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23 Giugno 2017

Insight · Alpi Orientali · Aree Montane · Italia · Trentino Alto Adige

Nell’Orto Salewa, 15 migranti e rifugiati: un’opportunità di lavoro e integrazione

Orto Salewa, visual progetto

A Bolzano, una rete di solidarietà tra aziende e volontari offre a rifugiati e migranti  un orto di 3.000 mq, per imparare le tecniche dell’agricoltura biologica e produrre frutta e verdura

“Non avere niente da fare è una delle cose peggiori, perché toglie alle persone dignità e speranza per il futuro – spiega Heiner Oberrauch, Presidente del Gruppo Salewa-Oberalp e fondatore dell’Orto SalewaIo ho provato a proporre alle associazioni e istituzioni locali delle attività destinate ai rifugiati e migranti, ma non ho avuto successo. Penso che la politica non possa risolvere tutto e che sia dovere civile impegnarsi in prima persona. L’agricoltura è parte integrante della cultura e della vita della nostra comunità, e così è nata l’idea dell’Orto Salewa.”

Come nasce il Progetto

Stephanie Völser, Executive Assistant del Presidente e responsabile del progetto, è impegnata dall’inizio del 2016 nel movimento Binario 1 di assistenza e supporto ai rifugiati e migranti che arrivano a Bolzano. Attraverso questa esperienza ha sviluppato la convinzione che l’integrazione si realizza solo se accompagnata da un’occupazione attiva. Così ha convinto il proprio Presidente a mettere a disposizione un’ampia area del terreno antistante la moderna sede del gruppo, un’azienda di oltre 600 addetti che da Bolzano produce e distribuisce abbigliamento e attrezzature tecniche per le attività in montagna in tutto il mondo.

Progetto Orto Salewa. Fonte immagine: Salewa

A partire dallo scorso Marzo quindi sono iniziati i lavori preparatori e ora nei 3.000 metri quadrati dell’orto sono impegnati quindici rifugiati e migranti che coltivano oltre trenta qualità di verdure, erbe aromatiche, mirtilli e lamponi. La loro attività è seguita da alcuni volontari, come Caroline Hohenbühel, che ha messo al servizio del progetto la propria esperienza nel movimento Binario 1, e Josef Zemmer, un maestro artigiano esperto in coltivazione che sta trasmettendo loro le tecniche dell’agricoltura biologica.

La rete di solidarietà

Evidentemente il terreno dell’Orto Salewa non era fertile solo per l’insalata, ma anche per fra sbocciare nuove partnership con alcune aziende locali, che hanno aderito al progetto creando attorno ai rifugiati e migranti una ampia rete di solidarietà. Non appena è cominciata a circolare la notizia del progetto, Gregor Wenter ed Egon Heiss, rispettivamente proprietario e chef stellato del ristorante Bad Schörgau a Sarentino, si sono fatti vivi per chiedere di diventare clienti dei prodotti dell’Orto Salewa. Inoltre Egon Heiss ha procurato anche il fertilizzante organico che insieme al compost fornito gratuitamente da Bioenergia Trentino è un elemento indispensabile per la coltivazione sostenibile del terreno.

La rete di solidarietà è cresciuta nel tempo. Gli attrezzi agricoli sono stati forniti gratuitamente dal Consorzio Agrario di Bolzano e attualmente sono depositati in un container messo a disposizione dalla ditta Niederstätter che si occupa di noleggio di materiali e attrezzature per l’edilizia. Inoltre, il Gardencenter Biasion si è da subito appassionato al progetto offrendo tutte le piantine per l’orto. Infine, un requisito essenziale è stato risolto dalla collaborazione con la cooperativa sociale OfficineVispa, che ha consentito di superare alcuni ostacoli di carattere burocratico integrando i rifugiati e migranti come soci della cooperativa.

Gli stessi dipendenti Salewa, sostenitori del Progetto

Un aspetto speciale del progetto è che anche i dipendenti del gruppo Salewa-Oberalp sono diventati essi stessi sostenitori dell’iniziativa. Infatti ogni anno a Natale viene organizzata una lotteria aziendale di beneficienza che consente di scegliere tra quattro progetti sociali da finanziare. L’importo raccolto viene poi decuplicato dall’azienda, e in questo modo sono stati raccolti oltre 7.000 euro destinati all’Orto Salewa.

Progetto Orto Salewa. Fonte: Salewa

 

I primi frutti!

L’Orto Salewa ha cominciato ora a dare i primi frutti. I prodotti vengono consegnati, a fronte di una libera donazione, al Ristorante Bad Schörgau, al Bar Ristorante Salewa Bivac e ai dipendenti Salewa. Il ricavato delle donazioni è destinato ai quindici rifugiati e migranti che si sono impegnati attivamente all’interno dell’Orto Salewa.

“L’aspetto di apprendimento delle tecniche agricole e quello economico sono ovviamente importanti – conclude Stephanie Völserperché la dignità sociale passa anche attraverso una seppur parziale autonomia economica. Ma il maggior valore del progetto è la possibilità di uscire dalla realtà separata dei centri di accoglienza ed entrare in contatto con la comunità che li circonda. Non ci aspettiamo che questo progetto sia risolutivo ma speriamo che possa dare un contributo positivo alla vita di queste persone e forse anche essere di ispirazione per progetti simili.”

Dati e numeri

– Superficie: 3.000 mq circa
– Rifugiati e Migranti impegnati: 15 (Senegal: 6; Gambia: 3; Kurdistan: 2; Mali: 2; Congo: 2)
– Volontari: 5
– Varietà coltivate: Insalata, Sedano, Rucola, Zucchini, Pomodori, Cetrioli, Basilico, Rosmarino, Erba cipollina, Menta, Prezzemolo, Mais, Zucca, Finocchio, Barbabietola rossa, Bietola, Fagioli, Patate, Cavolo, Cavolo rapa, Cavolfiore, Spinacci Cavolo riccio, Cipolla, Peperoni, Peperonicini, Melone, Lamponi, Bacche di Goji, Ribes , Mirtilli americani
– Consegna: giovedì dalle ore 18:00 alle 19:00 presso l’orto accanto al Salewa Bivac, Bolzano

Partner

– Salewa Oberalp Group, Bolzano
– Ristorante Bad Schörgau, Sarentino (BZ)
– Bioenergia Trentino, Faedo (TN)
– Niederstätter, Steg (BZ)
– Gardencenter Biasion, Bolzano
– Cooperativa Sociale OfficineVispa, Bolzano
– Consorzio Agrario di Bolzano

Profili

Niang Balla, migrante
21 anni, è arrivato in Alto Adige alla fine del 2016. Aveva già esperienza nel settore perché in patria ha lavorato nella coltivazione di fagioli e arachidi. Sta cercando un lavoro e spera che questa iniziativa possa aiutarlo a raggiungere questo obiettivo.
Egon Heiss e Gregor Werter, Ristorante Bad Schörgau, Val Sarentino
Rispettivamente lo chef stellato e il proprietario del Ristorante Bad Schörgau. Egon, 34 anni, è uno dei cuochi emergenti del panorama italiano. Gregor, 39 anni, è noto al grande pubblico per la sua partecipazione alla trasmissione televisiva La Prova del Cuoco.
Stephanie Völser, Coordinatrice Orto Salewa
25 anni, Executive Assistant di Heiner Oberrauch, Presidente del Salewa-Oberalp Group. Dal 2016 è impegnata nelle attività di Binario 1, un movimento di volontari che sostiente i rifugiati e migranti in Alto Adige: Stephanie insegna loro l’italiano.