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11 Gennaio 2023

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Koen Darras e Sara Eenhoorn scalano dieci Seimila nelle Ande in meno di due mesi

Koen Darras, Sara Eenhoorn e la loro guida sull’Aconcagua, Argentina. Fonte instagram

Il belga e la olandese hanno conquistato alcune delle montagne più difficili del continente sudamericano tra cui l’Aconcagua

Koen Darras (Belgio) e la sua compagna Sara Eenhoorn (Paesi Bassi), hanno scalato 10 montagne andine di oltre  6.000 metri in meno di due mesi. Si tratta di alcune delle montagne più difficili del  continente sudamericano affrontate nel corso di un viaggio tra Bolivia, Cile e Argentina. I due hanno concluso la loro avventura con la più alta di tutte: l’Aconcagua (6.962 m).

“Si può davvero dire che è stata un’idea folle, non avendo noi quasi esperienza in alta montagna – hanno commentato – Ma, come dice Nimsdai [Nirmal Purja]: niente è impossibile…”.

In Bolivia hanno salito Huayana Potosi (6.088 m), Illimani (6.438 m) Acontango (6.052 m), Parinacota (6.342 m), Pomerape (6.282 m) e Sajama (6.542 m). Hanno proseguito verso il Cile, dove si sono misurati su Vicunas (6.067 m), Nevado San Francisco (6.016 m) e Ojos del Salado (6.891 m).

Infine, ben acclimatati, in Argentina sono riusciti a scalare l’Aconcagua (6.962 m) in soli sette giorni. “Per avvicinarsi alla vetta normalmente occorrono 19 giorni, ma noi siamo riusciti a farlo in soli 7 giorni (grazie all’acclimatamento ovviamente). Inoltre, lo abbiamo fatto attraverso l’impegnativa “Via della Traversata Polacca” invece della più facile e commerciale Via Normale”, hanno scritto Sara e Koen sul loro instagram.

“I primi 3 giorni abbiamo camminato in solitaria fino a un’altitudine di 3.400 m e da lì abbiamo proseguito con la guida alpinistica Sebastian Spinelli. Ci ha condotti a Plaza Argentina (4.400 m), al Campo Alto 1 (5000 m), al Campo Alto 2 (5500 m) e al Campo Alto 3 (6000 m). Dopo una notte insonne e fredda a 6.000 m, alle 5 del mattino abbiamo iniziato la nostra scalata alla vetta”, racconta la coppia. “Siamo stati in modalità sopravvivenza per molti giorni e le condizioni erano difficili: aria secca, temperature di -30°C, forti venti gelidi, tempeste di sabbia, poco ossigeno […] Le condizioni erano impegnative. Dopo 7 giorni di dura sopravvivenza siamo saliti in 6,5 ore (la norma è di 13 ore). La progressione è stata dura a causa del vento forte e gelido che raggiungeva i 50 km/h. […]”

Il loro successo è in parte dovuto al rigoroso processo di acclimatazione

Vivendo in Belgio e nei Paesi Bassi, al livello del mare, la coppia sapeva di avere bisogno di molto tempo per adattarsi all’altitudine, così in fase di acclimatazione ha affrontato  molte altre cime prima degli obiettivi più ambiziosi. La maggior parte di queste montagne si trovano in Bolivia e comprendono: Pico Austria (5.327 m), Janq’u Uyu (5.512 m), Apacheta (5.445 m), Pirámide Blance (5.392 m) e Pico Las Animalis (4.750 m). La coppia ha anche tentato di scalare l’Illimani, la montagna più alta della Cordillera Real e la seconda vetta più alta della Bolivia (6.438 m), ma ha dovuto ritirarsi poco sotto la vetta a causa di un crepaccio.

“Che viaggio e che esperienza… INDESCRIVIBILE”, hanno commentato i due avventurieri. “Siamo già proiettati verso la prossima montagna: forse il Vinson in Antartide, il Denali in Alaska o l’Himalaya? Vi faremo sapere al più presto!”

 

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