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11 Dicembre 2019

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Invernale all’Everest (8.848 m). Jost Kobusch è a Lukla

Jost Kobusch in cima al Chulu orientale (Chulu Far East). Fonte: instagram

Kobush: “L’atterraggio a Lukla è sempre qualcosa di molto speciale…. perché significa che finalmente le cose stanno iniziando!”

Il ventisettenne Jost Kobusch è arrivato a Lukla (2.860 m), nel nord-est del Nepal,  per la sua nuova sfida, un’ avventura unica: scalare l’Everest in inverno, senza ossigeno supplementare e in solitaria. Inizialmente pensava di farlo  attraverso la West Ridge e l’Hornbein Couloir, ma ha deciso semplicemente di salire dal Nepal e decidere la via quando sarà lì.

Il suo staff è composto da un cuoco e un fotografo, (Daniel), che realizzerà gli scatti fino al Campo Base della montagna.

Dalla pagina instagram di Kobusch:

“L’atterraggio a Lukla è sempre qualcosa di molto speciale. Non solo per la vista mozzafiato sulle montagne e perché è considerato uno degli aeroporti più pericolosi al mondo. No, è qualcosa di speciale ogni volta, perché significa che finalmente le cose stanno iniziando! Questo crea un’atmosfera molto speciale. Come il silenzio prima del calcio d’inizio. La quiete prima della tempesta.”

“La mia precedente scalata sull’ Annapurna non è stata una solitaria pura”, ha ammesso l’alpinista a ExplorersWeb. “C’erano altri alpinisti sulla via, ho usato le corde fisse in discesa e ho ospitato un altro scalatore nella mia tenda. Sì, ero lì da solo, ho organizzato tutto, non sono stato supportato da Sherpa e non ho utilizzato ossigeno supplementare, ma non è stata quella che considero una solitaria pura.”

Sull’Everest, Kobush intende sperimentare una scalata “cruda e pura – dice – solo io e la natura selvaggia”.

Anche il cuoco al campo base dovrà affrontare una sfida particolare, con la dieta vegana di Kobusch, soprattutto perché l’alpinista sta anche riducendo l’assunzione di farina bianca e di zucchero. “Abbiamo comprato molte salsicce vegane”, afferma Kobusch.

Nel 2016, Kobusch, allora 23enne, è diventato il più giovane tedesco a salire in vetta all’Annapurna. Ha anche scalato  in solitaria e senza ossigeno supplementare. Ammette che fare lo stesso sull’Everest in inverno è ancor più impegnativo. “Affronterò giorni molto freddi e brevi, quindi mi sono preparato  in Alaska durante la notte polare”, dice. “Sono abituato a queste condizioni ora. Ma combinarlo con l’altitudine sarà interessante. ”

Come ulteriore preparazione, Kobusch ha recentemente effettuato la prima salita dell’Amotsang (6.393 m). Ha anche tentato una traversata completa del massiccio del Chulu, ma forti nevicate lo hanno bloccato prima del Chulu East. “Quelle salite di allenamento sono state fantastiche”, ha detto. “Ho avuto la conferma che sono in buona forma e sono stato in grado di comprendere davvero quelle montagne”.

Sull’Amotsang, ad esempio, originariamente aveva pianificato un percorso diverso. “Ma poi sono arrivato lì e wow ho capito… c’era questa grande cascata a strapiombo sulla via ed era assolutamente impossibile salire lassù”, spiega Kobusch. “Ma hey, questa è la parte divertente… quindi quali sono le opzioni, devo andare a sinistra o a destra? ”

Kobusch ha finito per scalare una parete completamente diversa. Si aspetta di essere altrettanto flessibile sull’Everest. Lo spinge la ricerca di ciò che chiama “l’esperienza cruda”.Questo tipo di alpinismo è esplorazione, un viaggio verso l’ignoto, con i suoi rischi e le sue conquiste.”

Perché non il K2, ci si potrebbe chiedere. Per Kobusch, è ovvio.“Cerco la natura selvaggia, e sul K2 in questo momento c’è un’atmosfera competitiva, con diversi team in sfida”, spiega. “Non è quello che sto cercando. Per me, si tratta di un viaggio sulla montagna ma anche di un viaggio dentro di me. “