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8 Luglio 2019

Ambiente e Territorio · Cultura · Appennini · Aree Montane · Italia · Marche

“Le parole della montagna”, dal 14 al 21 luglio 2019 a Smerillo

Foto arch. Festival “Le parole della montagna”

A Smerillo un festival per chi vuole raggiungere le Terre Alte

È la Parola la protagonista di questo Festival. Ogni anno  il Festival articola un intero programma, ricco ed intenso, intorno ad una parola suggerita dalla montagna, dove nessun evento è inserito solo per riempire il calendario, ma dove tutto è veramente armonico, studiato nei minimi particolari, con un’attenzione che rivela la grande passione che c’è dietro.

Per parlare di sacralità della montagna e lanciare spunti di riflessione per chi vuole mettersi in cammino verso le Terre Alte, dieci anni fa, gli organizzatori del festival Le Parole della Montagna, contro ogni logica commerciale, hanno scelto Smerillo, un piccolissimo Borgo medievale, sotto i Monti Sibillini, in provincia di Fermo, arroccato sopra un crinale roccioso, dove non c’è veramente nulla, fuorché i panorami ed i luoghi stessi, dove tutto viene ricondotto all’essenziale, condizione ottimale per creare incontri veri, relazioni umane, convivialità, amicizia.

Passione, cultura e ospitalità sono gli ingredienti di successo della kermesse che ogni anno a luglio chiama a raccolta migliaia di persone, pronte a lasciarsi sollecitare da riflessioni che stimolano interrogativi che chiedono risposte personali.

Diretto da Simonetta Paradisi, il festival si svolgerà dal 14 al  21 luglio.

La parola dell’edizione 2019 è orizzonte, linea immaginaria che divide il cielo dalla terra ed attrae lo sguardo

In termini metaforici, l’orizzonte indica il limite in cui si separano, ma in cui anche si uniscono, il finito e l’infinito; irreprimibile tensione dell’Uomo verso l’infinito; linea di confine fra l’al di qua e l’al di là della siepe di leopardiana memoria. Partendo da queste forti metafore, il Festival offrirà riflessioni che spaziano dalla letteratura all’arte, dalla poesia alla musica, dalla religione alla scienza, dalla filosofia all’alpinismo.

Il linguaggio sarà quello simbolico e trascendente, proprio della montagna, che farà da padrona con un’escursione in apertura della kermesse, nelle zone più inesplorate dei Monti Sibillini, all’interno della quale sono proposte letture meditative ed alla fine del percorso una lezione-spettacolo su Leopardi del filosofo Cesare Catà, che con grande abilità mescola filosofia, letteratura e divertimento.

Nel piccolo borgo di Smerillo e nella vicina Montefalcone Appennino, si dà inizio poi alla kermesse, con una serie di appuntamenti dedicati all’alpinismo ed al cinema di montagna. Stefano Ardito, con la proiezione del suo docu-film “Da zero a ottomila, la storia di Daniele Nardi“, ricorda l’alpinista recentemente scomparso sul Nanga Parbat e trasmette la sua passione per la montagna, anche quella a noi più vicina.

La proiezione del film di Reinhold Messner, “The Holy Mountain”, con l’introduzione di Flavia Orsati, propone le tematiche proprie della sacralità della montagna.

L’orizzonte geopoetico sarà proposto da Davide Sapienza in una camminata meditata nel bosco all’imbrunire, mentre i racconti alpinistici e l’esperienza personale e spirituale dell’ascesa saranno affidati a Fausto De Stefani.

Nell’indagare le accezioni metaforiche più varie della parola “orizzonte”, il Festival avendo sempre bene in mente l’Uomo, propone poi, riflessioni che spaziano dalla letteratura all’arte, dalla poesia alla musica, dalla religione e dalla filosofia alla scienza.

Il livello culturale è molto alto, con relatori di grande spessore umano e culturale, tra cui per l’edizione 2019, il critico d’arte Vittorio Sgarbi che proporrà una lectio magistralis sull’orizzonte femminile con uno sguardo sui volti delle donne nell’arte.

Molto atteso il dialogo interreligioso con Mons. Vincenzo Paglia, Hamsananda Giri e Davide Sisto per cercare di capire cosa c’è oltre l’ultimo orizzonte, quello della mortementre della possibilità di superare i confini e solcare nuove rotte verso l’infinito parlerà la teologa Rosanna Virgili. A 30 anni dalla caduta del muro di Berlino, si cercherà di capire con Alberto Guasco, perché si stanno costruendo nuovi muri ed a 50 anni dall’allunaggio perlustreremo nuovi orizzonti spaziali, con Letizia Davoli. Il grande fisico Luca Gammaitoni ci introdurrà negli orizzonti futuri, per esaminare la possibilità di predire il futuro. Lo sguardo verso l’infinito leopardiano ci sarà offerto dal poeta Davide Rondoni. Una mostra fotografica di Adriano Gamberini, curata da Cecilia Casadei, racconterà i volti dell’Uomo oltre l’orizzonte.

Al festival torna anche il giornalista-scrittore Andrea Bianchi, fondatore della prima scuola di camminata scalza in Italia: un passo dopo l’altro, per percepire tutta la vulnerabilità ma anche la libertà del nostro corpo e assaporare quanto una tale pratica di benessere psicofisico favorisca una riconnessione con la natura e se stessi.

In un territorio ferito dal sisma del 2016, il Festival assume anche un’altra importante valenza, facendosi occasione per rilanciare, attraverso una proposta di turismo culturale, il piccolo Borgo di Smerillo e tutta la zona dell’entroterra marchigiano.

Il programma completo