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24 Aprile 2019

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Trento Film festival 2019 · Alpi Orientali · Aree Montane · Italia · Veneto

Karpos presenta “Donnafugata” al Trento Film Festival. Guarda il trailer

La Torre Trieste. Fonte: Karpos

La Torre Trieste del massiccio della Civetta approda per la prima volta al Trento Film Festival (27 aprile-5 maggio 2019)

Il cortometraggio Donnafugata (21 minuti), prodotto da Karpos, ma scritto e diretto da Manrico Dell’Agnola, girato sulla maestosa Torre Trieste nel gruppo della Civetta, è entrato tra le 28 opere di alpinismo selezionate per la 67^ edizione del prestigioso e storico Trento Film Festival (27 aprile-5 maggio 2019).

Il film sarà proiettato martedì 30 aprile alle 11 alla Multisala Modena, Sala 3 e sabato 4 maggio alle 19 al Supercinema Vittoria.

Il progetto

Nato nei pensieri di Manrico Dell’Agnola e Karpos già da alcuni anni,  si è concretizzato negli ultimi mesi, in tempo per poter essere inviato e poi selezionato dal Trento Film Festival.

“Donnafugata” ha come protagonista la spettacolare Torre Trieste, una delle strutture rocciose più belle al mondo, la sua storia è la storia di una tra le più mitiche vie moderne aperte in Dolomiti, che dà il nome al film, rivissuta attraverso la difficile arrampicata in libera di Sara Avoscan e Omar Genuin.

Questo grido di pietra, è raccontato da Dell’Agnola, fotografo e alpinista, che in veste di narratore, per parole ed immagini, ripercorre gli eventi salienti di novant’anni di storia della solare e strapiombante parete Sud, una muraglia gialla che non può non impressionare chi, dalla Capanna Trieste, salga la Mussaia verso il Rifugio Vazzoler.

Per Manrico sono le montagne di casa, gli ambienti che più ama e conosce. Questi luoghi sono stati teatro di alcune delle sue avventure alpinistiche più importanti e qui ha mosso i suoi primi e timidi passi sulla roccia; sono seguite poi le free-solo, le vie nuove, i concatenamenti e decine di salite su questi enormi pilastri di calcare, che ricordarono ai primi salitori il golfo tra Venezia e Trieste.

Ma questa volta Dell’Agnola si trova dall’altra parte della cinepresa, il suo ruolo è quello di dare voce ad una montagna e ai suoi eccellenti protagonisti.

La narrazione

Omar Genuin e Sara Avoscan nel film “Donnafugata”

Il film è incentrato su “Donnafugata”, una via aperta con concezione moderna dal campione altoatesino Christoph Hainz nel 2004; una salita molto difficile, che se fatta in libera arriva fino all’8a, un 8a complicato, poco intuitivo e che si affronta dopo una serie di tiri, in parte friabili, molto impegnativi e su una parete alpina di 750 metri.

I giovani atleti, che sotto le telecamere percorrono la via, sono due fuoriclasse dell’arrampicata bellunese e non solo: Sara Avoscan e Omar Genuin, una coppia di Falcade, compagni di vita e non solo nelle scalate. Lei 8c, lui 8c+; due personaggi timidi e riservati, ma fortissimi e determinati sulle difficili vie dolomitiche; una delle poche cordate capaci di trasferire anche in montagna i livelli raggiunti in falesia o sulla plastica. Nel loro palmarès compaiono vie fra le più impegnative delle Dolomiti e per Sara anche notevolissimi risultati nelle gare di arrampicata sportiva.

Il film propone due giorni intensi di parete, dove la coppia si alterna al comando di una serie di tiri impressionanti, mentre Hainz esprime fuoricampo le sue considerazioni sulla via.

Un bivacco in parete, anche se Sara e Omar sarebbero potuti uscire in giornata, che in realtà, per esigenze filmiche, sono stati tre sotto le stelle della Civetta. Momenti di duro lavoro appesi sugli strapiombi, ma anche di grande umanità e bellezza, hanno accompagnato le riprese; niente drammi o sofferenze però, ma solamente gioia per la scalata e per l’ambiente stupendo che li circondava.

Il cortometraggio Donnafugata, fortemente voluto da Karpos, è frutto di passione e sudore; un inno alla bellezza delle Dolomiti Bellunesi ed alla bravura e semplicità dei suoi protagonisti; una dolce dichiarazione d’amore scritta in una sequenza di immagini che tradiscono la natura di fotografo del regista e l’infinito legame che il marchio ha per la montagna.

Il trailer