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19 Luglio 2019

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

K2. Altre due valanghe nel Collo di Bottiglia

©Furtenbach Adventures/facebook

Gli operatori abbandonano i tentativi al vertice. Mike Horn e Fred Roux rientrano al Campo Base

“Sembra che il K2 non sia ancora pronto in questa stagione”, ha scritto su Facebook Dawa Sherpa della spedizione dell’operatore  Seven Summit Treks. Gli Sherpa del team, che volevano sistemare le corde sopra il cosiddetto “Collo di Bottiglia”, uno stretto canale a circa 8.200 metri con enormi seracchi sopra, si sono ritirati La neve sopra il “Bottleneck” è profonda quasi un metro e mezzo. Dawa ha riferito anche  della caduta di ulteriori due valanghe, dopo quella del 16 luglio che ha spazzato via 5 Sherpa.

Secondo le informazioni divulgate dall’operatore austriaco Furtenbach Adventures due alpinisti hanno riportato fratture. Il team di Furtenbach è sceso: “Tutti hanno preso la stessa decisione, era troppo pericoloso per la neve profonda e il vento”.

Anche gli sherpa dell’operatore nepalese Imagine Nepal sono arrivati ​​a questa conclusione, anche loro si sono ritirati a causa della neve profonda. “Hanno deciso di non rischiare e di non mettere in pericolo altri alpinisti”, ha scritto il leader della spedizione Mingma Gyalje Sherpa su Facebook.

Mike Horn è  rientrato al campo base del K2

L’esploratore-alpinista sudafricano Mike Horn e il suo compagno di cordata lo svizzero Fred Roux, ieri  hanno abbandonato il loro tentativo alla vetta e sono rientrati al campo base. Entrambi stavano scalando senza utilizzare ossigeno supplementare. “Il 17 luglio 2019 abbiamo deciso di ritirarci a poche centinaia di metri dalla vetta a causa di forti venti e valanghe”, ha scritto Mike su Facebook e ha dichiarato che anche il suo terzo tentativo sul K2 non è andato a buon fine.

Scrive Horn sui suoi canali social: “Abbiamo lasciato il campo base  del k2 situato a 5,200 m alle 4 del mattino (ora locale) lunedì 15 luglio. Poi siamo arrivati al campo II a 6,400 m dove abbiamo fatto una breve pausa e poi siamo partiti per l’ultimo campo, il campo III situato a 7,200 m. Alle ore 6 del 16 luglio (ora locale) e dopo un breve riposo, abbiamo continuato la nostra salita fino ad arrivare ad un’altitudine di 8,200 m. Intorno all’ 1 del mattino, quando forti venti, la neve e la mancanza di ossigeno hanno reso difficile la respirazione, abbiamo deciso di  scendere dalla montagna per la nostra sicurezza. Ora siamo di nuovo al campo base con qualche piccolo congelamento ai piedi e al viso. Il mio sogno sul K2 non sarà realizzato quest’anno ma ritornerò. Non ci si arrende mai ai sogni Non esistono i fallimenti, ci sono solo lezioni da imparare.”