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22 Giugno 2022

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Matteo Della Bordella, Stefano Cordaro, Filip Babitz, Alessandro Zeni e Marco Majori verso il Siula Grande (6.344 m)

Siula Grande (6343 m), Ande peruviane. Fonte Matteo Della Bordella facebook

La forte squadra italiana è partita per le Ande peruviane dove tenterà uno dei progetti più interessanti di questa stagione

Una grande squadra formata da Matteo Della Bordella, Stefano Cordaro, Filip Babicz (scalatore di origine polacca ma italiano di adozione), Alessandro Zeni e Marco Majori, è partita per il Siula Grande (6.344 m), nelle Ande peruviane, per tentare una nuova via alpinistica sulla parete Est.

“Durante il prossimo mese faremo del nostro meglio per scalare questa spettacolare parete – ha postato Della Bordella prima della partenza – Siula Grande (6343m) parete Est, un’idea nata già alcuni anni fa insieme a Berna e Tito Arosio… adesso è ora di riprovarci, sperando di essere più preparati per questa bella sfida e sperando che questa volta la montagna ci lasci passare”.

La spedizione durerà 45 giorni.

La forte squadra italiana all’aeroporto di Milano in partenza per il Siula Grande. Fonte: Matteo Della Bordella-facebook

Un po’ di storia

Il Siula Grande è una delle cime più imponenti della Cordillera Huayhuash, nelle Ande peruviane. Le sue pareti verticali di neve, ghiaccio e roccia sono state teatro di sfida dei migliori alpinisti al mondo.

La prima ascensione fu effettuata il 28 luglio 1936 dagli austriaci Arnold Awerzger ed Erwin Schneider raggiunsero la vetta attraverso la Cresta Nord. Tuttavia, il Siula Grande divenne famoso nel 1985, quando Joe Simpson e Simon Yates (Regno Unito), salirono per la prima volta l’enorme parete verticale Ovest. Durante la loro discesa attraverso la Cresta Nord, vissero quella che è diventata una delle più grandi storie di sopravvivenza dell’alpinismo di tutti i tempi. Il racconto, scritto da Simpson nel suo  libro “Touching the Void” (pubblicato in Italia con il titolo “La morte sospesa“), divenne un classico dell’alpinismo pubblicato in più di 20 lingue. Dal libro fu tratto anche un film  per il grande schemo.

Due alpinisti francesi, Didier Jourdain e Max Bonniot, salirono per la prima volta la parete Est il 27 agosto 2016, attraverso il Pilastro Est e la Cresta Sud-Est. Scalarono in stile alpino per cinque giorni, senza piazzare alcuno spit. Alla fine chiamarommo la loro via Le Bruit Des Glacons (1.400 m, ED 6c WI5).

Un anno dopo, nel 2017, Matteo Della Bordella, Tito Arosio e Matteo Bernasconi (quest’ultimo morto nel 2020 travolto da una valanga nelle Alpi), tentarono la parete Centrale. Respinti, si dedicarono a una nuova linea sul Pilastro Est, partendo a sinistra della linea francese del 2016. Della Bordella e i suoi compagni avevano poche informazioni sulla via. Alla fine si ritirarono a causa dell’arrivo di una tempesta di neve.

Successivamente, Della Bordella dichiarò all’American Alpine Club: “Quello che posso dire di questo piccolo angolo della Cordillera Huayhuash è che il calcare è qualcosa di incredibile: estremamente solido, tagliente e compatto, simile a quello che si trova nel Rätikon o nel Wendenstöcke. La parete principale al centro della parete est di Siulá Grande è una sfida con difficoltà tecniche di alto livello su roccia, oltre a un approccio complesso e impegnativo”.