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18 Giugno 2020

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Karakorum. Spedizioni estive cancellate in serie

K2. Fonte: Mingma G. /facebook

La stagione estiva in Karakorum non sarà certo migliore di quella primaverile in Nepal. A causa dell’emergenza Covid-19, molti alpinisti hanno rinviato i loro progetti sugli 8000

In Pakistan, la revoca del lockdown ha causato un forte aumento di contagi nel paese, che ora conta più di 2.800 morti e un sistema ospedaliero vicino al collasso.

Ma le conseguenze di un’estate senza turisti sono altrettanto preoccupanti per le autorità pakistane che hanno annunciato di voler riaprire i confini del paese agli stranieri. Tuttavia, è ovvio che quest’estate  i giganti del Karakorum non vedranno il solito numero di escursionisti e alpinisti e che il turismo pakistano subirà lo stesso destino di quello nepalese. Il Pakistan non è il Nepal, ma l’anno scorso erano stati rilasciati 160 permessi per il solo K2 che da alcuni anni vede crescere il numero di spedizioni commerciali sui suoi versanti.

L’agenzia nepalese guidata da Mingma Gyalje Sherpa, che prevedeva spedizioni commerciali su K2 e Broad Peak, ha annunciato da tempo di averle rinviate al prossimo anno. Stessa storia per Furtenbach Adventures e la maggior parte delle agenzie occidentali, anche se  alcuni non si sono ancora arresi. Quattro spedizioni hanno richiesto i permessi (uno per  il Broad Peak e tre per il K2) ma sono ancora in attesa riprendano i voli per il Pakistan.

Broad Peak. Fonte: Wikipedia

Anche gli alpinisti professionisti hanno dovuto rivedere i loro progetti per la stagione estiva, come lo spagnolo Sergi Mingote che ha già cancellato la sua spedizione al Gasherbrum I. Il catalano, che ha al suo attivo sette 8000,  ha annunciato ieri il suo nuovo progetto “Olympic Route PIRIBCN2030”.

Stefi Troguet (Andorra) ha appena annullato la sua spedizione sul massiccio del Gasherbrum e rimarrà saggiamente a casa in attesa della fine dell’emergenza sanitaria. Anche la svizzera Sophie Lavaud  ha sospeso il suo progetto sugli Ottomila; lo  avrebbe potuto completare quest’anno non fosse esplosa l’emergenza Covid-19: “Sarei dovuta partire il 6 giugno per il Nanga Parbat. Avevo ottenuto il visto a febbraio, ma non ci sono voli … “, ha riferito a Montagnes Magazine. Oltre al Nanga, le mancano ancora il Dhaulagiri e il Lhotse per chiudere il cerchio.

Tre anni dopo l’avventura nella parete Sud della Nupste, i francesi Fred Degoulet, Benjamin Guigonnet e Hélias Millerioux –  avevano programmato di riprendere l’attività, ma il progetto di aprire una nuova via sul K2 è stato rinviato alla prossima estate, anche per problemi economici: “Siamo tutti delle guide e siamo riusciti a lavorare solo due mesi quest’anno.”

Massiccio dei Gasherbrum. Fonte: Cala Cimenti/facebook

Il francese Boris Langenstein non ha completamente rinunciato a salire e scendere con gli sci il Gasherbrum II. In caso contrario, non rimanderà necessariamente al prossimo anno, ma nel 2021 si concentrerà su altri progetti.

Dopo le sue avventure al Choppa Bamare e nelle Ande, il francese Benjamin Billet avrebbe dovuto fare il suo grande debutto sugli 8000 con un progetto in stile alpino al Gasherbrum I. Ma anche lui ha rivisto i suoi piani: “Non sarebbe ragionevole andarci quest’anno, il Pakistan ha un sistema ospedaliero molto fragile e questo metterebbe a rischio i locali, ma sono molto motivato per il prossimo anno! “