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18 Aprile 2018

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Messner, Habeler e il team della spedizione del 1978, in Nepal per il 40° anniversario della prima salita dell’Everest senza ossigeno supplementare

Everest. Foto: Rdevany, en.wikipedia.org,2012

Il team che nel 1978 intraprese una spedizione apparentemente impossibile sull’Everest, è tornata in Nepal per commemorare il 40 ° anniversario dello storico vertice raggiunto  per la prima volta senza l’utilizzo di ossigeno supplementare da due dei suoi membri: Reinhold Messner e Peter Habeler

Otto dei dodici alpinisti della storica spedizione austriaca del 1978 – Wolfgang Nairz, Reinhold Messner, Peter Habeler, Helmut Hagner, Hanns Schell, Robert Schauer, Oswald Ölz e Raimund Margreiter – sono tornati in Nepal per commemorare il 40° anniversario della prima salita dell’Everest (8.848 m) senza l’ausilio di ossigeno supplementare, realizzata da due membri del loro team: Reinhold Messner e Peter Habeler.

Messner e Habeler raggiunsero la vetta l’8 maggio. La spedizione era guidata da Wolfgang Nairz. Si trattava della quattordicesima salita dell’Everest e sei alpinisti della spedizione raggiunsero la cima.

Secondo Tashi Tenzing Sherpa, nipote del leggendario alpinista Tenzing Norgay, è la prima volta in assoluto che il team ritorna in Nepal dopo quell’impresa. Ad oggi, sono meno di 200 gli scalatori che hanno raggiunto la cima del Monte Everest dai versanti del Nepal e del Tibet senza usare l’ossigeno supplementare.

Il gruppo visiterà anche la regione del Monte Everest, secondo quanto riferito da Messner a The Himalayan Time.

Oggi la squadra ha perso quattro dei suoi componenti: Horst Bergmann, Josl Knoll, Reinhard Karl e Franz Oppurg.

(Da sinistra) Oswald Olz, Peter Habeler, Reinhold Messner, Dietmar Löffler (ORF), Reini Huber (ORF), Hanns Schell, Marco Polo (ORF), Robert Schauer, Helmut Hagner; (seduto) Wolfgang Nairz, Raimund Margreiter. Dietmar Löffler, Reini Huber e Marco Polo sono qui per girare un documentario che vedrà protagonisti i leggendari alpinisti. Foto: Rajan Pokhrel / THT

Messner, 74 anni, difensore dell’alpinismo tradizionale, ha così commentato l’affollamento che annualmente si registra sulla montagna pià alta del pianeta: “È turismo, non alpinismo. Ma il Nepal ha bisogno di più turisti “.

Habeler, tuttavia, sembra un po’ critico per il flusso senza sosta di scalatori inesperti sul Monte Everest negli ultimi anni, ma non sa come potrebbe essere  controllato. L’alpinista settantacinquenne ha dichiarato che il Nepal è la sua seconda casa, raccontando uno slogan che ha coniato 40 anni fa quando è arrivato per la prima volta all’aeroporto internazionale di Tribhuvan: “Il Nepal ti cambierà”.

La squadra è già partita per Lukla per visitare l’ospedale Kunde a Kongde e il campo base dell’Everest. La Messner Mountain Foundation ha supportato l’ospedale, costruito originariamente da Edmund Hillary, in seguito al devastante terremoto dell’aprile 2015.

Le attività del team saranno presentate in un documentario di 90 minuti, Land of the Mountains, girato da un team di Austrian Broadcasting Corporation – ORF.

Il Nepal Tourism Board e la Nepal Mountaineering Association celebreranno lo storico gruppo nel corso di una funzione che si svolgerà a Kathmandu domani 19 aprile.