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4 Gennaio 2022

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Everest: la guida Garrett Madison vince la causa per un tentativo di vetta annullato nel 2019

La guida Garrett Madison, fondatore di Madison Mountaineering. ©Garrett Madison

Dopo un anno e mezzo di battaglie legali, un accordo chiude la causa tra il cliente Zac Bookman e l’agenzia Madison Mountaineering: la guida  aveva il diritto di annullare il tentativo sull’Everest nell’autunno 2019 a causa del minaccioso seracco che incombeva sulla via di salita

Si è finalmente risolta la battaglia legale intrapresa dopo una spedizione all’Everest, in cui si mettevano in discussione le basi del rapporto tra guida e cliente. Dopo un anno e mezzo di azioni legali, un accordo pone fine al contenzioso dando ragione all’agenzia organizzatrice, che non dovrà risarcire il cliente insoddisfatto per non aver potuto salire oltre il campo base, a seguito della chiusura della spedizione per ragioni di sicurezza.

La spedizione si svolse nell’autunno del 2019. All’epoca, al campo base dell’Everest si trovavano diverse spedizioni. Erano 10 gli alpinisti alla base della montagna; tra loro anche il catalano Kilian Jornet e il polacco Andrzej Bargiel, ognuno con i rispettivi progetti per salire sul tetto del mondo velocemente e in stile leggero (Kilian) e scendere con gli sci (Andrzej). Il polacco era accompagnato da una squadra di altri tre membri, tra cui Rafal Fronia.

All’Everest c’era anche la spedizione commerciale dell’agenzia Madison Mountaineering, guidata da Garrett Madison, a cui partecipava il CEO del marchio Mountain Hardwear e il britannico Tim Emmett. Il team era completato da due dirigenti americani, Kristin Bennett  e Zac Bookman .

Infine, oltre al personale di supporto locale impegnato al campo base, sherpa e medici, c’era un’altra forte spedizione polacca  guidata da Marcin Kaczkan. Il loro obiettivo era scalare il Lhotse per  prepararsi ad un futuro tentativo invernale al K2.

Everest, autunno 2019. Foto: Kilian Jornet. Fonte: facebook

Di tutti questi alpinisti, solo Kilian Jornet si avventurò oltre la cascata di ghiaccio del Khumbu. L’ultra-runner catalano si ritirò dopo aver raggiunto gli 8.300 metri di altitudine, attraverso una variante della via polacca.

La situazione meteorologia presentò finestre di bel tempo, ma nessuno osò aggirare la cascata del Khumbu a causa di un enorme seracco a metà del Campo 1 che minacciava di staccarsi da un momento all’altro dalla Spalla Ovest. Già nel 2014, un evento simile, scstò  la vita a 16 sherpa.

Le rinunce furono molte,  ancor prima che gli scalatori potessero fare progressi significativi. Tim Emmett e il CEO di Mountain Hardwear furono i primi ad abbandonare il progetto, seguiti poco dopo dai polacchi orientati al Lhotse, successivamente da Bargiel e dal suo team, e infine anche da Garrett Madison, Kristin Bennett e Zac Bookman.

Causa per violazione del contratto e frode

Nel marzo 2020, Zac Bookman intentò una causa contro Garrett Madison nei tribunali della California per una presunta violazione del contratto e frode. Chiedeva un risarcimento di 100.000 dollari a Garrett Madison per aver annullato la spedizione senza che lui avesse avuto la possibilità di andare oltre il campo base. Sosteneva che i seracchi sono elementi comuni in quell’ambiente e che annullare la spedizione per la possibilità che uno di loro crollasse era paragonabile a non attraversare una foresta per timore della caduta di un albero.

Madison si avvalse di un importante studio legale, che accettò il caso gratuitamentee, e a sua volta, presentò domanda riconvenzionale a Seattle (stato di Washington, dove ha sede Madison Mountaineering). L’argomentazione difensiva era che il cliente non aveva diritto ad alcun indennizzo, come previsto nel contratto sottoscritto con l’agenzia, poichè l’annullamento della spedizione era avvenuta per motivi di sicurezza.

Pochi mesi dopo, i tribunali della California respinsero la causa e ordinarono a Zac Bookman di trasferire la domanda di riscarcimento  presso i tribunali di Washington. L’attore non lo fece.
La situazione si  è risolta a favore dell’agenzia. Firmato un accordo che stabilisce che il cliente non ha diritto ad alcun rimborso. Le guide non devono temere azioni legali quando le loro decisioni sono dettate da motivi di sicurezza. Approfondimento

“La causa in California è stata respinta dal giudice – ha dichiarato Garrett Madison in un’intervista rilasciata  al blogger americano Alan Arnett, aggiungendo  –  … non avrei mai pensato di essere citato in giudizio per  “troppa prudenza e attenzione alla sicurezza” durante una scalata!.”

Garrett Madison, Kristin Bennett e Zac Bookman. Foto: Madison Mountaineering