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26 Aprile 2019

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Jackson Marvell e Alan Rousseu aprono una nuova via sul Mt. Dickey, in Alaska

Alan Rousseau e Jackson Marvell sul Mt. Dickey. Foto arch. A. Rousseau/J. Marvell

Il team americano ha sfruttato al massimo il viaggio fuori stagione in Alaska. Nonostante non abbia trovato le condizioni per ripetere la via di Ueli Steck, ha aperto “Ruth Gorge Grinder” (1.500 m, AI6 +, M7) sul versante Est

Il Mt. Dickey, in Alaska, è stato scalato per la  prima volta nel 1955 da David Fisher e Bradford Washburn. Sebbene non sia una delle montagne più famose al mondo, ha visto tante salite, distribuite sui vari versanti, inclusa l’apertura del 2002 effettuata da Sean Easton e Ueli Steck, di “Blood from the stone” (1.500 m, M7 +, AI6 +, 90 °), sulla Est.

Nel 2004, Sam Chinnery e Andy Sharpe hanno salito la cresta Sud-Est attraverso la via “Snow Patrol” (VI, WI5 +), ripetuta quasi immediatamente da Ben Gilmore, Owen Samuel e Freddie Wilkinson.

Una spedizione francese sul Monte Dickey, formata da Mathieu Detri, Sébastien Ibanez, Mathieu Maynadier e Patrick Pessi, aprì nel 2008 “Move your ass and your mind will follow” (ED), dalla cresta Nord-Est.

Sul versante Nord-Est, nel 2012,  John Frieh e Doug Shepherd hanno aperto ” No such things as a bargain promise” (1.500 m, VI, A0, WI5R, M6). Il primo avrebbe ripetuto la linea nel 2015, aprendo “Blue collar beatdown” (V, WI4, M4) insieme a Jason Stuckey e Chad Diesinger.

Gli americani Jackson Marvell e Alan Rousseau, hanno deciso di seguire le orme di Ueli Steck e Sean Easton nel loro primo viaggio in Alaska, sedotti dalle cronache di quella salita del 2002, in cui i protagonisti descrivevano “Blood from the stone” come “la linea perfetta, sognata da ogni alpinista”.

Quando sono arrivati alla base della parete il 3 aprile, si sono resi conto che non c’erano le condizioni per farlo, perché la linea “Blood from the Stone” aveva un tratto di 120-150 metri senza ghiaccio. Nonostante ciò, hanno impiegato una buona parte dei primi quattro giorni a iniziare la salita. Al quinto giorno, era chiaro che la via non era praticabile. Hanno passato una notte lì e atteso il giorno successivo.

La nuova via

Il secondo giorno in parete, Jackson Marvell e Alan Rousseau hanno deviato a destra per aprire il loro nuovo itinerario, che non li ha delusi. Durante la giornata hanno dovuto superare un tratto di cinque lunghezze M6 e, successivamente, quattro lunghezze di ghiaccio tra AI5 e AI6+. Si sono  poi preparati a trascorrere la notte in parete.

All’alba del terzo giorno, hanno proceduto sul ghiaccio sottile. Successivamente, hanno affrontato tratti ghiacciati molto verticali con sezioni collassate. Intorno alle 13:00, hanno finalmente trovato la prima zona non verticale di tutta la salita, su un pendio di 60-70º coperto di neve, con parti di roccia (M4). Superato, alle 17:00 hanno passato la cornice e percorso gli ultimi cento metri fino alla cima.

La discesa è stata effettuata dalla parete Ovest; il campo base è stato raggiunto dopo tre ore e mezza.

I due americani avevano firmato la prima salita di “Ruth Gorge Grinder” (1.500 m, AI6 +, M7).