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4 Ottobre 2022

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Manaslu (8163 m): alpinisti e operatori rinunciano

Manaslu, CB, settembre 2022. Fonte Geljen Sherpa facebook

Una serie di tragedie in quota e il persistere del maltempo inducono gli operatori nepalesi a cancellare le loro spedizioni

La scorsa settimana  sul Manaslu sono morti tre alpinisti: la leggendaria scialpinista americana Hilaree Nelson, precipitata appena sotto la vetta principale mentre scendeva con gli sci lunedì 26 settembre, lo scalatore Anup Rai, vittima lo stesso giorno di una valanga mentre si dirigeva dal Campo III al Campo IV  e Dawa Chhiring Sherpa, 33 anni, travolto da un’altra valanga domenica scorsa. Prima che Dawa morisse sotto la neve, un’enorme valanga aveva distrutto più di 35 tende al campo base del Manaslu.

E così, dopo le compagnie occidentali, anche gli operatori nepalesi lanciano la spugna.

“Abbiamo annullato la spedizione sul Manaslu di quest’anno”, ha dichiarato ieri Thaneshwor Guragain, manager di Seven Summit Treks, il più grande operatore del Nepal, “Si prevede una massiccia nevicata a partire da domani, quindi quasi tutte le agenzie hanno annullato le loro spedizioni”. Ricordiamo che anche il presidente della società, Mingma Sherpa e suo fratello, Chhang Dawa Sherpa, erano in spedizione per raggiungere la vetta principale del Manaslu.

Elite Exped ha preso la stessa decisione. “A seguito delle molteplici grandi valanghe e della perdita di nostri cari amici sulla montagna, nonché delle attuali e prossime condizioni meteorologiche – abbiamo preso la decisione di annullare la spedizione di quest’anno”, ha scritto su Twitter il titolare dell’agenzia Nirmal Purja meglio conosciuto come Nimsdai, “La sicurezza è la nostra prima priorità”.

Anche l’alpinista britannica Adriana Brownlee, in spedizione con l’obiettivo di diventare la donna più giovane a scalare i 14 Ottomila, è rientrata al campo base  con Geljen Sherpa, senza raggiungere la vetta.
“Sono tornata al campo base e sto riflettendo su quella che è stata l’esperienza più difficile finora”, ha scritto sui social, aggiungendo: “Abbiamo raggiunto il Campo 3 un paio di giorni fa, ma le nevicate sono state costanti giorno e notte, il che significa nuovo rischio di valanghe, niente corde e la triste notizia di un’altra valanga al Campo 2. Mi sento solo fortunata ad essere al sicuro al Campo Base.”

“In questa stagione non abbiamo raggiunto la vetta, ma un’altra cosa: la nostra forza mentale – ha postato Geljen Sherpa – Questa montagna mi ha insegnato così tante cose in così poco tempo. Ho perso degli amici, ho perso la speranza, ho ritrovato la forza, ho avuto paura, sono stato forte…
La montagna sarà sempre presente, così come gli spiriti di alcune grandi persone che hanno perso la vita sul Manaslu quest’anno. Grazie a tutti per il sostegno e spero di tornare con buone notizie sulla mia prossima spedizione al Cho Oyu. Per ora Adriana Brownlee  si riposerà per qualche giorno ed elaborerà quanto accaduto nelle ultime settimane.”

“Non era destino”, ha affermato Ralf Dujmovits. Durante la sua spedizione sul Manaslu ha effettuato tre tentativi al vertice principale, tutti e tre falliti a causa del maltempo. Per due volte, la neve fresca e l’alto rischio valanghe hanno fermato l’alpinista tedesco che ha affrontato la montagna senza l’ausilio di ossigeno supplementare. Nell’ultima occasione, il 60enne non è andato oltre il Campo 4 a 7.400 metri. “È stata una montagna russa di emozioni”,  ha raccontato Dujmovits a Stefan Nestler dal campo base prima di tornare a Kathmandu.

Everest Chronicle riporta che Bigyan Koirala, un funzionario del dipartimento del turismo, ha dichiarato che quasi tutte le spedizioni sono state cancellate. “Una spedizione di Himalaya Ascent prevede di salire in montagna domani. Gli altri hanno cancellato le loro spedizioni”.