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28 Ottobre 2022

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Grace Tseng risponde a chi contesta il suo record in velocità sul Manaslu

Grace Tseng, durante il tentativo invernale al K2 2021-2022. Fonte facebook

Grace Tseng: “Non capita spesso che i detentori di record, sia nazionali che internazionali, siano sottoposti ad un simile processo o che mi venga chiesto di condividere tali informazioni, ma per difendere la mia reputazione sono disposta a fare tutto il possibile”

Con un lungo post pubblicato ieri sui suoi canali social, Grace Tseng risponde a coloro che hanno contestato la sua scalata in  velocità sul Manaslu, effettuata senza l’ausilio di ossigeno supplementare. La taiwanese, ha ottenuto dalla casa madre del suo inReach il recupero totale dei dati della spedizione, a disposizione per chi volesse controllare.

Ricordiamo che anche la piattaforma di raccolta fondi aveva bloccato l’account WaBay di Grace, per dubbi sulla veridicità del record da lei rivendicato sul Manaslu: campo base – vetta in 13 ore.

Dal post di Tseng:

“Poiché in montagna non si può rispondere ai media in tempo reale, con resoconti e prove, devo prima chiarire che sono completamente ignorante sull’uso del 3C e di aver usato inReach solo per  inviare messaggi e comunicare tra di noi, invece dei costosi telefoni satellitari. Quindi, prima di questo incidente, non avevo idea di come leggere le informazioni al suo interno perché ho sempre creduto che salire personalmente in vetta [producendo] foto panoramiche e registrazioni video fosse la prova più forte!

Sospettavo che il mio InReach fosse difettoso perché, dopo averlo tirato fuori dalla neve,  abbiamo provato a estrarre i dati (vie e tracce) ma non riuscivamo a vedere i punti temporali dettagliati, quindi ho pensato che l’apparecchio fosse difettoso, ma in seguito, con l’aiuto dei miei amici, ho capito come estrarre i dati per intero. Ieri, grazie all’aiuto della casa madre negli Stati Uniti, i tempi completi sono stati resi disponibili anche su Mapshare, quindi non esitate a controllarli.

Se sospettate che non abbia effettuato la scalata o che i tempi EXIF delle foto e dei video possano essere stati falsificati, sono disposta a fornire la prova diretta che la macchina e i file originali non sono stati manomessi.

[Per chi] sospetta che non fossi  allenata: avevo scalato il K2, il Broad Peak, il G2 e il G1 in 22 giorni prima di partire per questa montagna, e mi ero adeguatamente acclimatata per le condizioni d’alta quota.
[Per chi] sospetta che il  mancato caricamento della via di salita sia un punto a mio sfavore:  con l’aiuto dei miei amici e della mia rete sono riuscita ad accedere alle informazioni complete e alle tracce, e sono disposta a fornire pubblicamente il numero dell’apparecchio e il link a MapShare.
Mi scuso per la scarsa dimestichezza con il prodotto e per non aver potuto chiedere a qualcuno di aiutarmi  fino a quando non sono scesa dalla montagna, ma grazie ai miei amici ho creato anche un file KML e un file GPX da far controllare alla piattaforma di raccolta fondi.

Ho fatto del mio meglio per fornire fatti e informazioni a supporto. Non capita spesso che i detentori di record, sia nazionali che internazionali, siano sottoposti ad un simile esame o che mi venga chiesto di condividere tali informazioni, ma per difendere la mia reputazione sono disposta a fare tutto il possibile.
Potete mettere in dubbio [l’impresa], è un vostro diritto, io posso solo dirvi la verità.
Difenderò la mia innocenza e non soffrirò in silenzio per ciò che non ho fatto.
Negli ultimi giorni ho ricevuto molti attacchi e diffamazioni che sono andati ben oltre le critiche pubbliche e intraprenderò azioni legali.
Come appassionata alpinista, voglio concentrarmi sulla sfida e fare tutto il possibile per raggiungere il record. [..]”