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23 Marzo 2018

Alpinismo e Spedizioni · Vertical

Le date delle invernali: Moro in disaccordo con Urubko

Simone Moro. Foto: Gianmarco Dodesini Valsecchi

Simone Moro: “Nella vita si possono anche cambiare le regole, ma non a metà del gioco”.
Moro tornerà in Himalaya

Simone Moro, rientrato poche settimane fa dalla Siberia, dopo aver realizzato  con Tamara Lunger la prima salita invernale del Gora Pobeda o Pik Pobeda (3003 m.), è stato intervistato da Dario Rodriguez. Oltre a raccontare la complessa impresa nella  remota catena dei monti Cerskij, la zona più gelida e disabitata del pianeta, Moro ha accennato ai suoi progetti futuri. Pur non avendo ancora le idee ben chiare, il bergamasco ha lasciato presagire che potrebbe ritornare in Himalaya.

Come già dichiarato in più di un’occasione, Moro non  tenterà l’invernale al K2. Dispiaciuto per il ritiro dei polacchi aggiunge: “Sarebbe perfetto se i polacchi chiudessero il cerchio. L’anno prossimo sono certo che ci saranno un paio di spedizioni sul K2”.

Moro anticipa anche il suo possibile interesse all’Everest senza ossigeno: “Sono stato io a parlarne ad Alex Txikon, ma se vado non voglio farlo con gli sherpa e attraversando la cascata di ghiaccio con le scale, preferirei uno stile diverso. Nessuno ricorda che la spedizione più leggera della storia l’ho fatta con Denis Urubko al Makalu. Eravamo solo in due, senza portatori, sherpa o ossigeno supplementare. C’era solo uno  chef. Mi piacerebbe fare la parete nord, una nuova via, una variante … Ho delle idee. Lo stile classico non mi motiva più, e questo non significa che non mi piaccia o che non rispetti il ​​tentativo di Alex Txikon. Penso solo che la sua strategia non sia la migliore perché richiede molto tempo. Credo che sia meglio fare l’acclimatazione in un’altra alta montagna, raggiungere il campo base e poi salire.”

Nell’intervista al magazine spagnolo, Moro commenta duramente la teoria di Denis Urubko inerente le date entro cui realizzare le  invernali, con cui si trova in netto disaccordo: “Nella vita si possono anche cambiare le regole, ma non a metà del gioco. È strano cambiare le norme nell’ultimo Ottomila dopo che ne sono stati saliti tredici… Maciej Berbeka, quindi, sarebbe morto per niente al Broad Peak? Penso sia una mancanza di rispetto. E’ morto mentre seguiva una regola chiara e ora Denis dice che la sua non era un’invernale. Spero che non sia una strategia per annullare due degli ottomila che sono già stati fatti in inverno e per avere lui stesso la possibilità di farne quattro … Primo, perché non vincerà; secondo, perché penso sia una mancanza di rispetto nei confronti della storia dell’ alpinismo. Secondo la visione di Denis, due  Ottomila conquistati dai polacchi in inverno non valgono.”

Conclude Moro: “Mi vengono in mente 5 alpinisti che sono morti tentando le invernali entro la data del 21 marzo… L’idea di Denis la rispetto perché è un’opinione, ma  credo che nessuno la consideri. Reinhold Messner ha scritto un articolo in cui afferma che l’inverno non si chiude il 28 febbraio. Messi, anche se è un fuoriclasse, non  può dire che le partite di calcio durano 200 minuti invece di 90.”

Il racconto di Simone Moro: la salita al Pik Pobeda, nel gelo della Siberia

Guarda il video di Simone Moro e Tamara Lunger in vetta al Pik Pobeda