari merito)
11. Nicola Donini
12. Roberto Marchetti
13. Alfio Ghezzi
14. Tiziano Di Pietro
15. Dominika Kasieczko
16. Marc Delongie
17. Bernardo Zeni
18. Peter Kobler
19. Matteo Gerosa
20. Carlo Maria Maggia

Filippo Gallizia – ritirato
Moreno Parmesan – ritirato
Fabio Zappa – ritirato