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17 Maggio 2020

Giorgio Ali: dalla tradizione all’evoluzione personale

Le settimane procedono e finalmente possiamo scrollarci dalle spalle questo periodo di inattività; tenersi in forma non basta alle persone che sono abituate ad allenarsi duramente ogni giorno della propria vita da decadi, a chi costantemente vive un sogno fatto di progetti da realizzare.

Finalmente vado per boschi e pareti, ma anche questo non basta: voglio costruire. Normalmente anche le arti marziali fanno parte della mia vita, praticamente da sempre. Qualche mese fa ho iniziato ad allenarmi anche con l’Accademia Genovese dove i super maestri Massimiliano Panza e Roberto Sette mi hanno mostrato delle discipline che non conoscevo appaiate ad altre che avevo approcciato in maniera differente. Ho incontrato anche un altro grande insegnante Giorgio Ali, che a sua volta istruisce e si allena, con una Savate originale vecchio stile, con colpi che i maestri probabilmente non spiegano più ormai.

Ho voluto intervistarlo, per conoscere un po’ meglio la sua storia che è lunga e ricca di momenti d’emozione in una vita dedita all’evoluzione e al miglioramento costante. Nonostante Giorgio abbia affrontato un periodo molto duro per sue questioni personali, come un vero guerriero non si è tirato indietro e ne è nato un bel dialogo.

In questo periodo molto difficile di isolamento come hai vissuto la quarantena?
La mia quarantena e stata molto dura fra lavoro e quello che mi è successo. …é molto dura, ma devo rimboccarmi le maniche sono un combattente.

Sei riuscito anche ad allenarti?
Sono riuscito ad allenarmi lo stesso e fare allenamenti tramite il pc, ma con il bastone “canne italiana”, una delle migliori scuole in nazione l’Accademia Manusardi; non sono ai loro livelli come canne, ma ho messo nel mio bagaglio tecnico piccole cose che sono utili nella savate, dove ai tempi si usava anche questo abbinando gambe e colpo di canne, Chausson.

Quando hai iniziato a combattere? Qual è stata la tua prima arte marziale? 
Ho cominciato a 10 anni con la boxe in una palestra super nominata Boxe Lagaccio (la boxe andava di brutto); ho vinto i campionati regionali, poi sono andato a vedere un campionato di boxe francese e lì mi sono innamorato; pensa che non dormito due notti per andar ad iscrivermi. Così cominciai il mio percorso.

Sei stato Campione Italiano di Savate?
10 volte campione italiano nella categoria dei pesi massimi e mediomassimi: uno di più grandi stilisti anche se ero pesante, le gambe mi volavano. Le prime esperienze sportive e il primo incontro ero con l’Adelaide Mameli poi volevo di più e ho cambiato palestra andando nei vicoli sotto la guida del Maestro Bruno Angemi. In quei tempi ha sfornato tanti campioni era uno dei migliori preparatori di contatto pieno.

Qual è la tua savate?
Originariamente, la boxe francese non era uno sport, ma un formidabile metodo di combattimento chiamato “scarpa”. Nasce per strada, che ha incluso tutti i colpi usati per dominare un avversario. Percussioni mani, pugni e piedi, la testa, gli avambracci, i gomiti, le ginocchia e le gambe, ma anche le principali strozzature e proiezioni. La sua trasformazione in uno sport competitivo, boxing savate fancese, ha portato ad allontanare dalla sua tecnica, le pratiche che possono ledere l’integrità fisica degli oppositori. La savate che io insegno è quella moderna: preparazione agonistica e difesa da strada.
Le regole del ring sono tante, ma la strada non ha regole e quindi si deve essere pronti a tutto, soprattutto a difendersi. Il mio lavoro di difesa da strada (defense dans la rue – street fighting) si esegue su proiezioni e su attacchi in linea bassa, senza avere il contatto corpo a corpo, ma anticipando l’attacco sia con le braccia che con le gambe o abbinando entrambe le cose, ma messe sempre a segno con lo scopo di difendersi.

Charlemont, chassé, spazzata (balayage), fouetté, revers, colpo ad ascia (fouetté de face jambe tendue), colpo di punta di piede montante al viso o alla gola (fouetté de face), chassé alla genovese (chassé de face), pugno con il dorso della mano (crochet en revers): alcuni di questi colpi sono ormai vietati dal regolamento sportivo della Savate perché pericolosi, io li insegno ancora come difesa da strada. Questi calci sono efficacissimi per la difesa, se insegnati bene lasciano il loro segno, e sono favolosi a vedersi in una esibizione di Savate, tradizione quest’ultima quasi completamente persa, che si vede ormai raramente.

Spiegaci meglio questa parte dell’insegnamento
Personalmente, la savate a Genova la insegno ancora così e così continuerò a insegnarla perché la vera, unica e completa savate è solo questa: sport e difesa da strada. La savate ha una sua storia, è un’arte povera, ma da rispettare. Chi insegna la savate, deve saper che esistono tre metodi con cui formare allievi in questa meravigliosa disciplina marziale: sono la difesa, l’assalto e il contatto pieno. In ognuno di questi tre casi ci sono tre preparazioni diverse e non una sola. Nella difesa da strada, si deve sempre capire chi si ha davanti per poterlo affrontare: la strada non ti dà il tempo di studiare, ma solo il tempo di reagire all’aggressore e nulla più. Nell’addestramento alle gare invece i movimenti possono essere studiati per poterli correggere e migliorare.

Qual era il tuo scopo?
Creare una nuova generazione di campioni, ma non è solo questo l’obiettivo principale: considero la savate una delle più raffinate arti marziali nel panorama mondiale. L’importante è fare in modo che i ragazzi che vengono da me possano diventare degli uomini; che significa educarli in base ai principi più puri e più sani dello sport. Non è detto che chi viene in palestra da me debba per forza diventare un pugile o un savateur, salire sul ring, disputare incontri: chi lo desidera, può anche svolgere esclusivamente allenamento al sacco, allo scopo di rafforzare la struttura fisica; deciderà poi se compiere il passo successivo, io non obbligo nessuno! L’importante è che chi frequenta la mia palestra ne tragga giovamento e arricchimento, anche e soprattutto dal punto di vista umano.

Tu hai molte qualifiche. Spiega a un non combattente che cosa significa il Gant d’Argent 1° – 2° – 3° Degrèe de BF – Savate
Questi gradi sono molto alti si devono superare tramite esami in Francia ci vuole ottima conoscenza sulla boxe francese tecnica e precisione

Cosa è la qualifica come professeur de Boxe Française Savate?
Il professeur de boxe francese ha un alta carica nella savate secondo i percorsi che si fanno con esami e riconoscimento da maestri internazionali che valutano se meriti tutto ciò.

E invece il Gant d’O d’honneur Savate Boxe Francese tradizionale?
Il grado Gant d’or e il più alto riconoscimento nella savate sia per il percorso sportivo e la vita dedicata a questa disciplina.

So che sei il direttore Tecnico dell’Accademia d’armi Manusardi: di cosa si tratta? 
Si sono direttore tecnico nazionale del settore Savate, da ben 15 anni. Un incarico importante dove tutti quelli della Savate se mi contattano e vogliono organizzare combattimenti o seminari possono rintracciarmi.

 

Non resta che continuare ad allenarsi, ognuno per il proprio sogno, soprattutto quando tutto è compatibile e concorre insieme.

Christian Roccati
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