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11 Dicembre 2017

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Il Nepal annuncia nuove norme per le spedizioni sull’Everest

Everest. Foto: Dario Rodriguez/Desnivel

Il Ministero del Turismo del Nepal ha annunciato una nuova proposta che modifica la normativa che regola le spedizioni sull’Everest e su altre grandi montagne del paese

Nella proposta, attualmente al vaglio del Consiglio dei Ministri, misure restrittive per “ciechi  e amputati di entrambe le gambe”, nonché per alpinisti solitari e per  i “non idonei a salire”.

Il regolamento stabilisce anche la soglia di 16 anni, come età minima per richiedere un permesso di salita (senza l’innalzamento a 18 anni come precedentemente annunciato); così come l’aumento della limitazione dei walkie-talkie, fino a 15 per spedizione, e l’obbligo che l’attrezzatura di un alpinista debba essere trasportata dallo stesso alpinista o da scalatori da lui autorizzati.

La riforma, che riguarda il veto per i disabili, sembra sia stata inserita principalmente per  Hari Budha Magar, il soldato dell’esercito Gurkha britannico in Afghanistan che ha perso entrambe le gambe durante il servizio  militare. Hari Budha Magar ha annunciato la sua intenzione di tentare l’Everest la prossima primavera (l’alpinista ha scalato il Mera Peak quest’autunno come pre-allenamento).

Se la ragione del nuovo regolamento è quello di ridurre i rischi sull’Everest, va detto che non vi è alcuna relazione tra disabilità e incidenti in montagna. Gli incidenti e le morti colpiscono, infatti, più i “non disabili” che i disabili che salgono l’Everest. Inoltre, le capacità necessarie per scalare questa montagna non sono solo fisiche.

Si è scatenato anche un dibattito relativo alle restrizioni per i  “non ideonei a salire”, norma non molto comprensibile.

Anche la clausola rivolta agli alpinisti “solitari” è stata accolta con stupore, poiché al momento, nessuno  sale l’Everest da solo. Tutte le spedizioni, solitamente, comprendono Sherpa di supporto o si avvalgano del lavoro degli sherpa di altre spedizioni con cui collaborano. Anche Álex Txikon nelle sue invernali e Nobukazu Kuriki nei suoi tentativi autunnali sono stati accompagnati dagli Sherpa. Forse l’unico a non assumere personale locale sull’Everest è stato Kilian Jornet, anche se vale la pena ricordare che il suo tentativo riguardava il versante tibetano, che dipende dalle autorità cinesi.

Certificati di vetta per gli Sherpa e premi assicurativi più alti

Per contro, il nuovo regolamento includerebbe una misura voluta fortemente dalla comunità Sherpa. Nello specifico, prevede che gli Sherpa e gli operatori nepalesi delle spedizioni che raggiungono la vetta ricevano  un certificato di vertice. La nuova norma giunge a seguito della polemica scoppiata in Nepal lo scorso anno quando le autorità rifiutarono di rilasciare i certificati di vetta per gli Sherpa, sostenendo che non erano membri della spedizione ma lavoratori impiegati nella stessa e, in quanto esenti dal pagamento del permesso di ascensione, non avevano diritto a tale certificato.

Un’altra norma positiva riguarderebbe i premi assicurativi sulla vita per gli ufficiali di collegamento, addetti al campo base e guide, che è stata aumentata.

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