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1 Aprile 2021

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Ladakh. Markha Valley Winter Expedition 2021: ‘In Pursuit of Purity’

Anindya e Aloke [da sinistra a destra] a Campo 1 . Foto: Anindya Mukherjee

Relazione di una spedizione  in Ladakh, alla ricerca di uno stile puro

Durante l’ultima settimana di febbraio e la prima settimana di marzo 2021, due alpinisti, Aloke Kumar Das e Anindya Mukherjee,  hanno deciso di avventurarsi  nella valle di Markha, in Ladakh (India),   per scalare le vette meno conosciute (e raramente scalate) del KY III (6280 m) e del KY IV (6130 m), situate a sud e sud-ovest dei più popolari Kang Yatse I (6400 m) e II (6200 m).

Per iniziare ad acclimatarsi, il team aveva pianificato di scalare il KY II  e poi continuare l’esplorazione attraverso il Kongka Nongpo La (5080 m).

Il loro obiettivo era affrontare quest’avventura in uno stile puro: senza campi o corde fisse, nessun portatore in alta quota e nessun supporto neanche al campo base.

Mappa della spedizione invernale nella valle di Markha

La mappa, mostra il loro tragitto tra febbraio-marzo 2021.
I cerchi rossi sono i villaggi in cui hanno dormito durante il tragitto. I Triangoli Rossi sono i loro campi.
Con i muli di Zangpo sono giunti fino a Tachungtse (o Tachutse), diventato il loro campo base. La stella rossa mostra il punto clou di questo viaggio. Le coordinate effettive di ogni campo e punto più alto sono fornite nella relazione

L’approccio. Leh – Markha – Hangkar – Tachungtse (24-28 febbraio)

Il 24 febbraio, Aloke e Anindya hanno lasciato Leh in un’auto a quattro ruote motrici e hanno raggiunto il villaggio di Markha percorrendo una nuova strada sterrata.  Qui hanno incontrato il mulattiere Zangpo. Dopo aver trascorso la notte del 25 febbraio a Hangkar e aver goduto di un’escursione panoramica lungo la gola del fiume Markha completamente ghiacciato, il 26 febbraio Zangpo e i suoi due muli hanno portato i due e la loro attrezzatura fino a Tachungtse. Lì si sono salutati. Gli alpinisti erano finalmente soli… l’intera valle era solo per loro.

Tachungtse è diventato il loro ovvio campo base. I due giorni successivi (27-28 febbraio) li hanno trascorsi scalando le creste a sud di Nyimaling, su cui si sono acclimatati. È stato durante questi ultimi due giorni che hanno deciso di aggirare del tutto i prati di Nyimaling e di effettuare un approccio più diretto al massiccio del Kang Yatse dalla stessa Tachungtse.

1 e 2 marzo

Il 1° marzo 2021, fuori dal sentiero per Nyimaling, si sono spostati  a sud-est di Tachungtse. Salendo lungo un sistema di creste moreniche laterali del massiccio del KY, si sono accampati vicino ai laghi gemelli, dedicati al Guru Rimpoche.

L’altitudine del campo era di circa 4650 m (Camp-1 / Jheel camp, Coordinates-33 ° 48’24.0”N, 77 ° 33’34.0”E). Il 2 marzo,  si sono avvicinati direttamente al KY-II con l’intenzione di raggiungere il  tradizionale campo alto situato sullo sperone NE. In un paio d’ore dalla partenza dal campo di Jheel, erano a 4950 metri.
La cresta morenica che portava al campo più alto era a una distanza gestibile. Ed ecco il primo fulmine a ciel sereno. I due avventurieri non potevano credere ai propri occhi: improvvisamente, da uno scarpone sinistro spuntava una suola. Tra incredulità, rabbia e frustrazione,  saltava il loro progetto di scalata in stile puro. L’uomo propone, lo stivale dispone.

Lo scarpone non era più utilizzabile con i ramponi ed era fuori questione affrontare la neve e arrampicare su ghiaccio. E’ stato allora che i due scalatori hanno deciso di montare la tenda a quota 4950m, che è diventato il loro Campo 2 (Coordinate – 33 ° 47’20.9”N, 77 ° 33’39.9”E).

Seduti al Campo 2, sciogliendo il ghiaccio e sorseggiando tè verde,  hanno deciso di andare avanti comunque. Sapevano che scalare non era possibile, ma sapevano di alcune cime raggiungibili proprio attraverso il ghiacciaio situato ad est del KY I. In effetti, vedevano il Reponi Malai RI (6050 m) e Dzo Jongo (6280 m). Presero la decisione. Il giorno successivo si sarebbero spinti più a sud-est, avrebbero attraversato il ghiacciaio e avrebbero stabilito un altro campo sulla cresta nord del Reponi Malai Ri.

3-4-5 marzo

Il 3 marzo, sono scesi dal fondo del ghiacciaio; procedendo in neve fresca fino alle ginocchia, hanno attraversato e salito gradualmente la cresta nord del Reponi Malai Ri. In cima alla cresta,  un forte vento soffiava da Ovest. Per evitarlo, hanno iniziato a traversare la cresta rimanendo un po’ bassi sul versante est. Alle 2 del pomeriggio, il vento si era trasformato in jetstream e ripararsi sul versante orientale della cresta non aiutava molto.

Il team si trovava ad un’altitudine di 5200 m, un punto relativamente sicuro per sistemare una tenda. Poichè il vento non sembrava voler dar tregua, hanno deciso di non spingersi più in alto e si sono accampati . Dopo aver individuato un posto relativamente in piano e impiegato due ore a lottare contro il vento, hanno montato la tenda. Così, il 3 marzo, intorno alle 16:00, a 5200m, hanno allestito il loro Campo 3 (Coordinate-33 ° 46’21.9”N, 77 ° 34’50.0”E) sulla cresta nord del Reponi Malai Ri.

KY I, Campo 3. Campo 3. KY I a destra e la salita a sinistra porta a Reponi Malai Ri. Foto: Anindya Mukherjee

La mattina del 4 marzo, da C3 si sono spinti verso  la cima del Reponi Malai Ri. Il vento si era calmato e mantenendo un ritmo costante sono riusciti a raggiungere, in due ore di marcia, quota 5600m (Coordinate- 33 ° 45’45.0”N, 77 ° 35’07.3”E). E’ stato in quel momento, che Aloke si è reso conto che il nastro adesivo aveva ceduto e la suola era sparita. Con una sola suola, non era oppurtuno salire oltre e così hanno deciso di tornare a Campo 3.

Il 5 marzo, in sicurezza, hanno percorso una via più lenta e lunga ma meno ripida per tornare al loro Campo 1. Il 6 marzo erano di nuovo a Tachungtse. Il 7, sono scesi al villaggio di Markha e il giorno successivo hanno raggiunto Leh.

L’avventura, iniziata con un progetto di scalata invernale in stile puro, purtroppo non si è conclusa su alcuna vetta, ma non  hanno nemmeno tradito  i loro principi

I due alpinisti, soli per 12 giorni nella parte alta della valle di Markha, non hanno incontrato anima viva. Hanno allestito tre Campi, raggiunto i 5600 metri di quota e scelto la sicurezza piuttosto che tentare la vetta.
Temperatura media durante la loro permanenza in quota: tra -15° C e -30° Celsius.

(Relazione di Anindya Mukherjee)

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