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25 Febbraio 2021

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Lonnie Dupre verso l’Alaska per il quinto tentativo sul Mt. Hunter o Begguya

Lonnie Dupre, durante la sua spedizione al Polo Nord nel 2005. Foto: Lonnie Dupre

L’esploratore polare e alpinista, tenterà la prima salita invernale della vetta meridionale con la compagna Pascale Marceau

Lonnie Dupre partirà il 25 febbraio per l’Alaska, per tentare per la quinta volta il Begguya o Mt. Hunter. Il Begguya è un picco notoriamente impegnativo e non è mai stato scalato in solitaria nella stagione invernale.

Il 59enne del Minnesota, è appassionato di esplorazioni polari. È stato il primo a completare la circumnavigazione della Groenlandia in kayak e con i cani, una spedizione di 6.500 miglia  e la prima traversata invernale con i cani da ovest a est del Passaggio a Nord-Ovest (3.000 miglia).

Dupre è anche un abile alpinista, uno dei pochi ad aver salito in solitaria il Denali  (6.190 m) in inverno. Tra le sue imprese, la prima salita del Jeannette Peak (3.089 m) nella Columbia Britannica e  la prima invernale del Mount Wood (4.842 m) nello Yukon.

Dei quattro precedenti tentativi di Dupre sul Begguya,  tre sono stati compiuti in inverno, (due dei quali in solitaria) e un quarto ad aprile. “Il Mt. Hunter è estremamente difficile. Ripido su tutti i versanti, con pesanti cornicioni, molti seracchi – ha spiegato Dupre a Rock&Ice – viene investito da tutte le tempeste che provengono dal mare”.

Lonnie Dupre sulla cresta Sud-Ovest durante il tentativo del 2020 sul Begguya o Mt. Hunter. Foto: Lonnie Dupre.

Sebbene vetta principale del Begguya non sia mai stata salita in solitaria in invernale, quest’anno Dupre cambierà via. Con lui ci sarà la sua compagna di arrampicata e fidanzata di lunga data Pascale Marceau (con cui ha effettuato la prima salita del Jeannette Peak e del Mount Wood). I due non mirano alla vetta principale ma ad una cima leggermente più bassa, nota come Mt. Stevens (4.257 m). Il Mt. Stevens, precedentemente noto semplicemente come “South Hunter”,  fino al suo battesimo nel 2010 era la vetta senza nome più alta dell’Alaska. Non viene scalato spesso e deve ancora essere salito in inverno.

Marceau e Dupre prevedono di rimanere sulla montagna poco più di due settimane. Seguiranno una via sulla cresta Sud-Ovest, la stessa che Duprè e due compagni di spedizione tentarono l’anno scorso (il trio fu costretto a ritirarsi a causa di un grave congelamento che colpì un membro del team). “Seguiremo un ripido pendio di 762 metri proprio fuori dal nostro campo base, saliremo sulla cresta vera e propria a poco meno di 3.048 m”, ha reso noto Dupre. Questo pendio iniziale è estremamente pericoloso in quanto soggetto a valanghe. Anche una spolverata di pochi centimetri di neve innescherebbe una valanga, ha affermato lo scalatore.

Punto chiave della salita: circa 300 metri di misto a 60 gradi

La coppia salirà e scenderà dalla via durante la notte. Dopodiché affronterà una scalata su ghiaccio di bassa difficoltà per altri 300 metri circa, su una cresta fortemente crepacciata.

“Non è tecnicamente difficile”, ha ammesso Dupre, “ma quando si combina con poca luce diurna  e freddo estremo, diventa dura. Gestire le corde a meno quaranta non è facile.”

Hanno scelto la cresta Sud-Ovest perché Dupre sostiene che tutte le altre sezioni della montagna siano troppo difficili e pericolose. “Non andremo là  per soffrire…”, ha detto. “Non ho mai creduto troppo nelle salite veloci o nelle cose  troppo difficili. Per me, è importante avere un buon obiettivo e godermi una buona avventura in vecchio stile “.

Lui e Marceau hanno intenzione di arrivare nel massiccio entro il 2 marzo e sperano di poter tornare dal Begguya il 21 marzo.