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30 Aprile 2021

Ambiente e Territorio · Appennini · Aree Montane · Italia · Lazio · Rifugi

Petizione contro il nuovo rifugio a Pantani di Accumoli. CAI: “opera dannosa”

Panoramica dei Pantani di Accumoli © Cai

Contrarietà del CAI per l’ennesimo detrattore ambientale, non frutto di un abuso nascosto, ma scientemente portato avanti dagli Enti pubblici locali. “Sarebbe una offesa alla Natura, al paesaggio e al buonsenso”

Il Cai Lazio e altre cinque associazioni ambientaliste chiedono alla Regione Lazio e al Comune di Accumoli di bloccare la realizzazione del nuovo rifugio a Pantani di Accumoli. “Sarebbe una offesa alla Natura, al paesaggio e al buonsenso”, si legge in un comunicato divulgato dal Club Alpino Italiano.

Dal comunicato:

“Pian dei Pantani, nel Comune di Accumoli, è una delle aree più integre e paesaggisticamente significative dell’Appennino centrale; posta a circa 1600 metri di altitudine e al confine tra tre Regioni – Lazio, Umbria e Marche – ospita habitat di pascoli montani ben conservati e di numerose specie minacciate o vulnerabili.

Fa parte della Rete Europea Natura 2000 come Zona Speciale di Conservazione (ZSC) ed è un esempio di convivenza tra attività di pascolo estivo storicamente consolidate e paesaggi ad elevata naturalità, convivenza resa ancor più compatibile rispetto al passato da recentissimi interventi – totalmente rispettosi dell’ambiente e del paesaggio – tesi a fornire al bestiame pascolante fonti di abbeveraggio alternative a quelle dei Pantani, con conseguente maggiore tutela degli anfibi e della vegetazione ripariale.

Questo patrimonio naturalistico e paesaggistico – fruibile e fruito dagli escursionisti con un’ora di piacevole cammino – è oggi in pericolo, minacciato dalla costruzione di un rifugio la cui unica ragion d’essere sarà quella di aver vulnerato un luogo di eccellenza, nonostante il vincolo paesaggistico che dovrebbe tutelarlo da improvvide manomissioni.

Si tratterà di una costruzione di tre piani completamente avulsa dal contesto che consentirà l’accesso in auto a luoghi deputati alla fruizione pedonale o a cavallo, che dovrebbe essere alimentato da fonti idriche la cui esistenza è tutta da dimostrare, che produrrà acque reflue e che introdurrà inquinamento atmosferico, acustico e luminoso in un’area ad elevatissima naturalità.

Il tutto senza essere stato accompagnato, a quanto risulta dagli atti, né dalla necessaria Valutazione di Incidenza – che la prossimità di un sito ZSC richiede per legge – né dalla verifica di eventuali usi civici gravanti sulle aree da urbanizzare.

Duole apprendere che i promotori e i finanziatori dell’operazione saranno pubblici (Regione Lazio e Comune di Accumoli), amministrazioni che, in nome dello sviluppo turistico e della ricostruzione post-sismica, rischiano di dimostrare l’incapacità di cogliere l’autentico portato della valorizzazione delle risorse ambientali, dissipandone la qualità in una logica di desolante continuità con il passato.

Già esiste un rifugio, prossimo a Forca Canepine ovvero a poco meno di un’ora di cammino da Pian dei Pantani, ed è abbandonato; ma potrebbe essere rimesso in funzione senza necessità di costruirne un altro. E non è il solo; il fallimento della scelta di realizzare un rifugio avulso da qualsiasi contesto come sarebbe quello di Pian dei Pantani è già stato sperimentato in passato dal Comune di Accumoli, che ha costruito un rifugio presso Poggio d’Api mai utilizzato poiché nessun operatore ha ritenuto economicamente praticabile la sua gestione, e che giace anch’esso abbandonato.

Di nuove costruzioni non vi è palesemente alcun bisogno né alcuna convenienza economica. Ricostruire significa non dissipare né risorse economiche né tantomeno preziosissime risorse ambientali irriproducibili, risorse che saranno garanti – poiché molto più promettenti e attrattive di un edificio destinato all’abbandono – di un duraturo rafforzamento delle comunità locali.

Con questa consapevolezza CAI Gruppo Regionale Lazio, Italia Nostra Sezione Lazio, LIPU, Mountain Wilderness, Salviamo l’Orso, WWF Lazio chiedono con fermezza alla Regione Lazio e al Comune di Accumoli di fermare questa operazione fallimentare e dannosa, impiegando le risorse risparmiate in iniziative di tutela e rafforzamento delle immense qualità ambientali e paesaggistiche che il territorio di Accumoli possiede.”

I cittadini possono far sentire la propria voce firmando la petizione oppure collegandosi alla pagina Facebook del CAI del Lazio.

Leggi la presa di posizione dei presidenti del Cai Lazio e delle Marche e la dichiarazione del Vicepresidente generale del Cai Erminio Quartiani