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11 Maggio 2022

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Everest (8.848 m): Pedro Queiros realizza il primo vertice non nepalese della stagione

Pedro Queiros, spedizione all’Everest, primavera 2022. Fonte instagram

Lo scalatore portoghese ha raggiunto il vertice con la sua guida Sherpa

Pedro Queiros è il primo scalatore non nepalese ad arrivare in vetta all’Everest (8.848 m), in questa stagione.
L’alpinista portoghese ha raggiunto il vertice lunedì 9 maggio alle ore 9:39 (ora nepalese).

Ecco il racconto pubblicato da Queiros sul suo canale  instagram insieme ad una foto che lo ritrae esultante in vetta:

“Questo è il mio grido dalla cima del mondo! Un grido di libertà, di coraggio, di sacrificio, di sogni, di amore per la vita e per ciò che stiamo realmente facendo qui.

In cima al mondo ho intravisto la cima di altri mondi e sono nati altri sogni e obiettivi! Voglio continuare a fare mille cose nuove e non fermarmi qui!
Ho raggiunto la vetta del mondo con la nostra bandiera del Portogallo, diventando così il sesto portoghese a compiere una simile impresa. Questo risultato dà anche un senso al lavoro di molte generazioni e ai sacrifici dei miei genitori e dei miei nonni. Grazie famiglia, oggi so che siete la cosa più importante della vita.
Per quanto riguarda il viaggio in sé, sono stati molti anni di preparazione che sono culminati in un attacco alla vetta davvero epico! Ho stabilito un piano ambizioso che prevedeva di vivere in tenda ai Campi 2 e 3 per 12 giorni, tra i 6500 e i 7200 metri di altitudine.
Sulla base delle informazioni raccolte dagli sherpa, da altre squadre e dagli amici che avevo conosciuto durante la spedizione del National Geographic, ho calcolato una finestra ottimale di 48 ore in cui ci sarebbero state già le corde per raggiungere la cima e un tempo ragionevole per l’arrampicata.

Alla fine sono stato il primo straniero della stagione a raggiungere la vetta, ero solo in cima con la mia guida Sherpa e ho evitato la folla, come avevo sempre desiderato. Non è stato facile, naturalmente…
Sono stato sveglio per 86 ore di fila, avevo fame e sete, camminavo in mezzo ai cadaveri, non sentivo le dita delle mani e dei piedi ed ero esposto a raffiche di vento a 100 km/h con temperature intorno ai -40 gradi.

Ma niente di tutto questo mi ha impedito di continuare passo dopo passo verso la cima del mondo. Ho sempre saputo che l’Everest doveva essere scalato con una forza mentale e una volontà di ferro incrollabili. Grazie a tutti voi…”

 

 

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